PONTI E LAGHETTI
IN ALTO ADIGE
IL PARADISO
DELLE ORCHIDEE

Un variopinto esercito di venticinquemila specie e migliaia di ibridi, super adattabili e con una capacità evolutiva straordinaria. Le grandi amiche di Nero Wolfe (ricordate il vecchio detective uscito dalla penna di Rex Stout nel 1934 nonché protagonista di uno sceneggiato tv degli anni Settanta?) sono dappertutto, tranne che in Antartide e in alcuni deserti asiatici davvero troppo aridi per i loro petali. Sottobosco e umidità le rendono splendenti, eppure nonostante la loro fragilità negli ultimi anni hanno conquistato una bella fetta di mercato in Europa e moltissimi angoli accanto alle nostre finestre. C’è un posto per le orchidee ovunque, insomma, ma in Italia Phalaenopsis (e sorelle) sono addirittura diventate protagoniste di un parco didattico che vale la pena ricordare. Si trova in Alto Adige (ad appena dieci chilometri da Merano e al doppio da Bolzano), precisamente a Gargazzone, comune (Gargazon) che sembra prendere il nome dal verbo tedesco “gorgogliare”. Sarà per via di una piscina naturale e un’area idrica di quasi 2.000 metri quadrati tra le case? Chissà.



Per certo il paradiso delle orchidee nasce da un’idea spuntata nella testa di Walt Raffeiner, 69 anni, altoatesino, già con azienda florovivaistica in Puglia dedicata alle piante mediterranee e una passione autentica per i viaggi, i Tropici, l’Asia e le coloratissime figlie della famiglia Asparagales. Forte del suo bagaglio botanico e della sua intuizione, Walt compra nel 2006 a Gargazzone un bel po’ di terra per concretizzare il suo progetto. Dopo di che comincia a girare per il mondo in cerca di radici di orchidee, talee e ibridi da mettere in valigia e poi moltiplicare (e ovviamente vendere) in Alto Adige. La raccolta è complicata dalla non conoscenza delle lingue orientali e non, tanto che via via deve chiedere aiuto ai consolati per le traduzioni tecniche sulla coltivazione delle sue protette. Così Walt mette insieme un discreto campione per avviare un laboratorio (ora diretto dalla figlia Barbara), per pianificare la commercializzazione delle piante (qualche anno più tardi) e cominciare a gettare le basi del Raffeiner Orchideenwelt.



Oggi il parco (Via Nazionale 26, tel. 0471. 920218) è un’oasi tropicale aperta alla passeggiata tutto l’anno, amatissima dai bambini e apprezzata da chiunque capiti qui anche in autunno. Soprattutto tedeschi e svizzeri, assai meno presenti - a detta dello staff - i nostri connazionali. Eppure il mega parcheggio garantisce l’accoglienza alle auto che da Bolzano scendono lungo l’autostrada, c’è un bistrò dove mangiare e un’area didattica annunciata da gigantesche Phalaenopsis di plastica (genere Gardland) all’ingresso che catturano subito l’interesse dei ragazzini. E una volta dentro: laghetti in cui nuotano le carpe Koi, nugoli di farfalle variopinte, un ponte, cascatelle, alberi e giochi d'acqua fanno da contrappunto ai sentieri e ai diversi habitat ricreati per il massimo bene delle 150 specie di fiori che qui hanno trovato casa. Orchidee all’ennesima potenza: alcune pendono mollemente dai rami, altre sbucano da reti pensili con i loro peduncoli vellutati e molte ancora si sporgono dalle nicchie bagnate delle serre. Sembra abbia piovuto. Il caldo, a tratti, è quasi insopportabile e l’umidità ricorda quella di Hong Kong in ogni stagione, eppure la camminata stupisce anche i “pollici neri”.



La giungla - o meglio la sua riproduzione in scala - è lì a portata di mani cittadine. E qualche centinaio di metri oltre le grandi foglie (di banano?), lo stagno invita all'assoluto relax prima dell’eventuale shopping verde all’uscita. Vasi trasparenti, concime, pacciame, corteccia, forbici per recidere, fiale per nutrire. Comprare qui è una tentazione, ma curiosare lo è ancora di più. E se non sapete nulla del fantastico mondo dell’Odontia, della Burrageara, della Colmanara e della Brassia, fermatevi un attimo (e informatevi) in quelle che si chiamano “stazioni” con i cartelloni interattivi che offrono approfondimenti. I figli piccoli saranno occupati nel percorso avventura con ponte a filo d'acqua e non è escluso incontrare qualcuno che ha scelto il Raffeiner per un servizio fotografico romantico o un meeting di lavoro davanti al caffè. Ci si può perfino sposare tra le Cattleya, volendo. Tuttavia se non siete pronti a tanto limitatevi ad acquistare il biglietto d’ingresso per il parco. L’esperienza è a tinte forti, comunque.

(www.raffeiner.net/it)

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