Nel fiordo Kongsfjorden delle isole Svalbard sono state individuate tracce di cosmetici e farmaci nelle acque marine superficiali e reflue. “Oltre all’afflusso proveniente dalle emissioni locali” - affermano gli esperti del CNR - “il trasporto oceanico e atmosferico contribuisce alla confluenza dei contaminanti”. A rilevarle, una ricerca pubblicata qualche settimana fa sulla rivista “Science of The Total Environment”, coordinata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Isp) in collaborazione con l’Università la Sapienza e l’istituto di ricerca norvegese Sintef Ocean.

“Questi composti hanno mostrato un’elevata persistenza nell’ambiente marino, acutizzata dalle condizioni artiche che rallentano i processi di degradazione naturale”, afferma Jasmin Rauseo, ricercatrice del Cnr-Isp. “Eseguendo una valutazione del rischio ecologico, abbiamo scoperto che la miscela di contaminanti può compromettere la salute degli organismi acquatici a diversi livelli della catena trofica, alterando le funzionalità del sistema endocrino e ormonale, con un potenziale aumento della resistenza agli antibiotici. La distribuzione spaziale e temporale dei composti ci ha fatto capire che, oltre all’afflusso proveniente dalle emissioni locali, il trasporto oceanico e atmosferico contribuisce alla confluenza di questi contaminanti nel fiordo”.
Lo studio ha individuato la presenza di antibiotici, antipiretici, ormoni, antinfiammatori, antiepilettici, stimolanti, disinfettanti, caffeina e repellenti per insetti, sia in mare che nelle acque reflue provenienti dalle basi di ricerca internazionali a Ny-Ålesund, che sporge sulla Baia del Re, il Kongsfjorden.

La presenza delle sostanze è causata anche dalla mancanza di adeguati sistemi di trattamento delle acque reflue, mentre la stabilità ambientale dei contaminanti è favorita dalle basse temperature e dalla scarsa luce solare.
“Le evidenze mostrano il potenziale rischio a lungo termine per gli ecosistemi artici e per le popolazioni locali. L’Artico sta affrontando sfide ambientali legate alla presenza di nuovi inquinanti, nei confronti dei quali non sono state ancora adottate misure di contenimento a livello mondiale”, spiega Luisa Patrolecco, ricercatrice del Cnr-Isp responsabile del gruppo di ricerca. “… è urgente intensificare i programmi di monitoraggio… per salvaguardare la loro biodiversità, così unica e fragile”.

(Foto Osservatorio Artico)
Ny Ålesund è un insediamento artico sulla costa occidentale dell'isola di Spitsbergen e viene considerato l’insediamento umano più a nord del mondo. Nata come avamposto minerario nel 1916, a partire dagli anni ’60 è diventata un’importante stazione di ricerca scientifica internazionale dotata di un porto, di un aeroporto, di un museo e di un ufficio postale.
Le isole Svalbard sono un mondo fatto interamente di ghiaccio dove il tempo sembra essersi fermato. Più a Nord c’è solo il Polo. È essenzialmente un luogo di ricerca e il turismo viene lasciato in secondo piano. Si può passare di lì come tappa breve di un viaggio più lungo - poche ore di una crociera - a patto di seguire precise linee guida da parte di operatori e visitatori.