All’inizio del 1979 a Milano la compagnia Teatro dell’Elfo, che aveva già all’attivo diversi spettacoli di successo pur senza avere una propria sede, prese in gestione una sala in Via Ciro Menotti che aveva fino a allora ospitato un cinema. La prima rappresentazione allestita fu “Satyricon”, con testo di Ferdinando Bruni da Petronio e regia di Gabriele Salvatores. La “colonna sonora” dello spettacolo venne affidata a Demetrio Stratos, cantante e tastierista degli Area che aveva già intrapreso una sua carriera solista imperniata sulla sperimentazione vocale. La scenografia dello spettacolo, firmata da Thalia Istikopoulou, prevedeva la creazione di un’arena piena di sabbia, circondata da gradinate per il pubblico. E lì Demetrio, in una pausa delle prove, tenne una sua performance, che venne registrata e pubblicata poi su disco col titolo “Concerto all’Elfo”, in cui proponeva le sue diplofonie, triplofonie e flautologie: un lavoro sulla voce davvero unico.
Invece le musiche di scena del “Satyricon”, registrate su nastro magnetico ed utilizzate durante tutte le repliche dello spettacolo, fino a poco più di un anno fa si consideravano perdute. Oggi invece rivivono in un disco pubblicato dall’etichetta Die Schachtel, con titolo “Satyricon ’79”. Il destino volle che, subito dopo il debutto dello spettacolo, Demetrio si ammalasse. Sarebbe morto prematuramente all’età di 33 anni il 13 giugno 1979. Il giorno dopo un grande concerto all’Arena di Milano, organizzato a sostegno delle sue cure in America e a cui aderirono molti musicisti e gruppi di ogni genere musicale, divenne così un omaggio all’uomo e alla sua grande figura d’artista.
Demetrio Stratos era nato, da genitori greci, ad Alessandria d’Egitto, dove trascorse la sua infanzia. Dopo un periodo in collegio a Cipro, nel 1962 approda a Milano dove si stabilisce e frequenta la Facoltà di Architettura. Come musicista si afferma nel gruppo I Ribelli, riscuotendo un particolare successo personale cantando il brano “Pugni chiusi” (1968). Dal 1972 al 1978 Demetrio è nel gruppo rock/jazz sperimentale Area/International Popular Group, creatosi attorno a Gianni Sassi, grafico, intellettuale e imprenditore culturale, creatore della storica etichetta discografica Cramps. Fin da “Luglio, agosto, settembre (nero)”, brano d’apertura del primo album “Arbeit macht frei” (1973), si percepisce la sua grande personalità di interprete e poi sempre di più anche di autore.
Attivissimi e molto amati dal pubblico, gli Area in quegli anni pubblicarono altri quattro album di studio e due dal vivo, ma già dal 1976 Demetrio dava il via ad una carriera solista con “Metrodora”. Il successivo album “Cantare la voce” è del 1978. Vanno ricordate anche le collaborazioni con Mauro Pagani, con Gaetano Liguori, con il gruppo Carnascialia, per arrivare poi all’incontro con il Teatro dell’Elfo. Abbiamo posto alcune domande a Bruno Stucchi, art director della Die Schachtel, che fu nei primissimi anni Ottanta allievo di grafica di Gianni Sassi. Gli abbiamo chiesto per prima cosa come è stato ritrovato il nastro del “Satyricon”.
"Era conservato - risponde - in un archivio del Teatro dell’Elfo e venne ritrovato solo dopo attenta ricerca a seguito della richiesta dell’Archivio Demetrio Stratos di Palazzo Malagola a Ravenna. La ricostruzione delle tracce presenti sul nastro e la loro digitalizzazione sono state fatte dal Centro di Ricerca Vocale e Sonora Malagola per una mostra organizzata e ospitata nel 2024 appunto dall'Archivio Stratos. Noi della Die Schachtel, saputo di questi file audio inediti e una volta concordata con l’Elfo e con l’Archivio la realizzazione del disco, abbiamo fatto un lavoro di mastering: bilanciamenti, pulizie, ecc... Non è stato possibile però pubblicare la tracklist completa dello spettacolo perché i titolari di alcuni brani non hanno concesso i diritti. La vocalist Joan La Barbara li ha concessi e infatti nel disco c’è. Nel disco è presente Paolo Tofani, chitarrista degli Area, che ha collaborato con Demetrio per le musiche di scena e ne è stato ingegnere del suono".
Qual è a suo avviso il valore di questo lavoro di Demetrio Stratos?
"Questa sua opera apre una finestra su una modalità di lavoro che Stratos avrebbe potuto sviluppare nel suo futuro, se ci fosse stato. Qui dimostra di essere sì uno straordinario interprete, un grande sperimentatore e un vero fenomeno vocale, ma soprattutto di essere un musicista completo, un compositore o , in questo caso, un 'compositore' di mondi, con idee molto precise su quale geografia di suono costruire. I suoi interventi originali sono infatti in dialogo con gli utilizzi di musiche provenienti da altre culture. È un peccato che con la sua morte abbiamo perso la possibilità di vedere dove questo tipo di lavori l’avrebbe portato. Quelli nel disco sono principalmente frammenti legati alle singole scene: non è da ascoltare come un normale album, però il lavoro restituisce in pieno l’idea musicale e di regia sonora che Stratos aveva pensato e realizzato per lo spettacolo. Forse sarebbe stato utile indicare per ogni brano la scena in cui si collocava, ma il copione è emerso dagli archivi dell’Elfo quando ormai eravamo in produzione sia del disco sia della pubblicazione collegata. Non c’è stato il tempo".
La sensazione è che Demetrio si sia seduto lì in mezzo agli Elfi man mano che costruivano lo spettacolo e si sia fatto venire delle idee su cosa inserire negli specifici momenti. Appunto, non solo qualcosa di scritto e interpretato da lui ma anche suoni della natura (come i versi delle iene e il canto delle balene), frammenti etnici (il Genggong di Bali, i violini mongoli, i flauti turchi), di compositori contemporanei (come David Behrman) e artisti dell’etichetta Lovely Music (come Joan La Barbara e Peter Gordon) o ancora dell’amico Paolo Tofani.
"Negli anni Demetrio si era andato costruendo una collezione di documenti audio legati alla sua personale ricerca sulla musica vocale e sulle musiche di tutto il mondo. È da lì che ha attinto per le musiche dello spettacolo. Nella pubblicazione che accompagna il disco è riprodotta una sua lettera programmatica manoscritta, il cui originale è custodito all’Archivio Demetrio Stratos a Ravenna. Demetrio in qualche momento dello spettacolo ha fatto anche cantare alcune attrici, o quanto meno recitare attraverso vocalizzi che lui insegnava loro: Ida Marinelli e Corinna Agustoni sono state guidate da lui nell’emissione vocale in alcune parti della recitazione. Nell’album è presente l’invocazione di una sacerdotessa interpretata dalla Marinelli. Anche per questo si è deciso di affiancare al disco una pubblicazione con molte foto ed interviste a tutti i protagonisti, tra cui la scenografa dello spettacolo Thalia Istikpoulou, amica di Demetrio. Molto interessante il suo racconto, quello di un’artista greca a Milano.
La Die Schachtel, che lei ha fondato assieme a Fabio Carboni, è un’etichetta indipendente dedicata alla documentazione e valorizzazione della musica di ricerca italiana, sia del passato che del presente: dall'avanguardia elettronica alla sperimentazione radicale, dal minimalismo all’improvvisazione.
"Siamo un’etichetta da sempre specializzata nell’avanguardia italiana, sia riscoprendo opere del passato sia documentando la contemporaneità. Abbiamo pubblicato lavori di Alessandra Novaga, di Stefano Pilia (ex-chitarrista degli Afterhours), di Luciano Cilio, uno splendido disco di musica astratta di Sandro Mussida (figlio di Franco), inediti perduti di Alvin Curran e lavori di pionieri della musica elettronica. E ancora abbiamo contribuito alla riscoperta di un artista come Lino Capra Vaccina, pubblicando un suo disco del 1979 che era rimasto praticamente inedito. Pubblichiamo sia in cd che in vinile, ma questo 'Satyricon' è stato pubblicato solo in vinile: non per una posizione nostalgica, semplicemente perché stiamo verificando che, a parte l’eccezione dei grandi nomi popolari, quello dei cd è un mercato che tende a sparire perché sostituito dall’ascolto digitale.
Dove si possono comprare il disco o l’intero cofanetto?
"Su Internet, sul sito bandcamp.com, collegato all’etichetta Die Schachtel, o sul sito soundohm.com, oppure in qualche negozio specializzato come Psycho a Milano".