Carlo Collodi, ai suoi tempi, con Pinocchio (1883) aveva capito tutto. Da una parte, c’erano le bugie: “Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo”. Dall’altra, le fake news, fabbricate ad arte per ingannare. Quelle del Gatto e della Volpe, per intenderci, che raccontano al malcapitato che se pianterà i suoi quattro zecchini d’oro nel campo dei miracoli avrà un albero carico di monete.
Le bugie a basso potenziale dannoso, le fake news ad alto, altissimo potenziale, perché capaci di occupare tutto il terreno della realtà.

In tempi di fake news dilaganti, all’Università Statale di Milano s’è acceso un lume, per far chiarezza. Merito di tre studiosi - Clotilde Calabi, Anna Ichino e Paolo Spinicci – che hanno realizzato la mostra “Complottismo, fake news e altre trappole mentali” al Museo della Filosofia nato presso l’ateneo nel 2019. Unico in Italia. Iniziativa più che tempestiva, se è vero, come ha scritto Forbes, che “i deepfake stanno per devastare la società” perché in un futuro molto prossimo potrebbero “distorcere il discorso democratico, manipolare le elezioni erodendo la fiducia nelle istituzioni, pregiudicare la sicurezza pubblica”.
Il titolo della mostra è impegnativo, oltre che suggestivo. Ma niente paura: non si tratta di una cosa pesante, per addetti ai lavori. Anzi. L’obiettivo è di individuare i meccanismi cognitivi e sociali che stanno alla base del radicamento e della diffusione di informazioni distorte e tendenti all’affermarsi di teorie pericolose per la democrazia. Alla base c’è un dato di fatto: nonostante siamo poco disposti ad ammetterlo, siamo meno razionali di quanto ci illudiamo. E allora, come possiamo difenderci?

La mostra, che cerca di tenersi il più possibile lontana dal linguaggio accademico, punta su una forma di divulgazione semplice e divertente. Si gioca, da soli o a squadre. Per esempio, a costruire in proprio una teoria del complotto nella “Cucina complottista”, una delle sezioni che la compongono. Poi si impara a fare gli influencer su Glitter, un gemello di Twitter. Nel “Bosco complottista” alcuni cartoni animati spiegano nel modo più semplice i meccanismi dei complotti e della diffusione di notizie distorte. Ci sono anche giochi enigmistici sul tema.
Molto fornita la “Biblioteca complottista”. Si va dai “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni a “Vagabondaggio” di Giovanni Verga; dalla “Guerra del Peloponneso” di Tucidide al “Cimitero di Praga” di Umberto Eco; dal “Complotto contro l’America” di Philip Roth ai “Protocolli dei Savi di Sion” di Wolfgang Benz. Tutti i testi sono presentati da schede molto accurate, semplici (a parte l’uso di un termine come “ucronia” a proposito di Roth, riservato a pochi) che spiegano il loro legame con il tema centrale della mostra.
Informarsi per combattere la disinformazione: più che mai necessario, soprattutto in tempi come gli attuali, data l’irruzione dell’Intelligenza artificiale nel campo incerto del reale. Una mostra come questa aiuta moltissimo, e per questo è davvero consigliabile e stimolante metterci il naso. Si verrà accompagnati e guidati dagli stessi giovani autori nei giochi e in un percorso parecchio distante dal pensiero paludato, nonostante l’ambiente accademico che ospita le nuove stanze del Museo.

La mostra sulle trappole mentali del complottismo è la seconda, dopo quella che nel 2019 inaugurò il Museo. La sfida, allora, fu di capire se fosse possibile costruire per la filosofia un museo come quelli dedicati alla scienza. Nessuna città più in grado di Milano, che ospita un Museo della scienza conosciuto nel mondo, per un’impresa del genere. Nessuna Università più adatta della Statale. Questa seconda mostra lo conferma.
(“Complottismo, fake news e altre trappole
mentali”
Università statale, via Festa del perdono 7 –
Milano
Salette dell’Aula Magna
Accesso gratuito
Dal 5 al 22 febbraio 2024, dal lunedì al
venerdì, nei seguenti orari: 9-13.30 (accesso
riservato alle Scuole previa prenotazione);
14-19.30 (accesso libero).
https://museodellafilosofia.unimi.it/