Da sabato 10 maggio, se vi trovate a girare per il centro storico di Napoli, rischiate di incontrare Picasso.
Il genialissimo artista che con la sua vita, le sue opere, i suoi amori e le sue stravaganze ha caratterizzato il Novecento, è ora in mostra alla Basilica di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta, un affascinante complesso monumentale che sorge proprio all’inizio del decumano superiore, via dei Tribunali.

La mostra si intitola “Picasso. Il linguaggio delle idee” e attraverso 103 opere “minori” presenta una panoramica inusuale su circa 50 anni di vita e produzione dell’artista andaluso, testimoniandone la naturale apertura verso tutte le forme d’arte.
Si tratta infatti di litografie, ceramiche, gouache, serigrafie, acquetinte e manifesti suddivisi in 8 sezioni e completati da una serie di fotografie che ritraggono l’artista sia nell’intimità che nel pubblico.

Si comincia con i bozzetti dei costumi disegnati da Picasso per i balletti russi, che raccontano la fascinazione dell’artista per la commedia dell’arte e le maschere tradizionali italiane, e si continua con le incisioni che sembrano anticipare quelle figure di donna che hanno caratterizzato la sua pittura matura. Di grande impatto è la sezione dedicata alla ceramica dove ritornano i temi della corrida e del picaresco e anche la sezione della fotografia dove troviamo l’artista ritratto da due fotografi amici, Edward Quinn e Andrè Villers, autorizzati a girare in casa di Picasso e a fotografare liberamente.

“Questa mostra - scrive Joan Abellò che ne è curatore insieme a Stefano Oliviero - vuole contribuire nella sua umile misura a fornire nuovi dati per comprendere questo genio dell'arte del XX secolo, con opere molto varie nella loro riproducibilità tecnica”.
È il caso dei manifesti, realizzati dallo stesso Picasso per pubblicizzare le sue mostre, “un lontano e piccolo riflesso dell'ammirazione provata nel suo primo viaggio a Parigi nel 1900 per gli enormi manifesti a colori puri realizzati da Toulouse-Lautrec, che pubblicizzavano la vita notturna della grande città”.

Il percorso dell’esposizione conferma come “l’insaziabile curiosità del Maestro abbia influenzato la sua varietà di linguaggi, idee, tecniche e stili”, mentre la presenza dell’opera 'Il bevitore di assenzio', dedicata all’amico di gioventù Angel Fernandez de Soto, dimostra l’importanza che sempre Picasso attribuì ai rapporti di amicizia.

Dopo quella dedicata alla nascita del movimento degli Impressionisti, questa su Picasso è la seconda tappa di una serie di grandi mostre che il Polo Museale della Pietrasanta offre alla città e alla sua ritrovata vocazione turistica. La basilica che oggi accoglie questi eventi, e che propone anche un affascinante percorso nei sotterranei della chiesa tra i cunicoli dell’antico acquedotto greco-romano, era rimasta abbandonata per decenni dopo i danni subiti nella seconda guerra mondiale e addirittura negli anni '70 era stata utilizzata come deposito di materiale da costruzione, mettendo a rischio il bellissimo pavimento maiolicato.

La mostra resterà aperta fino al 28 settembre 2025.
Tutte le info al sito www.navigaresrl.com