Due degustazioni guidate alle Cantine Paololeo srl di San Donaci, paese a metà strada tra Lecce e Brindisi, raccontano il lavoro familiare di Paolo, nato e cresciuto nell’azienda di vino del padre e prima del nonno e bisnonno, che producevano vino sfuso come nella maggior parte dei casi succedeva in Puglia. Oggi con i quattro figli e la moglie porta avanti un’azienda familiare con una crescita significativa.
L’idea nel bicchiere è di valorizzare i vitigni autoctoni anche meno conosciuti, con una gradazione alcolica ‘moderata’ come richiede sempre più il pubblico, mantenendo una forte caratterizzazione territoriale accompagnata da sperimentazione, ricerca e sostenibilità. Con questa filosofia per andare incontro a mercati diversi, secondo canali di distribuzione variegati, paesi di destinazione e fasce di consumatori, anche su grandi numeri, 6milioni di bottiglie, la scelta è realizzare linee dedicate. Nei due incontri abbiamo gustato i Bianchi della linea Alture, considerato un progetto sociale prima che enologico; i classici con Moramora, Rosamora, Numen e Passo del Cardinale; e Salentop con Orfeo e Giunonico, oltre che Tacco Rosso e Nerimatti (che non abbiamo provato).
Alture, nome allusivo per un territorio collinare, quello della Valle d’Itria, nasce dall’idea di Nicola, primogenito, enologo dell’azienda, di ridare vita a un luogo del cuore, Locorotondo, dove ha studiato e che per tanti anni ha dato vini bianchi pugliesi di valore grazie alla Cantina Sociale di Locorotondo; luogo poi dimenticato per il fallimento della Cantina, che ha portato all’abbandono della denominazione Locorotondo DOC. Il progetto nasce nel 2015 grazie al confronto con il dottor Lino Carparelli, già enologo della Cantina di Locorotondo e vero e proprio riferimento per tutto il territorio, tanto da essere definito “il mentore della Valle d’Itria”. Nasce così un lavoro a quattro mani, per la vinificazione in purezza dei vitigni autoctoni Minutolo, Bianco di Alessano e Verdeca. I tre vitigni hanno un comune denominatore nella mineralità trovandosi in prossimità del mare, battuti da venti che conferiscono un sentore iodato. Il Minutolo fino al 2015 era detto Fiano Minutolo ma poi finalmente si è capito che sono cloni con un varietà a sé; la Verdeca è più noto e ha una sua storicità consolidata nella zona; infine il Bianco d’Alessano, dal nome del paese, a occhi chiusi può sembrare un rosso per una certa tannicità e presenta un grappolo denso a pigna puntinato di rosso.
Questi tre vitigni li abbiamo assaggiati in purezza apprezzando così le specificità di ognuno. In particolare “Alture Minutolo” 2024 Valle d’Itria IGP ha fatto la malolattica in barrique, sobrio, profondo. Interessante anche della linea classica il “Numen” Chardonnay 2024 IGT, che ricorda una dea greca, con passaggio in barrique di 2-3 mesi, legno francese, dosato e non stucchevole come spesso certi Chardonnay del sud grazie alla vendemmia anticipata. Della stessa linea il “Rosamora” Malvasia nera 2024 Salento IGP, uno dei vini di riferimento dell’azienda, che ha ricevuto anche i Tre bicchieri del Gambero Rosso, con un sentore spiccato di frutti rossi. In tutti si avverte più il mare, la freschezza della macchia mediterranea rispetto al sole e al calore del sud.
Presso le Cantine Paoleo a San Donaci, un viaggio in sei passi con Bianco d’Alessano, giallo paglierino e Verdeca, giallo dorato, brillante, più intenso del primo con frutta a polpa gialla ben bilanciata da fiori e sentori di macchia mediterranea. I quattro passi in rosso apre con il “Moramora”, malvasia nera in purezza, passata 6/7 mesi in legno americano acerbo, non tostato, si sente nella freschezza del vino che smorza il tannino molto presente in questo vitigno. La gradazione è di 14 gradi e mezzo, potente ma non ridondante. Il “Passo del Cardinale” Doc Manduria, prodotto a Monteparano, l’altra tenuta in provincia di Taranto, presenta note di frutti rossi, mora e ciliegia, in particolare, con un affinamento di otto mesi in legno americano. Il Primitivo è un vitigno che di suo ha tonalità dolci, in questo caso temperato dalla permanenza in barrique nuova di primo passaggio per il 40%, quindi secondo e terzo passaggio in grado di conferire sentore di spezia, liquirizia e sul finire una nota leggermente balsamica.
Della linea Salentop l' “Orfeo” Negroamaro Puglia IGP 2023, più ampio e profondo, presenta sentori di frutta rossa anche cotta e un che di quasi salato. Vino originale con un gusto di pepe tipico del vitigno, qualche nota di tostatura, ingentilito dal legno francese che però è stato dosato per non renderlo troppo vanigliato. Infine il “Giunonico” Primitivo di Manduria Doc 2017, che presenta ancora una grande bevibilità, con note di frutto rosso appena dolce e fiore.
Sono vini strutturati che però hanno una loro leggerezza e personalità, pur nella riconoscibilità varietale. Si sente la mano perché i terreni della Valle d’Itria sono prevalentemente pietrosi, relativamente povera. Anche la scelta dell’allevamento ad alberello è vincente, qualche volta assimilato ad una spalliera sui generis per favorire la raccolta.