Nel 1979, ultimo suo anno di vita, di fatto Demetrio Stratos aveva lasciato gli Area/International Popular Group, la formazione in cui militava ormai da sei anni, con l’intenzione di dedicarsi interamente alla sua carriera solista, alle sperimentazioni vocali, alla musica contemporanea più che al pop, al rock e al jazz, generi a cui aveva dedicato buona parte della sua precedente carriera. Nell’articolo recentemente pubblicato su questa testata - e accessibile qui - si è parlato del suo avvicinamento al Teatro dell’Elfo, per cui lavorò alle musiche dello spettacolo “Satyricon” con la regia di Gabriele Salvatores e della ultima performance tenutasi proprio nella sala di Via Ciro Menotti, allora sede appunto dell’Elfo. Di quel concerto esiste da tempo una testimonianza discografica, mentre delle musiche dello spettacolo sono stati recuperati e restaurati i nastri in tempi recenti e da poco pubblicati dall’etichetta Die Schachtel.
Subito dopo queste esperienze, Demetrio Stratos si ammalò e morì, nel giugno di quell’anno. Gli Area suonarono, in versione solo strumentale, al grande concerto in sua memoria all’Arena di Milano cui prese parte il meglio dei musicisti di quegli anni (gruppi rock e jazz, cantautori, ecc.). Fu una giornata triste ma davvero emozionante, di cui pure esiste una testimonianza discografica, il doppio cd “1979 Il concerto”. Ma cosa è successo agli Area da allora in poi? Abbiamo chiesto a Patrizio Fariselli, tastierista del gruppo originario ed ora titolare della formazione Area Open Project, di ricostruirlo per noi. "Gli Area - racconta Fariselli - hanno continuato a suonare e ad incidere per un paio d’anni, soprattutto in ambito jazzistico. In qualche modo ci siamo dedicati ad un aspetto della musica del gruppo che ci sembrava di avere un po’ trascurato. Eravamo rimasti in trio, Ares Tavolazzi, Giulio Capiozzo ed io. L’album 'Tic&Tac' del 1980 fu quasi interamente strumentale, con qualche ospite, tra cui il sassofonista Larry Nocella. Dopo di che ognuno di noi proseguì per la propria strada seguendo le proprie inclinazioni personali, i propri interessi musicali. Capiozzo formò un gruppo chiamato Area II, di stampo prettamente jazzistico".
Vorrei fare un piccolo passo indietro. Molti considerano gli Area dei primi anni come una creazione di Gianni Sassi, grande imprenditore culturale e uomo di comunicazione, fondatore tra l’altro dell’etichetta discografica Cramps. In realtà il gruppo, e gran parte del repertorio finito poi nel primo album “Arbeit Macht Frei”, del 1973, già esisteva.
"Esatto. Noi incontrammo Sassi quando eravamo ormai maturi per entrare in studio di registrazione. Lui si offrì di pubblicarci e instaurammo un bellissimo rapporto. All’inizio si fece carico anche di alcune cose sostanziali come i testi, di cui esisteva solo una versione in inglese curata da Demetrio. E si occupò dell’immagine del gruppo, a partire dalla grafica delle copertine, essendo lui un art director".
Poi ad un certo punto, nel 1978, gli Area lasciarono la Cramps e pubblicarono l’album "Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!" con l’etichetta Ascolto, da poco creata da Caterina Caselli, per la quale uscì anche il primo album solista di Mauro Pagani, in cui gli Area sono presenti.
"Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!" era un lavoro brillante ma sarebbe stato comunque l’ultimo con Demetrio, il quale aveva l’opportunità di trasferirsi a New York e lavorare con John Cage, artista punta di diamante della ricerca musicale, con cui aveva sviluppato un rapporto privilegiato. Per quanto mi riguarda, dopo il periodo Area per un po’ di tempo ho abbandonato i concerti dal vivo, mi sono dedicato alla composizione scrivendo musica per il cinema, per il teatro, per la danza e per la televisione, che poi registravo in uno studio mio. In seguito, su invito di Giulio Capiozzo abbiamo rimesso in piedi gli Area in trio, con al basso Ares Tavolazzi o Paolino Dalla Porta. Nel 1997 pubblicammo l’album 'Chernobyl 7991', con brani nuovi ma sempre strumentali".
Nel 2000 Capiozzo morì…
"Sì, e io ripresi una mia attività solistica realizzando alcuni dischi, tra cui 'Notturni' nel 2008, per pianoforte ed elettronica. Poi nel 2012 ci fu un reincontro con Paolo Tofani e Ares Tavolazzi e, dopo alcuni concerti con Walter Paoli alla batteria, pubblicammo il doppio cd dal vivo 'Area - Live 2012'. Il materiale proposto comprendeva una parte inedita strumentale e una parte di rivisitazione di brani storici, con ospite la cantante jazz Maria Pia De Vito. Per alcuni anni tenemmo numerosi concerti, anche all’estero: a Londra, a Dublino e poi negli Stati Uniti e in Giappone".
In anni più recenti Tavolazzi ha suonato in trio con Christian Capiozzo (figlio di Giulio) alla batteria e Leo Caligiuri alle tastiere. Hanno anche inciso un disco. E, soprattutto, c’è stata una nuova incarnazione degli Area: gli Area Open Project, che invece ruota attorno proprio a Fariselli.
Èuna formazione aperta ma gravita attorno a questi
musicisti: Walter Paoli alla batteria, Marco Micheli
al basso, Stefano Fariselli ai fiati e Claudia
Tellini alla voce. Un paio d’anni fa abbiamo
partecipato ad una serata in omaggio a Gianni Sassi
al Teatro Lirico di Milano, durante la quale abbiamo
suonato per intero l’album 'Arbeit Macht Frei',
incluse le parti cantate. Quello con Claudia è stato
un incontro importante perché ha la capacità e
l’intelligenza per affrontare il repertorio storico
degli Area, tenendo conto della vocalità di Demetrio
ma al contempo esprimendo la sua."
Ero presente a quel concerto e confermo che Claudia Tellini dimostra una forte personalità interpretativa e di presenza sul palco. Non cerca di imitare Demetrio Stratos ma riesce a non farne sentire la mancanza.
"Proprio per questo io ora sto scrivendo un nuovo lavoro impostato soprattutto su di lei. Sono brani originali che prevedono dei testi, alcuni dei quali scritti da David Riondino e altri da Cristina Bergo. A gennaio uscirà un singolo, dal titolo “La foglia di Murmansk”, e in seguito un album. Il testo del singolo racconta la vera storia della “Mela di Odessa”, già al centro di un brano degli Area anni settanta. Naturalmente sono solo parzialmente canzoni, c’è sempre uno spazio strumentale molto forte. I brani del disco sono tutti inediti ma dal vivo rivisitiamo anche i brani storici degli Area".
Che dire? Restiamo in trepidante attesa di poter ascoltare questo nuovo album. Area forever!