Smithsonian, dove gli Usa
rileggono il passato
I musei Smithsonian (arte, aerospazio, naturale, degli archivi etc.) sono una esperienza inclusiva, l'autonomia delle culture che convivono nella capitale degli USA.
Nell'Officina dei papiri ercolanesi, Biblioteca nazionale di Napoli, alla fine degli anni Sessanta un po’ si studiava un po’ si dormiva. Ogni tanto c’erano turisti o studiosi in visita. Un giorno di fine estate capitò a illuminare lo stanzone una piccola équipe di ragazze svedesi, col proprio professore interessato ai papiri...
Tutto cominciò con le nobildonne sposate i cui mariti erano partiti, spesso senza fare più ritorno, per le Crociate. Si trattava di persone agiate che decisero di riunirsi in counità per vivere insieme conservando però ciascuna la propria indipendenza. A loro si aggiunsero donne sole anche non benestanti, desiderose di sottrarsi alla sottomissione familiare. Nacquero così i béguinages, un particolare fenomeno del Nord Europa.
Viaggio fra monumenti di culto e complessi parrocchiali molto diffusi – una settantina - nel nord-ovest della Francia, soprattutto nel Finistère ma non solo, e, in particolare, nella valle del fiume Élorn nel tratto tra Brest e Morlaix. Nati come segni di devozione erano anche luoghi di vita cittadina. La seconda puntata del reportage ci porta a Lampaul-Guimiliau, Plougastel-Daoulas e al complesso di Saint Thégonnec.
Sdrucito come il tenente Colombo. Irritante come Dr House. Acuto ed efficace come nessun altro. Carl Morck, ispettore capo inglese finito a lavorare a Edimburgo dopo un matrimonio naufragato, è il nuovo eroe delle serie noir. Tipo assai difficile, per lui si sprecano gli aggettivi più urticanti. È sarcastico, antipatico, scostante, cinico, misantropo, arrogante, asociale. È lui la star di “Dept. Q – Sezione casi irrisolti”, su Netflix.
Da Delft a Utrecht, da l'Aia a Giethoorn, breve viaggio in un paese che sa godersi la vita e che ricerca il bello anche nelle piccole cose.
Siamo alle solite, chi attribuisce i titoli italiani a film stranieri riesce sempre a sorprendere per insipienza. Il titolo originale “La cocina” traduce invece perfettamente il titolo del dramma teatrale “The Kitchen” di Arnold Wesker, ambientato in un ristorante inglese alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, a cui palesemente questo film - da non perdere - si ispira.
A Gorizia fino al 31 ottobre in mostra “La stanza di Zurigo” di Zoran Music, un'opera bellissima finora esposta al pubblico solo altre due volte, al Fortuny di Venezia e al museo di Coira in Svizzera. Artista sloveno del Novecento sopravvissuto al lager nazista, Music raffigurò i colori di Venezia, le donne dalmate, i cavallini, le colline nei suoi colori favoriti: il rosa, un ocra polveroso, l’azzurro, l’oro, il nero per i tratti decisi.
I musei Smithsonian (arte, aerospazio, naturale, degli archivi etc.) sono una esperienza inclusiva, l'autonomia delle culture che convivono nella capitale degli USA.