IN RAI L'ABRUZZO
TERRA DI SERPENTI

  • 9 SETTEMBRE 2025

La sera di martedì 9 settembre RAI2 porta nelle case la terza edizione de 'La Notte dei serpenti', un concerto ideato e diretto dal Maestro Enrico Melozzi, che racconta l'Abruzzo attraverso la sua musica. Sul palco giovani artisti e grandi star dello showbiz rileggono la tradizione in chiave contemporanea; sotto il palco, cori folcloristici danno voce all'anima popolare. Due mondi a confronto per divulgare la cultura di una delle regioni più belle e meno conosciute d'Italia.



Ma cosa c’entrano i serpenti con la musica e la cultura della regione che canta “Vola vola lu cardillo”? Da alcuni anni in Italia si sente parlare di orsi in un modo spesso inappropriato: per quanto riguarda l’Abruzzo, ciò segnala il rapporto millenario che le popolazioni di questa area al centro d’Italia, protagonista di una forte antropizzazione degli Appennini, hanno con la fauna selvatica che popola il territorio.

Protagonista centrale del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, la cultura abruzzese racconta storie di convivenza tra uomo e natura ed esperienze borderline con l’addomesticamento di animali selvatici di specie che altrove sono considerate estranee e spaventose. Orsi, lupi, cervi, serpenti sono in molte aree dell’Appennino abruzzese animali con i quali condividere spazi e tempo, presenze quotidiane con le quali si nasce e convive, con l'ancestrale consapevolezza che facciamo parte di un sistema complesso, nel quale ogni specie ha il suo ruolo imprescindibile.



Chiunque abbia visitato le aree urbanizzate del Parco sa che a Civitella Alfedena e Villetta Barrea è normale incontrare cervi di ogni genere ed età; che nella stagione degli accoppiamenti, girando nelle stradine dei borghi, si può ascoltare il bramito dei cervi che richiamano le femmine; che percorrendo in auto le strade di paese, ci si imbatte in famigliole e singoli dalle grandi corna.



Più fortunosi sono gli incontri con orsi e lupi, ma certamente unico è il rapporto che gli abitanti del borgo di Cocullo hanno con i serpenti, che siano cervoni, biacchi o saettoni. Una tradizione il cui inizio si perde nel tempo, e che vede gli uomini del paese a caccia di rettili per rendere omaggio al santo patrono Domenico. Gli animali vengono accuditi in casa fino al giorno della festa patronale, quando i cervoni andranno in processione sulla statua del Santo. Un’usanza che ha suscitato le ire degli animalisti, provocando una modifica nell’iter tradizionale, nel quale è stata inserita una visita obbligatoria delle serpi catturate presso una commissione di veterinari erpetologi, a tutela dell’animale che verrà restituito allo stato brado al termine dell’annuale cerimonia. La fama internazionale dell' usanza ha conquistato ai serpenti un posto identitario nell’immaginario collettivo del popolo abruzzese: ecco perchè la manifestazione musicale, nata per divulgare la cultura di una ancora poco conosciuta regione d’Italia, viene iconicamente intitolata ai serpenti.

(testo e foto di Olimpia De Simone)

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