Dopo un maxiesborso autunnale per il riscaldamento della casa di Torino, i nostri eroi decidono di trasferirsi in uno scontato sogno tropicale. Un posticino con palme e spiagge bianche, longdrink fronte mare, cibo delizioso, tramonti infuocati, noci di cocco gelate. Tutto come da brochure. La scelta cade su un'isola thailandese.
Il nord di Samui è inflazionato turisticamente. Il che è un bene perché garantisce varietà ma anche un male che ha cambiato i connotati a quest'isola la quale, una ventina di anni fa, era sicuramente paradisiaca. Fisherman's Village viene descritto come un caratteristico villaggio di pescatori, cosa che forse era agli albori. Oggi è happy Hour a tutte le ore.
Un piccolo corso di cucina thai in quel di Koh Samui. Non è che ce ne siano tanti e, sempre facendo le debite proporzioni, non è che te lo regalino. Dura in tutto quattro ore e l'orologio scatta dal momento del prelievo dei primi partecipanti, otto in tutto, nei rispettivi alberghi. Un salto al mercato, poi otto postazioni, ciascuna con la sua piastra a gas, le spezie, le erbe, i condimenti.
Da quando, nel Giugno dello scorso anno, la Food and Drug Administration thailandese ha tolto la cannabis dalla Categoria 5 dei Narcotici, il business della ganja brevi manu ha preso piede. Di più, è esploso. E a Koh Samui non si contano le botteghe, e anche l'utilizzo in gastronomia. Controlli teorici del governo, che ha usato la liberalizzazione per lanciare il nuovo binomio turismo/erba.
Piogge e nubifragi in quella che dovrebbe essere stagione di bel tempo. E poi: si pensava di svoltare dimezzando le spese invernali, e invece... e invece l'isoletta non è poi tanto conveniente. Forse lo era, forse ante Covid i prezzi erano contenuti, forse i commercianti sopravvissuti devono recuperare le spese e gli introiti mancati in due anni di chiusura forzata... Forse.
I molteplici hotel, resort e ristoranti, abbandonati post Covid o operativi che siano, fanno da barriera al litorale, salvo qualche sporadica eccezione nel tratto che va in direzione Bo Phut/ Fisherman Village, a partire dal Big Budda. Ma un giro completo dell'isola, ring road di 65 chilometri, rivela zone di indubbio fascino.
Parco Nazionale di Khao Sok, non l'ottava meraviglia del mondo ma un posto affascinante, da non mancare, se avete tempo e vi interessano le rotte alternative, in Thailandia. Istruzioni per l'uso e il racconto di come stanno le cose, per arrivarci. E qualche consiglio ai settantenni che viaggiano in queste zone.
Parco Nazionale di Khao Sok, l'escursione al Cheow Lan Lake, un frastagliato e spettacolare bacino artificiale formato dalla Diga di Rajjaprabha ovvero Luce del Regno, inaugurata nel 1987 dal re medesimo, bacino di controllo per eventuali innodazioni fatto costruire con l'intento di fornire irrigazione, elettricità e pesca.
Gita in un'isola dall'inquietante nomea, dovuta a una serie di misteriosi omicidi. Un viaggio in traghetto
fra onde alte e mal di mare fra i passeggeri, poi l'assalto dei turisti a un'isola affollata, dagli scorci comunque bellissimi,
conosciuta fra l'altro per le attività subacquee: decine di agenzie, programmi su misura per gli aspiranti sub, e anche qui
grandissime folle.
Se mai qualcuno vorrà venirci in vacanza, questi sono i luoghi giusti. Ban Tai e Mae Nam, per quel tanto di scalcinato, quel molto di fascino, quel giusto po' di Robinson, ci sono piaciute da subito e giorno dopo giorno ne abbiamo approfondito la conoscenza. Era la Samui che ci aspettavamo, più a nostra immagine e somiglianza. Non credo per molto. E non necessariamente per tutti.
Ci puoi trovare anche sui principali social e ci puoi seguire commentando in diretta tutti i nostri articoli e le nostre rubriche.
| Vittorio Ragone | Designer & Supervisor | ||||
| Annamaria Passaro | Digital Artist | ||||
| Adriana Tessier | Digital Artist and Animatrix | ||||
| Fabrizio Funtò | Web Designer |
© 2022 FOGLIeVIAGGI — Texts and Comments original.
All rights reserved — Copy and duplication prohibited.