TREE CLIMBING
CURARE
GLI ALBERI
DALLA CHIOMA

Tree climbing. L’anglicismo è di facile interpretazione. Letteralmente è l’arrampicata sugli alberi, la forma di scalata più primordiale. Senza scomodare Darwin, i ricordi infantili di salite sugli alberi in un bosco o in un giardino sono memorie preziose. Ma non si tratta di questo. È un insieme di tecniche di lavoro, impiegate nelle operazioni di potatura, abbattimento o ancoraggio di piante d'alto e medio fusto. Si accede alla chioma dell’albero spostandosi da un ramo all’altro in sicurezza. Un lavoro in quota con funi e imbraghi, alternativa ecosostenibile e economica all’uso di autogru o piattaforme.

La tecnica nasce negli Stati Uniti all’inizio del ‘900, un po' come attività ricreativa un po' per professione. In America è stato usato anche come forma di protesta ambientalista in difesa di sequoie millenarie nella foresta di Headwaters, California. Una giovane donna, Julia Hill ribattezzata Julia Butterfly, paladina della difesa dell’ambiente, nel 1997 prese il suo zaino e si arrampicò su una sequoia di circa 1500 anni, su una piccola piattaforma di un metro per due, a 55 metri dal suolo. Solo dopo 738 giorni scese dall’albero, quando l’abbattimento della sequoia fu sospeso.

In seguito si diffuse in Europa; in Italia è stata introdotta nei primi anni ’80.

Chi si arrampica è vincolato a una corda doppia ancorata alla pianta, più in alto possibile, e opera sui tagli a mano o con le motoseghe.


(Cordini e motosega su pianta - foto Arbor Tree Climbing)


Le corde vengono installate da terra mediante il lancio a mano di sacchetti da lancio, del peso di 250-400 gr., o mediante fionde di grosse dimensioni, collegati a un cordino (il sagolino) di piccolo diametro. Al sagolino viene annodata la corda che servirà alla sicurezza dell'operatore.


(Sagolino da lancio Marlow Throwline)


Non avrei mai pensato di dover usufruire di tree-climbers fino all’arrivo del bostrico nell’abete del giardino di casa, a L’Aquila, in Abruzzo: lo stesso che ha infestato i boschi del Triveneto dopo la tempesta Vaia. Siamo abbastanza lontani dal nord Italia e non ho un bosco. Ma l’insetto si è inserito in un punto preciso della corteccia, mi verrà spiegato dopo.


(L'apertura della corteccia in cui è entrato il bostrico)


Nell’arco di una stagione, l’albero ha iniziato a ingiallirsi e a perdere gli aghi. Era diventato una presenza incombente e pericolosa che mostrava l’opera finale del coleottero tipografo, dopo che aveva succhiato tutta la linfa. Un bel problema da risolvere considerata l’altezza (20 mt) e la posizione della pianta. Non c’era possibilità di raggiungerla se non con un cestello meccanico per il quale però - costi a parte - non c’era lo spazio necessario d'accesso.


(L'abete essiccato dal bostrico)


E’ stata l’occasione per conoscere da vicino un intervento di tree-climbing. Queste attività sono svolte da pochi in Italia. Si trovano principalmente al nord e in Campania, dove i giardini sono tra le case e non c’è spazio per mezzi meccanici. In Abruzzo ci sono solo due aziende: una a Guardiagrele (Chieti) e l’altra a L'Aquila, 'Arbor Tree Climbing' di Andrea e Diego.


(Andrea e Diego alla fine del taglio dell'abete)


“È chiaro che boscaioli e contadini si sono sempre arrampicati sulle piante anche da questa parte dell’oceano” spiega Andrea, appunto “e che non basta essere bravi scalatori di piante; la parte dell’arrampicata è solo una delle componenti del tree-climbing. Ci sono protocolli di intervento che prevedono corsi di formazione specifici da seguire (D.Lgs81/08 art.116) regolati da norme condivise con il collegio delle guide alpine, che li ha implementati con le peculiarità del mondo dell’alpinismo; servono poi i titoli di specializzazione nel campo dell’arboricoltura ornamentale (corsi di potatura superiori a 200 ore e/o diploma di perito agrario equipollenti). Insomma, conoscere la struttura della pianta per ispezionare l’albero nella maniera più consona e potare i rami nella posizione più idonea per un taglio corretto. Un lavoro che si fa in due, l’unità di base d’intervento. Purtroppo non esiste una legislazione nazionale o un albo professionale e ogni regione si organizza autonomamente. Siamo un’Associazione Sportiva Dilettantistica. Nell’ultimo mese” prosegue Andrea “siamo stati chiamati in centro città, a L’Aquila, per vari interventi di abbattimento di piante a causa del bostrico. Probabilmente la grossa quantità di legname prodotto in Trentino e in Veneto a seguito della tempesta Vaia (2018) arrivato anche a l'Aquila dove la ricostruzione post sisma continua ormai da 15 anni, ha consentito al bostrico di introdursi tramite il legname da costruzione, che di solito è proprio abete. Ma è solo un’ipotesi. Certo è che non avevamo mai avuto il bostrico in Abruzzo.”

Il ragionamento ha una sua coerenza dato che il ciclo naturale dell’insetto va dai 3 ai 5 anni e dipende dalle condizioni climatiche. Quindi il 2023 dovrebbe essere l’anno apicale.

Il tree-climbing è diventato una disciplina sportiva, con tanto di Campionati Italiani, dal 1995. Consiste in tre prove di arrampicata in pianta, a tempo e di precisione: il lancio del sagolino (il passaggio della fune da un ramo all’altro imitando una risalita); il recupero del ferito (la simulazione del recupero di un collega in pericolo) e la prova di velocità di salita e svolgimento del lavoro di potatura e sistemazione della pianta.

Il primo libro che racconta la breve storia del tree-climbing italiano è “Arrampicare gli alberi” di Luca Vitali, in cui vengono ricostruiti vent’anni di storia della rivoluzione dell'arboricoltura in Italia, dalle manovre in pianta alle tecniche di potatura, alla nuova gestione del verde urbano, alle nuove filosofie ambientaliste.

E come dicono loro, affidiamoci a chi è del “ramo”...

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