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MALTEMPO
E MAXIPREZZI
SFATARE MITI
A KOH SAMUI


testo e foto
di MANUELA CASSARÀ
e GIANNI VIVIANI

7 febbraio 2023

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Com'e' che si dice in questi casi? è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo? Concordo, l'incipit è parecchio gigione, ma consiglio di aspettare a scatenare critiche e opinioni alla fine, quando ne avrete ben donde, perché mi accingo a sfatare il consolidato mito di Koh Samui.


Quanto segue dispiacerà ai più e sarà opinabile e controverso per molti.


Metto le mani avanti. Di più: lancio il sasso e ritiro la mano. Ancora di più: mi appello al pirandelliano "così è se vi pare" e chiedo preventivamente venia, la mia venerabile età potrebbe aver inciso sul punto di vista.


Perciò, se siete un giovanottone - o una giovanottona - abbronzati e multi tatuati, se vi piace sballare a drinks, decibel o ganja, questa recensione non fa per voi. E anche: se vi piacciono i grandi resort da serviti e riveriti, con bungalow arredati etnico-chic, sdraiati gomito a gomito accanto al lettino del vicino, sorseggiando un cocktail condito all'orchidea, ebbene, anche in questo caso, questo articolo non fa per voi.


Se invece, come noi, decisamente ingenuamente, vi aspettate di trovare qui un angolo di Thailandia ancora affascinante, allora quanto segue farà per voi e vi spingerà a cercarlo in una delle sue tante altre, meno contaminate, isole.


Forse scrivo per frustrazione, ma dopo un mese ci sono alcune constatazioni che hanno valenza fattuale.




La prima: il clima. Gennaio, come febbraio e marzo, cosi' dice il web e sfido a controllare e smentirmi, per Samui sono i mesi migliori. I super ottimisti ci aggiungono anche Dicembre.


Noi siamo qui dal 2 Gennaio. Converrete che siamo persone informate dei fatti. Ebbene, a parte quattro idilliaci giorni con mare trasparente, con le palme mosse da una gentile brezza e un cielo illuminato da un paio di nuvole fotogeniche, tutti gli altri giorni incluso questo primo scampolo di febbraio - e mentre scrivo è in atto il Secondo Diluvio Universale, vedere foto per credere - sono stati: grigi e nuvolosi o nuvolosi e ventosi con punte di burrasca, in un'alternanza di mare verdastro e torbido o di mare molto mosso e particolarmente sporco, con spiaggie ora inghiottite dalle onde, sempre invase da alghe e da ogni genere di rifiuti indistruttibili, ai quali madre natura ha cercato di dare nuova vita colonizzandoli con diversi molluschi.


"Fino a qualche anno fa gennaio era così; ma non più. Il tempo è diventato imprevedibile" - ha sentenziato, serafico, Mr. Ja, uno che in quanto a previsioni meteo a tendenza negativa finora è stato più affidabile di AccuWeather. Quindi se Samui deve essere, mettete in conto che a gennaio il meteo è una roulette russa. Febbraio dovrebbe ristabilire gli equilibri, ma per un'altra settimana, stando alle previsioni, saremo ancora in mano ai capricci di Eolo.


Mr. Ja, che all'anagrafe ha un nome lunghissimo, non riproducibile e impronunciabile, come tutti i Thailandesi che hanno a che fare con i"farang", se ne è inventato uno da una sillaba.


Da un mese Mr. Ja è il nostro "Ambrogio", ricordate l'autista di Ferrero Rocher?


Lo è perché abbiamo fatto un paio di stupidate: scegliere un'accomodation lontana da tutte le spiagge - le più vicine, Choeng Mon e Thongson Bay, sono sì a soli due chilometri, una rinvigorente camminatina mattutina avevo pensato, se non fosse che l'isola è un continuo saliscendi non a misura di cardiopatici. Altra stupidata, non affittare una macchina. Per il motorino ci sentiamo fuori target, anche se quotidianamente incrociamo anziani baldanzosi che non se ne sono fatti un problema. Voglio dire, le ansie sono molto soggettive.

 







Perciò Mr. Ja; un soave quarantacinquenne dal pensiero imperscrutabile, che ci ha un po' adottati. Ci chiama Mamaaaaa e Papaaaa. Che in Thailandia è il modo gentile di farti capire quanto sei vecchio.


Non è che sia un vero tassista, agisce in regime di concorrenza sleale e con i proventi finanzia il suo "Country Bar", un ristorantino di poche pretese, con inamovibili sedie di solido bamboo (a Samui il produttore avrà fatto fortuna), nel quale serve i piatti della "tradizione", cucinati da sua moglie, di corvèe 12 ore ogni santo giorno, accompagnati da un'anacronistica colonna sonora tipo Old Grand Ole Oprey di Nashville.











A fatica, e con reciproco sospetto, siamo riusciti a concordare distanze e tariffe, a nostro avviso esose ma pur sempre inferiori a quelle praticate dai tassisti regolari e persino, in proporzione, da quelle dei "songthaew".


Le poche volte che abbiamo fermato quei traballanti trabiccoli, ci hanno rapinato: noi affermavamo 100 con piglio di chi non scende a patti (50 bath pare sia la tariffa standard), al che il conducente scuoteva la testa e ingranava la marcia. Invariabilmente capitolavamo accettando il doppio.

 

Qualche cifra delle nostre tariffe: considerate che 35 bath equivalgono, più o meno, ad 1 euro. Per Chaweng, andata e ritorno 600 Bath. Per Lamai 1200. Mai andati. Per Fisherman Village, un must per il night market del venerdì, 500. Per andare a Banrak dove c'è questo irrinunciabile posticino, il Secret Garden, che ogni domenica ha una band che suona i miei favoriti, tipo i Creedence Clearwater Revival e Crosby, Stills, Nash and Young - roba da babbioni nostalgici, tanto per intenderci- dove si cena con i piedi nella sabbia, dove fanno la miglior capirinha dell'Universo, da sorseggiare a suon di musica, sotto palme curvate dal vento, 300 bath. Idem per l'altrettanto vicina Choeng Mon dove si va a far mare o a cenare.


Facendoci portare al mattino in spiaggia e la sera da qualche parte per cena, finora abbiamo speso una media di 900 bath, circa 25 euro al dì. Una macchina, ve lo garantisco, si affitta per molto meno.


Se la prima constazione è stata il Clima, è arrivato il momento di parlare del vile denaro.


Confesso che pensavamo di svoltare dimezzando le spese invernali, ammetto che pur non avendo pretese "stellate" ci piace il confort, che uscire ogni sera a cena, nonostante abbiamo affittato una casa con cucina, ci diverte.


Tuttavia. Per una bistecca meglio preventivare un budget da grandi occasioni perché, se non vuoi mangiare cartone al limite della frollatura, arriva dall'Australia e costa. L'aragosta finora ce la siamo sognata, non tanto per il prezzo ma per averla vista stecchita navigare assieme ai cadaveri dei tiger prawn, annegati nel ghiaccio semi sciolto dei banchi di pesce al mercato. E comunque tutti i crostacei arrivano dal lato Pukket; qui nel golfo del Siam, non ci sono.


Ci è più difficile rinunciare ad un margarita o a un mohito al passion fruit, perché fanno allegria. Se proprio si sente in vena di nostalgia, il beneamato chiede un espresso... minimo 80 bath. Non sto rinfacciandoglielo. Un cappuccino, se così si può chiamare, non meno di 150. Una birretta locale, dagli 80 ai 140 a discrezione del gestore. Libero mercato anche per un bicchiere di vino tipo Tavernello, dai minimi 120 bath del Country Bar fino a degli esosi 330 a bicchiere, passando per una media di 240. Non vorrei sembrare micragnosa. Solo dare dei parametri.


Quasi dimenticavo: nel caso vi venisse improvvisa voglia di carboidrato casareccio, i ristoranti italiani non mancano. Federico e Risto Luca quel che difettano in ambience lo compensano con un'autenticità che si fanno pagare. Ce ne sono un paio di altri, pare pregevoli, ma sconfesso ufficialmente Spago, che nonostante il nome altisonante (c'è uno Spago a L.A dove vanno le star) di italiano ha ben poco.


Fatta questa premessa avrete capito che, non essendo giovani giramondo zaino in spalla, con la Guide Du Routard come Bibbia - in materia abbiamo già dato - noi di media, stando sul morigerato, spendiamo circa 15€ a testa per cena. Ovvio che ci sono posticini a conduzione familiare dove si mangia con la metà e anche a meno, ovvio che ci sono i night market, tipo quello del Fisherman Village, dove abbiamo "cenato" in piedi solo una volta, tra una bolgia di gente... Lo rifaremo perché fa "ambience", ma è scomodo.


Avendo scelto di essere stanziali per due mesi e mezzo, non siamo nemmeno quei privilegiati turisti "non fai da te" che non badano a spese e cenano a lume di candela nel loro bozzolo di lusso, quelli che vengono a Samui per una decina di giorni e passano il tempo sonnecchiando al sole bordo piscina del loro resort 5 stelle, facendosi irretire dalle sirene dei massaggi, per poi farsi sanamente sbatacchiare e calpestare passando ad un altro lettino.


Da ibridi borghesi, noi possiamo dirlo: non è mica tanto conveniente, questa bella isoletta.


Forse lo era, forse ante Covid i prezzi erano contenuti, forse i commercianti sopravvissuti devono recuperare le spese e gli introiti mancati in due anni di chiusura forzata... Forse. Aggiungete il cambio.


Ulteriore avviso ai naviganti: con le dovute cautele meglio portarsi dietro i contanti. Il Bancomat applica un balzello tout court di 220 bath a prescindere dal prelievo, che per i più non può superare i 10.000 bath. E questo si sa, ma non è tutto.


Oltre al cambio capestro, la banca italiana, ad ogni prelievo, vuoi con il bancomat o la carta di credito, applicherà un ulteriore balzello, che può superare i €10. Tenetene conto se vi dovesse capitare di fare due conti.


Comunque c'è ancora speranza: Febbraio è solo iniziato. E poi a Marzo ci attendono ulteriori 15 giorni. Pare sia anche meglio.


Nel frattempo rimaniamo in fiduciosa attesa. Tamburellando sul tavolo.



(5 - continua)

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