FEMINISM
UN SALOTTO
APERTO
SULLA PAROLA

Segue dibattito... È forse proprio qui la chiave della scrittura delle donne: un lavoro che resta collettivo, che non si esaurisce nella parola scritta.

Come nei “vecchi” cineforum che sembravano abbandonati dalla storia, Feminism 7, Fiera del Libro delle Donne (alla Casa delle Donne di Roma, quattro giorni fittissimi dall’1 al 4 marzo) è un salotto aperto sulla parola. La parola come vita. Le donne scrivono, scrivono, scrivono: 70 le case editrici in Fiera, e più di 100 le autrici coinvolte con le loro opere, e con loro coordinatrici, ospiti, interlocutrici.


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Numeri seri. Orientarsi non è facilissimo, anche se la linea guida è dettata: "Abitare le relazioni: corpi, ambienti, città". C’è lo spazio per approfondire temi femministi ma anche per guardare la società intera dalla parte delle donne, a partire dalle carceri – con presentazioni di libri e dialoghi tra donne che si confrontano quotidianamente con il mondo della detenzione minorile – o un focus su Roma, sempre attraverso libri e tavole rotonde, "Ripensare un habitat comune. Sulle orme di Mariella Gramaglia".



Gramaglia, giornalista, saggista e politica, ha lasciato infatti un'impronta indelebile, il suo impegno concreto a favore della cittadinanza ha plasmato il piano dei tempi e degli orari, dando vita al call center del Comune e promuovendo esperienze come le banche del tempo.



C’è la memoria di quelle che non ci sono più, Bianca Maria Pomeranzi – presenza tanto importante nel femminismo romano e internazionale, col Cedaw - e Simonetta Robiony – tra le fondatrici di SeNonOraQuando e partecipe dell’associazione GiULiA giornaliste: perché le donne non dimenticano le donne, in una società che tende sempre a cancellarle.



C’è la Storia (una giornata intitolata a Elsa Morante per discutere di scuola come agenzia di socializzazione primaria) e la storia di oggi, tra mafia e emergenze internazionali, raccontate da giornaliste. C’è, è nelle cose, una giornata dedicata alla discussione sulla violenza di genere, in cui si discuterà della necessità di ridefinire il ruolo dell'informazione e coinvolgere uomini come agenti di cambiamento.

Quattro giornate che sembrano cento, tra i giardini e le sale del Buon Pastore, Casa delle Donne e per le donne. Ma non solo.

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