La zona terminale della Valle Aurina, quella che oggi è ricompresa nel Comune di Predoi, ha una storia affascinante legata, nel bene e nel male, alla presenza di una miniera da cui si è estratto, per oltre 400 anni, uno dei minerali, il rame, fondamentali per il progresso della civiltà e, in particolare per il passaggio dall’età della pietra a quella dei metalli, l’Età del bronzo - una lega di rame e stagno che consentì la fusione di armi assai sofisticate, di elmi, armature e vasellame e che è generalmente collocata, in Europa, tra il 2300 a.C. e il 1100 a.C. circa.

Il filone di rame del Rötbach, il torrente che dal Pizzo rosso di Predoi scorre nella Rottal e confluisce nell’Aurino a metà strada tra Casere e Predoi, fu considerato per molti secoli tra i migliori d’Europa; e già nell’età del bronzo dovette essere oggetto di sfruttamento, se è vero che proprio all’altezza della Rötkreuz, a circa 2000 metri sul livello del mare, dove il minerale affiora in superficie, è stata rinvenuta, nel 1864, un’ascia celtica fusa con il rame del giacimento.
Si dovette tuttavia attendere il 1426 per poter tornare a parlare del rame della Valle Aurina, quando il principe Federico IV (Friedl con la tasca vuota) lo fece utilizzare per fondere due cannoni che furono poi utilizzati nell'assedio del castello di Greifenstein. La miniera vera e propria viene menzionata per la prima volta nel 1479; a quel tempo era talmente ben funzionante da comportare una seria concorrenza per le miniere di rame di Schwaz, nella valle dell’Inn, tanto che durante una riunione dei minatori a Innsbruck, il giorno di Sant'Antonio 1479, ne fu chiesta e ottenuta addirittura la chiusura. Così la miniera venne venduta per 800 fiorini all'allora principe regnante Sigmund den Münzreichen e nel 1490 ripresero le estrazioni di rame.

Anche i vescovi di Bressanone, come altri influenti personaggi del Tirolo pusterese si interessarono a quella miniera che forniva il miglior rame di Europa, così malleabile da permetterne la filatura.
Per sostenere lo sfruttamento, la lavorazione e l’esportazione del rame, nell'anno 1535 tutti gli interessati si associarono all’"Ahrner Handel”, una sorta di Sindacato imprenditoriale, mentre per governare la difficile convivenza delle ormai numerose maestranze - tra esperti minerari, minatori, trasportatori, addetti alla fusione e addetti al vettovagliamento, si arrivava a oltre 300 lavoratori - la miniera si dotò di un proprio tribunale minerario con sede a Mühlegg, vicino al centro amministrativo di Steinhaus ( Cadipietra), nella media Valle, in cui furono costruite, prime nella storia della valle, imponenti costruzioni in pietra che oggi ospitano il museo della miniera.

Nello sfruttamento del filone e delle fonderie fu necessario ricorrere ad operai specializzati tedeschi, tanto che tra essi, luterani, e la popolazione della valle, rigorosamente cattolica, dovettero annoverarsi anche alcuni problemi di ordine etico e religioso.
L’ampliamento della miniera, il puntellamento delle nuove gallerie e la messa in funzione di forni per la fusione in loco del minerale richiedevano grosse quantità di legno; questo causò un grande disboscamento (soprattutto sul versante della Forcella del Picco) che di conseguenza provocò un peggioramento del clima e, soprattutto, nei versanti privati della copertura forestale, un notevole aumento delle valanghe.

La storia industriale della miniera di Predoi durò fino al 1893, anche se non mancarono, persino dal 1950 al 1971, i tentativi di riprenderne con profitto, lo sfruttamento.
È possibile leggere sulla facciata del granaio di Cadipietra una accorata poesia del conte Hugo di Enzenberg (1838–1922), l’ultimo imprenditore dell’impresa mineraria “Ahrner Handel”, in cui è espresso il dispiacere per la fine di un periodo tanto felice e proficuo.
Per la valle, la chiusura della miniera rappresentò uno shock: a Predoi circa 60 persone, tra cui 40 capifamiglia, furono di colpo gettati nella miseria più nera.
Ma, almeno in questo caso, la storia ha avuto un lieto fine. I parroci del paese, Pescosta e Kleinlerchner, si impegnarono a riconvertire i minatori di Predoi e le loro famiglie in un’attività davvero assai lontana dalla rudezza della miniera: la lavorazione dei pizzi al tombolo.

Questa attività, unitamente alla lavorazione delle caratteristiche masken (maschere) di legno intagliato, sebbene minacciata dall’assai più conveniente servizio al turismo estivo e invernale, continua a rappresentare una delle caratteristiche più originali dell’alta valle Aurina
Predoi e Casere continuano ancor oggi ad essere strettamente legati ai filoni di rame.
Attraverso la messa in sicurezza delle principali gallerie, è stato, infatti, allestito un avvincente percorso di esplorazione che, nella bella stagione, permette ai turisti di visitare la miniera
Un trenino accompagna i turisti alla scoperta della galleria Sant’Ignazio, a 1 km di profondità. La visita prosegue poi a piedi, lungo un percorso sotterraneo circolare di 350 metri, appositamente allestito, che permette di conoscere quali fossero le difficoltà che i minatori, sia quelli medioevali che i loro colleghi dei secoli più vicini a noi, dovevano quotidianamente affrontare per strappare il minerale dalle viscere della montagna e scoprire un metodo alternativo di estrazione del rame.

La visita è abbinabile a quella al Museo storico della miniera, sito a Cadipietra/Steinhaus, nelle vecchie case in pietra che furono costruite per la sua amministrazione, in cui è possibile scoprire la documentazione storica delle attività minerarie e insieme visitare le mostre temporanee, tra le quali, interessante, quella sull’introduzione del merletto al tombolo come alternativa per gli ex minatori della Valle Aurina
La miniera di Predoi è oggi anche la sede di un interessante Centro climatico speleoterapico. Nel Centro climatico, a 1100 metri all'interno della montagna, vengono offerte sedute di speleoterapia, la "terapia in grotta". Si tratta di un’attività medica complementare che può procurare sollievo a chi soffre di patologie croniche delle alte vie respiratorie, caratterizzate da uno stato congestizio delle mucose.
Il principio terapico si basa sul fatto che la temperatura in miniera oscilla fra gli 8 e i 10 gradi, per cui quando l'aria viene respirata e si riscalda alla temperatura corporea, aumenta la quantità di acqua necessaria alla sua saturazione. L'aria deve circolare satura d'acqua all'interno dell'apparato respiratorio e, per farlo, ne preleva dunque la quantità necessaria dalle mucose delle vie respiratorie, decongestionandole.
Nel Centro Climatico, l'umidità relativa dell'aria, vicina al 95%, è prossima al grado di saturazione. Le particelle in sospensione e gli allergeni presenti si legano quindi all'aria e precipitano sulle pareti di roccia umida, rendendo l'aria estremamente pura.

Le particolari condizioni igieniche dell'aria danno sollievo in presenza di patologie come bronchite cronica, pollinosi, sinusite, asma bronchiale o disturbi respiratori associati alla sindrome Long Covid.
Interessante è poi che In Valle Aurina, proprio sulla scorta del successo ottenuto dal Centro Climatico della Miniera di Predoi, alcuni hotel e pensioni abbiano creato un’apposita Associazione Respiration. Camere e appartamenti dei partecipanti all’Associazione offrono un ambiente anallergico, realizzato e arredato secondo i principi della bioarchitettura con personale formato sulle problematiche legate alla sensibilità e alle allergie dei potenziali ospiti e istruito su quali detergenti utilizzare per la sanificazione ambientale e come eseguire una pulizia salubre.
I membri dell’ Associazione “Respiration” grazie alla loro formazione istruiscono i proprietari affittuari su come supportare l’ospite affinché il soggiorno sia ben tollerato, e su come rispondere ai loro problemi specifici in base alle loro esigenze.
L’Agenzia per l’Ambiente Provinciale come centro di verifica neutrale esegue tutte queste indagini, preleva campioni di aria nelle camere e ne analizza il contenuto. Solo nel momento in cui i risultati siano positivi, verrà rilasciato il certificato che attesta la salubrità dell’alloggio.

Museo provinciale miniere - Sede Predoi con Centro climatico
Vicolo Hörmann 38/A
I-39030 Predoi.
telefono: 0474 654298
e-mail: predoi@museominiere.it
Museo provinciale miniere - Sede Cadipietra
Via Klausberg 103 I-39030 Cadipietra - Valle Aurina telefono: 0474 65 10 43 e-mail: cadipietra@museominiere.it
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