AFGHANISTAN
OLTRE IL CONFINE
DELLA PAURA

Non so se è un vero libro di viaggio 'Oltre il confine della paura - Viaggio in moto nell’Afghanistan dei talebani' di Emilio Radice (Edizioni Neos – 15 euro) e non so neppure se vuole, davvero, esserlo. Perfino al di là della parola utilizzata fin dal sottotitolo. Provo a spiegare. Emilio Radice, motociclista di rango, giornalista eccellente nonché amico di vecchia data, sembra immune dall’aspirazione manualistica che muove questo genere di volumi, e mette insieme pensieri di vario peso che condivide con chi si ferma sulle sue pagine. Una spartizione che compie quasi passasse un quaderno di appunti personali ad un amico sconosciuto: il lettore.


(Oltre il confine della paura
Viaggio in moto nell’Afghanistan dei talebani
di Emilio Radice
Edizioni Neos - 15 euro)


Nell’incontro – che si trasforma a volte in scontro – con le impressioni che dipana durante il suo percorso chilometrico (e interiore) in sella alla Aprilia Tuareg 660 dall’Italia alla Turchia, dall’Iran fino alla terra dei talebani, apre pian piano un varco verso uno dei Paesi che fanno più paura ai viaggiatori. Il che è comprensibile, visto che si tratta di un luogo distrutto dalle guerre, lacerato dalla povertà, colpevolmente ignaro dei diritti delle donne, ormai avulso dai grandi piani geopolitci del mondo e praticamente “proibito” – su di esso grava addirittura lo 'sconsiglio' della Farnesina – ai turisti. E allora, perché è andato?, ci si domanda. E per di più da solo (per poter scegliere il dove-e- quando in libertà e proseguire il dialogo mai interrotto con se stesso) sulla strada impervia e pericolosa, come è solito fare.



Le risposte (da rintracciare tra le righe di questo piccolo libro) sono molte: sfumate, personalissime, spesso ruvide. La curiosità verso un’umanità ignota forse è la prima spinta di Emilio motociclista, ardito e pure pacifista, ma a seguire va citata la paura che coglie ognuno di noi prima di sapere, prima di osservare, prima di mettersi in contatto con l’altro, prima di affrontare. Una paura che diventa forza motrice, nonostante tutto. Una paura che si cristallizza nell’esatto istante della partenza: il 15 aprile 2023. La paura è una ricchezza non sfruttata, è una possibilità di essere e di fare che noi lasciamo inesplorata. È la fantasia che si trasforma in pregiudizio e non diviene conoscenza. È un armadio chiuso…. , scrive l’autore. Masticarla (così dice) significa sostanzialmente abbandonarsi al viaggio senza programmazione e senza preconcetti, evitando l’“effetto diapositive”. E accogliendo i rischi di un Afghanistan dove girano ancora bande armate.



Ci sono ordigni e zone minate un po’ ovunque, non tutto è sotto controllo, ma il desiderio di pace stavolta sembra essere più forte…. E la sede di Emergency a Lashkar Gah è una enclave di etica e di luce in mezzo alla disperazione… Meglio sospendere il giudizio. È la condizione indispensabile per avvicinarsi a questo diario di viaggio, corredato da fotografie in bianco e nero, che nasce dai post su Fb che Emilio Radice ha condiviso in questi anni con chi lo ha seguito nelle sue spedizioni nelle zone più tormentate del pianeta, in particolare l’Iran.



Alcuni di questi post sono pugni nello stomaco, certo, altri rispecchiano una specie di candore cronistico-antropologico che se ne frega delle analisi politiche e non di rado sfida la sorte nel segno della conoscenza. Vi piaccia o no. Un esempio? A Kandhar … "arrivò la solita Toyota bianca piena di mitraglie e di caricatori. I comandanti. Silenzio attorno, controllo passaporti. Poi quello che sembrava contare di più mi chiese: 'Cosa si dice di noi talebani in Italia?'. Io gli risposi con un filo di sorriso: 'Si dice che siete cattivi e che ammazzate tutti'. Si fece una risata e io con lui, ma con prudenza…

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