Riaprirà martedì 6 maggio a Villa d’Este a Tivoli, dopo un restauro durato due anni, la 'Grotta di Diana', ninfeo a croce rimasto chiuso al pubblico per mezzo secolo: l'apertura è frutto di uno sforzo congiunto fra l’Istituto autonomo 'Villa Adriana e Villa d’Este – VILLÆ' e il marchio FENDI.

Realizzata tra il 1570 e il 1572 da Paolo Calandrino a ridosso del Palazzo di Ippolito d’Este, la Grotta di Diana torna così a essere parte centrale del luogo. “L'intervento si propone di esplorare e decodificare le infinite suggestioni di Villa d’Este - commenta Andrea Bruciati, direttore dell'Istituto - mettendo in luce come questo luogo continui a emanare la sua magnificente bellezza, rivelando a tratti il sofisticato progetto culturale che ne fu alla base”. Quanto a Fendi, l'intervento viene definito 'un atto d'amore' verso il patriomonio culturale italiano da Silvia Venturini, che nell'azienda è direttore artistico degli accessori e delle collezioni Uomo.

L’ingresso principale della Grotta di Diana si trova lungo la Passeggiata del Cardinale, nella parte alta del giardino, sotto la Loggia dei Venti. Il ninfeo a croce consiste di uno spazio centrale con volta a crociera e grandi cariatidi canefore, una grande nicchia con una scogliera e una fontana e tre bracci: nel primo, l' atrio, ci sono due nicchie a parete e una volta a botte; il secondo, a sinistra, offre due bassorilievi e, nel fondo, una nicchia con scogliera e fontana; il terzo, a destra, con la volta a botte, mostra due grandi bassorilievi ai lati e nel fondo un’apertura che conduce a una loggia aperta verso Roma. Decorata con scene dalle Metamorfosi di Ovidio e da figure mitologiche come Tritoni, Nereidi e appunto Cariatidi, la struttura presenta un enorme mosaico rustico policromo, e rivestimenti a conchiglie, paste vitree e pietre semipreziose su tutta la superficie dell’ambiente.
Dalla loggia, una scala a doppio ferro di cavallo porta sopra alla Loggia dei Venti e a una piccola terrazza da cui si gode un’ampia vista: dal Soratte ai monti intorno a Tivoli, fino ai Castelli Romani; mentre la Capitale è il fulcro e il baricentro del panorama.