UNA FORESTA
A VILLALAGO
NEL RICORDO
DI AMARENA

  • redazione
  • 1 NOVEMBRE 2023

“Una foresta per Amarena”: è un progetto promosso da Giovanni Casadei ed Eugenia Salvatore, entrambi pescaresi e amministratori della pagina Facebook “Le Montagne dell’Orso”, progetto che continua ad attirare l’attenzione e il supporto di tanti cittadini, in primis a Villalago (AQ). Il 21 ottobre scorso sono stati piantati 30 alberi di mele, pere e ciliegie in terreni concessi a titolo gratuito dal Comune, nel borgo che si trova all’interno della Riserva Naturale Regionale del Lago di San Domenico e Lago Pio, che confina con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il comitato si è costituito all’inizio del mese scorso, il terreno in questione non è molto distante dalla strada panoramica e dal centro abitato.


(La prima piantumazione a Villalago, il 21 ottobre)


 

“Il comitato è nato per salvaguardare il territorio di Villalago e in ricordo di Amarena, questo l’impulso iniziale” afferma Eugenia Salvatore. “Abbiamo un ottimo rapporto con l’Ente Parco e il Direttore Sammarone è stato presente alla prima piantumazione. Siamo consapevoli che la nostra iniziativa non rappresenta una soluzione al problema dell’orso marsicano, ma vogliamo offrire un contributo. Sappiamo anche che le piante avranno bisogno di anni per crescere e fruttificare, per questo ciascuna di loro è stata protetta da una recinzione che si sviluppa in altezza, sorretta da tre paletti, per evitare che nel frattempo i cervi mangino foglie e germogli.”

“Abbiamo indicato un iban per donazioni libere” prosegue Eugenia “che serviranno all’acquisto delle piante e della recinzione. C’è poi il contributo offerto da Jacopo Lupi, autore del libro 'Mamma Orsa, la favola di Amarena e dei suoi cuccioli a Villalago', con i proventi della vendita del libro. Faremo una seconda piantumazione di altri 30 alberi da frutto il 5 novembre e abbiamo in cantiere un'altra iniziativa: una campagna di sensibilizzazione con i bambini della scuola primaria di Scanno insieme a esperti del settore come Dario Rapino e Daniel Bucci.”


(Le piante recintate)


Creare una fascia - cuscinetto tra bosco e paese per tenere lontano l'orso è una impresa positiva. In tempi remoti si coltivavano campi di granoturco a perdere entro i quali, con piccoli accorgimenti, poteva entrare solo l’orso a mangiare. Un intervento considerato anacronistico. Di certo sarebbe utile far fruttificare le piante esistenti. Esistono anche altre realtà, come l’associazione di promozione sociale “PercOrsi Perduti” di Bisegna, un paese all’interno del Parco, che ogni anno effettuano la potatura degli alberi da frutto già esistenti sul territorio.

“Piantare alberi è positivo ma non risolutivo” ha ribadito il Direttore del Pnalm Luciano Sammarone durante la prima piantumazione, “perché il problema non è la fame.” La sopravvivenza degli orsi dipende da molti fattori che riguardano la sicurezza sulle strade, la presenza di aziende agricole che non seguono una corretta linea di smaltimento lasciando in giro cibo e scarti alimentari, e la mobilità dei plantigradi sul territorio. Dal Pnalm al Parco della Majella i corridoi ecologici funzionano bene attraverso la Riserva Naturale Regionale Monte Genzana. Dei 46 orsi morti dal 2004, in 10 casi non si conoscono le cause; sei sono morti per competizione intraspecifica (lotta tra loro), altri per bracconaggio o avvelenamento, otto per investimento.


(Eugenia Salvatore a Villalago)


Il territorio del Parco è saturo della popolazione di orsi. Per uscire dall’ottica che l'orso marsicano appartenga al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, un ente gestionale che non può correre dappertutto perchè non ha potere d'intervento al di fuori, bisogna tenere a mente che nelle zone esterne esiste un'altra mentalità di cui si pagano le conseguenze. C'è bisogno del coinvolgimento di altri attori, politici e amministrativi, e di una forte campagna di sensibilizzazione per evitare di ripetere situazioni estreme come quelle del Trentino.

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