“Vorrei, caro Pasquale, che con la comprensione tua solita e il tuo innato amore per il teatro, tu considerassi il mio scenografo Bruno Garofalo come me stesso”.
È il dicembre del 1970, ed Eduardo De Filippo scrive una puntigliosa lettera a Pasquale Di Costanzo, Sovrintendente del Teatro San Carlo, per mettere le mani avanti rispetto all’allestimento di 'Napoli Milionaria' affidato in sua assenza a Bruno Garofalo, “persona che mi rappresenta in questa occasione”.

Basterebbero queste poche parole per capire quale legame di stima e collaborazione intercorresse tra il grande artista e uno dei suoi più fidi e duraturi collaboratori, quel Bruno Garofalo scenografo che oggi è protagonista della mostra “I miei colori per Eduardo” allestita dalla Fondazione De Filippo nella sua sede di via Vittoria Colonna a Napoli.

Ma come a volte accade nel teatro, anche per questa mostra è tutto un gioco di specchi e di rimandi. Nell’anno in cui ricorrono il 40° anniversario della morte di Eduardo e i 70 anni dalla riapertura del suo teatro San Ferdinando, la mostra dei lavori realizzati da Bruno Garofalo per la messa in scena delle opere di Eduardo e poi di Luca De Filippo è un continuo rimbalzo di memoria e riconoscenza, sublimate nell’etica del lavoro sulle tavole del palcoscenico, che fa venire brividi di ammirazione pure a chi il teatro lo frequenta solo da spettatore.

Al primo piano del bel Palazzo Scarpetta, dove ha appunto sede la Fondazione De Filippo, presieduta da Tommaso, figlio di Luca, si viene accolti da un’anticamera dove troneggia una ricostruzione del botteghino del San Ferdinando, mentre alle pareti ci sono le locandine degli spettacoli che con la sua compagnia Eduardo portava in giro per l’Italia e il mondo: 'Na Santarella', 'Questi fantasmi!', 'Sabato, domenica e lunedì…'

E poi si entra nel salone che accoglie le “reliquie”. Bozzetti, costumi, attrezzi di scena, pezzi di scenografia, teli e colori… tutti materiali faticosamente recuperati grazie al lavoro di Francesca, Matteo e Claudio Garofalo, a vario titolo curatori della mostra, introdotta da un interessante e imperdibile video in cui lo stesso Garofalo e altri “sopravvissuti” rievocano quel clima di serietà e passione con cui Eduardo, “maestro di professione e di vita”, seguiva la realizzazione materiale dell’attrezzeria di scena.

Scorrono i volti e le parole di Antonio Fioretto, direttore di scena, che ricorda il rapporto “affettivo e costruttivo” tra regista e scenografo e l’entusiasmo di Eduardo nel seguire il lavoro anche materiale, non solo ideativo, di Garofalo nella realizzazione degli oggetti di scena.

Le testimonianze degli attori Angela Pagano (“Erano due persone fuse in una sola persona… Eduardo è stato l’Accademia di Bruno, e anche la mia”) e Tommaso Bianco (“Bruno lavorava da professionista bravissimo, semplice, che non si limitava a fare i bozzetti”) o dello scenotecnico Rosario Imparato (“Un laboratorio è il cuore pulsante del teatro, e nel suo San Ferdinando Eduardo aveva voluto destinare l’ultimo piano a laboratorio di scenotecnica”) concordano nel rievocare con quale serietà e passione si lavorasse dietro le quinte.

“Questa mostra è un atto d’amore, una dedica allo spirito e all’essenza di quel grande maestro che fu Eduardo”, esordisce Garofalo nel video, subito facendo un passo indietro rispetto a Eduardo.

A conferma che solo un grande maestro sa far crescere grandi allievi, torna quella lezione di umiltà applicabile al teatro come alla vita, per la quale si va avanti un passo alla volta, nel rispetto dei ruoli ma insieme.

E torna pure in mente la frase con cui Eduardo termina la dedica a un altro suo sodale, il macchinista e capomastro Peppino Mercurio, che aveva ricostruito il palcoscenico del teatro San Ferdinando distrutto dai bombardamenti nel 1943: “Tavola tavola, chiodo chiodo”.
“I miei colori per Eduardo”
di Bruno Garofalo
Testimonianze, disegni e realizzazioni di Bruno Garofalo per il teatro dei De Filippo
a cura di Francesca Garofalo
dal 15 gennaio all’8 marzo 2024, dalle ore 10:00 alle ore 14:00
Palazzo Scarpetta – Napoli, via Vittoria Colonna 4
ingresso gratuito