16 GIUGNO 2023


CUBA, LA CRISI
E IL DIAMANTE
DEL KILOMETRO CERO





foto e testo di ROBERTO ORLANDO


(Il Capitolio, la statua a Jose Martì e ll Teatro Alonso)




Ti ricordi di quella volta che proprio su questi Fogli ti raccontai di quando, appena sbarcato a Siracusa, si scatenò un Medicane, termine di fresco conio divenuto popolare proprio in quell'occasione, che indica un genere specifico di catastrofico evento meteo, ossia l'uragano mediterraneo? Bene, stavolta sono a andato a Cuba e per la prima volta dopo sessant'anni all'Avana è stata annullata la Festa del Primo Maggio. Ora, è pur vero che ho sempre avuto un certo fiuto per le notizie, però insomma così mi sembra di esagerare...

Per tornare alla Festa dei Lavoratori, devo subito chiarire che in realtà è stata posticipata al 5 maggio, in formato ridotto e sul lungomare del Malecòn anziché nella sterminata Plaza de la Revolucion. Perché? Mancava la benzina. Sì, hai capito bene, mancava il carburante per i mezzi che di solito sfilavano in piazza, sotto lo sguardo severo e lungimirante dei ritratti di Fidel e del Che, stilizzati con un agile tratto in bassorilievo che occupa per intero le facciate di due palazzi della pubblica amministrazione. Ma la benzina mancava soprattutto per consentire a tre milioni di cubani (è questo il numero medio dei partecipanti alla festa, mi dicono) di raggiungere il luogo della cerimonia che era comunque già stato spostato sul Malecòn, con vigorosi tagli al cerimoniale in chiave autarchica.


(Coda a un distributore di benzina)


A Cuba si va avanti così da molti mesi: colpa della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia, primo fornitore di petrolio nel Paese caraibico. Il quale in realtà qualche giacimento nel sottosuolo ce l'ha, ma l'estrazione è costosa e la qualità del prodotto non è sufficiente per far marciare tutti i motori dell'isola. Quel poco che si ricava dai pozzi viene pertanto utilizzato per produrre energia elettrica e plastica. E questo spiega le code, anche di chilometri, ai distributori di carburante, dove l'attesa per accaparrarsi qualche litro di benzina può durare anche giorni. Tanto che le famiglie organizzano turni per presidiare l'auto ferma in fila e non perdere il posto. Poi magari arriva un'autobotte, ma non c'è benzina per tutti. E così si aspetta quella dopo, ma mica per fare il pieno: alle auto sono concessi 10 litri per volta, quantità che varia a seconda del tipo di veicolo. Solo i pullman che trasportano i turisti a spasso per l'isola hanno una corsia preferenziale, anzi, distributori riservati, e non restano mai a secco.

Prima di proseguire però ti devo avvertire che il testo che stai leggendo non si può considerare in nessun modo un resoconto giornalistico, ma soltanto un diario di viaggio, con tutti i suoi limiti. Quindi non è oro colato, è un'interpretazione molto personale di quello che ho visto con i miei occhi e che ho ascoltato con le mie orecchie da un numero peraltro molto contenuto di campane. E poi la cosa da tenere in maggior conto è che il mio è un punto di vista "occidentale" e con questo sguardo secondo me molti degli aspetti, soprattutto sociali, di Cuba non si possono "leggere" correttamente: si rischia di banalizzare o, peggio ancora, di fraintendere. Insomma, ti devi un po' accontentare. Al massimo, posso aggiungere che mi è parso molto diffuso un profondo senso di orgoglio nazionale, una grande dignità, una forte capacità di adattamento e di resistenza alle innumerevoli difficoltà quotidiane, nonostante gli effetti di oltre sessant'anni di embargo Usa. Qui lo chiamano più volentieri “blocco” e in effetti mi sembra una definizione più precisa. Però oggi, come leggo qua e là e come alcuni mi hanno confermato a Cuba e non solo, la situazione politica è più complessa e le tensioni sociali, accentuate dal Covid prima e poi dalla guerra in Ucraina, sono sempre più forti. Il Paese è diviso in due e l'opposizione non ha mai avuto così tanto seguito.


(Una venditrice di chiacchiere all'Avana)


Soprattutto i giovani guardano verso l'America: la rivoluzione castrista per molti di loro è un pezzo di storia ammantata di retorica, è un'esperienza vissuta solo nelle sue successive declinazioni che parlano sempre più spesso di condizioni di vita piuttosto complicate, diciamo, per affrontare le quali è necessario soprattutto sapersi arrangiare. E ora che l'inflazione galoppa, e con la svalutazione quotidiana e imprevedibile della moneta unica - il pesos cubano in corso legale dall'agosto 2021 - è diventato tutto più difficile. Infine, ma non ultimi, ci sono gli strascichi della manifestazione di protesta dell'11 luglio 2021, che ha portato in piazza, attraverso il tam tam dei social, centinaia di migliaia di cubani in tutti i centri più importanti dell'isola. Una manifestazione a tratti anche violenta che in 64 anni di regime castrista ha un solo precedente, molto meno clamoroso e limitato all’Avana, nel 1994. Due anni fa invece gli scontri tra manifestanti e polizia sono stati molto duri, tanto che gli organizzatori e un gruppo di giovani manifestanti sono stati condannati fino a 15 anni di carcere. Tanti, anche se le manifestazioni di piazza sono vietate da sempre, così come lo sciopero. E anche se le rivendicazioni erano più che comprensibili: prezzi alle stelle, mancanza di generi di prima necessità, vaccinazioni anti-covid a rilento, stipendi troppo bassi.

Tiene il turismo, che è la principale risorsa economica dell’isola. L’organizzazione è esclusivamente nelle mani dello Stato. E funziona, grazie a un possente slancio organizzativo e programmatico di cui trovo conferma nel nuovo bilancio nazionale: il 35 per cento degli investimenti è destinato proprio al rilancio del settore, mentre soltanto il 2 per cento va alla sanità e ancora meno, l’1,2 per cento, all’istruzione. E tieni conto che lavoro, istruzione e sanità sono stati i primi pilastri della rivoluzione castrista. Con risultati peraltro apprezzabili, o almeno a me sembra così. Ti faccio un esempio: l'istruzione è gratuita fino all'università. Le famiglie degli allievi devono versare un piccolo contributo per le divise scolastiche fino alle superiori. E i corsi universitari sono a numero programmato. Come in Italia, con la differenza che qui la retta nella maggior parte dei casi si paga profumatamente.


(L'Habana vieija)


Il nostro, a dire il vero, era un tour un po’ particolare, organizzato su misura da un sindacalista lombardo di lungo corso, Sergio Fenaroli, proprio per partecipare alla festa internazionale dei lavoratori. Eravamo un gruppo di una quindicina di persone, interessate a vario titolo a scoprire Cuba non soltanto sotto l'aspetto turistico, naturalistico e culturale. Come ti dicevo, alla fine l'obiettivo Primo Maggio è saltato, però le code ai distributori di carburante le abbiamo viste davvero. Se poi associ quest'immagine alla folla di questuanti che assedia gli alberghi dell'Avana per ottenere magari anche soltanto una saponetta o un dentifricio, allora stai sicuro che ti stai già facendo un'idea sbagliata di Cuba. Perché poi invece prevale la dignità, l'inventiva, la fantasia, la propensione all'accoglienza, la voglia di far festa, di cantare, di ballare, di privilegiare i rapporti umani. Di colorare la vita con le tinte vivaci della natura tropicale dell'isola. Nonostante tutto, malgrado tutto.

Però ora basta preamboli. Se vuoi partire alla scoperta dell’isola affidandoti alla mia piccola esperienza ti propongo un fogliettone, o se preferisci un racconto a puntate, un serie tv però per iscritto. Ho trovato una chiave per metterci in viaggio che spero ti piaccia. Vorrei cominciare dal Kilometro Cero. L’abbiamo pure noi e, come sai, si trova in Campidoglio, a Roma. Però noi ormai quando parliamo di km 0 ne facciamo una questione di filiera corta. A Cuba invece non c’è ancora possibilità di fraintendere: è il punto dal quale si misurano tutte le distanze sull’isola e lo segnala la copia di un diamante di 25 carati che fino al 1917 si allocava insieme con altre pietre molto preziose nella montatura aurea della seconda corona dell'ultimo zar di Russia, Nicola II.

Dicono che questo diamante sia stato fonte di sventure per quasi tutti coloro che ci hanno avuto a che fare. A partire dallo zar evidentemente, per proseguire con ministri cubani e comandanti di polizia, gioiellieri turchi caduti in rovina e vigilanti che lo avevano in custodia e se lo erano fatto rubare.


(Edificio alle porte dell'Avana)


Il diamante ora si trova nel caveau del Banco Central de Cuba. C’è pertanto una copia a fare tutto il lavoro al Kilometro Cero. Che si trova sotto la cupola del monumento più rappresentativo dell'Avana, il Capitolio, già sede del Congresso e del Senato della Repubblica, che ora ospita il ministero dell'Ambiente. L'edificio monumentale sembra proprio il Campidoglio di Washington, anche se il progettista, l'architetto cubano Eugenio Raynieri Pedra, al momento dell'inaugurazione nel 1929 spiegò di essersi ispirato al Pantheon di Parigi, quello del pendolo di Foucault. Sul web troverai molte curiosità sul Capitolio. La più suggestiva vuole che la cupola - la cui laminatura d’oro è un recente gentile omaggio della Russia - sia un metro più alta, più lunga e più larga della cugina americana. Ma l'edificio, nel suo complesso, in realtà arriva fino a 92 metri (il Campidoglio di Washington si ferma a 88, almeno adesso) ed è stato per una ventina d'anni il più alto dell'Avana, fino a quando non è stato innalzato il memoriale di Josè Martì, il padre della patria, che con i suoi 142 metri di altezza domina Plaza de La Rivolucion.

Per restare nel reparto record, sotto la cupola del Capitolio si trova pure la Statua della Repubblica, creata dall'italiano Angelo Zanelli. L'opera è composta da tre enormi blocchi di bronzo che vennero fusi a Roma e poi assemblati una volta a destinazione. È la seconda statua al coperto più alta del mondo. Vince questa gara, per una manciata di centimetri oltre i 15 metri, il Budda di Nara, l'antica capitale del Giappone non distante da Kyoto.


(Gli ovotaxi)


Ma davvero - mi chiederai - sei andato fino a Cuba per poter disquisire sull'altezza dei monumenti? No, mi serve per dire che qui è tutto un po' da interpretare, e che ci sono storie sotto e sopra ogni pietra, e che distinguere il vero dal verosimile richiede sempre un certo impegno. Come ai piedi della Statua della Repubblica con il diamante non originale del Kilometro Cero. Ora però usciamo, magari attraversando il Salon de los Pasos Perdidos che si chiama così per le particolari qualità acustiche dell'ambiente. Sembra la Galleria di Diana della Reggia di Venaria, alle porte di Torino, però qui i pavimenti non sono in bianco e nero ma sono decorati con figure ottagonali in marmo di diverso colore. Usciamo, dicevo, però giusto per dire, tanto per dare un punto di partenza simbolico al nostro viaggio. Perché io in realtà nel Capitolio non sono mai entrato: chiuso, cerrado, closed, potevo salire soltanto fino in cima alla prima rampa della monumentale scalinata esterna che conduce al colonnato ai piedi della cupola. Perché se provi a superare il limite una guardia discreta si affaccia sbucando da chissà dove e fa cenno che no, più su non si può. Non mi chiedere perché: non lo so.

Resta il tempo per una foto di gruppo e poi via, si parte. Se ancora non ti sei annoiato giriamo l'angolo e ti mostro il Gran Teatro de La Habana Alicia Alonso. È stato costruito nel 1915 sulle rovine del glorioso Teatro Tacon dove si erano esibiti grandi artisti di tutto il mondo e dove in gioventù aveva lavorato come scenografo il nostro Antonio Meucci, il vero inventore del telefono. Il nuovo Gran Teatro - ora sempre attorniato da uno stormo di Api gialle a forma di uovo che infatti si chiamano ovotaxi - è stato invece palcoscenico di Enrico Caruso, Sarah Bernhardt, Carla Fracci e la stessa Alicia Alonso, amatissima ballerina e coreografa cubana morta quasi centenaria nel 2019.


(Il Capitolio e il Gran Teatro Alonso)


Ah ecco, a proposito, lo sai che i cubani sono tra le popolazioni più longeve al mondo? 79 anni di aspettativa di vita alla nascita, testa a testa con gli Usa (in Italia siamo a 84, quinto posto assoluto).

Il Gran Teatro è in stile neobarocco e sulla facciata principale spiccano quattro gruppi scultorei in marmo bianco, allegoria di Carità, Educazione, Musica e Teatro, che sono opera di un altro italiano, il senese Giuseppe Moretti, altro recordman dell'arte avendo realizzato Vulcan, la più grande statua in ferro del mondo, che si trova a Birmingham, in Alabama.

Ma adesso vieni via, il tempo stringe. Persa la Sala dei Passi Perduti, nessuno mi impedirà una passeggiata nel Paseo Marti, già Paseo del Prado, noto anche come la Rambla dell'Avana. Qui non si può fare a meno di notare, in mezzo a una lunga teoria di facciate un tempo sicuramente degne di nota e ora bisognevoli di cure ricostituenti, che spiccano le torri rosa dell’Hotel Sevilla Biltmore, primo hotel con annesso casinò caduto nelle mani della mafia italo americana, famiglia Trafficante per la precisione. Al Capone quando veniva in visita d’affari all’Avana affittava tutto il sesto piano, così... solo per stare tranquillo. Ora qui c'è un ragazzo a dribblare un avversario immaginario prendendo a calci un pallone che non avevo mai visto prima. È di gommapiuma, mi pare, ed è già bucato di default, anzi è più corretto dire scavato all’interno. Comunque, indistruttibile.


(Il primo hotel della mafia italo americana, il Sevilla Biltmore)


Ho pure la foto, te la mostro... e per ora qui mi fermo.

Però ti invito in un locale dietro l’angolo a bere un Daiquiri, il migliore di Cuba. Non lo dico io che di Daiquiri non mi intendo. Lo diceva l’Ernst più famoso tra noi umili cronisti: l’ineguagliabile Hemingway...

(1 - continua)






ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI FOGLIEVIAGGI


© Tutti i diritti riservati




ritorna
Foglieviaggi è un blog aperto che viene aggiornato senza alcuna periodicità e non rappresenta una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le immagini presenti sul sito www.foglieviaggi.cloud provengono da internet, da concessioni private o da utilizzo con licenza Creative Commons.
Le immagini possono essere eliminate se gli autori o i soggetti raffigurati sono contrari alla pubblicazione: inviare la richiesta tramite e-mail a postmaster@foglieviaggi.cloud.
© foglieviaggi ™ — tutti i diritti riservati «all rights reserved»