JUVENTUS
LA DEBACLE
DELLA RAZZA
PADRONA

(Immagine da Juventus.com)

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Anche i sondaggi la danno in declino. La Juve è sempre la squadra con più tifosi e quella più “distribuita” su tutto il territorio della penisola, ma nell’ultimo anno ha visto calare i consensi: dal 32% al 28%. Si abbassa anche la base dei tifosi del Milan. Mentre Inter, Napoli e Roma confermano o vedono crescere gli aficionados. Questo era il succo di una indagine condotta da Demos per Repubblica una settimana fa circa. Il tifo oscilla anche a seconda dei risultati, è evidente. E quelli della Juve sono disastrosi. Con grande godimento di quell’altra parte d’Italia che non sopporta i bianconeri, il casato degli Agnelli e la Jeep. Il melodramma Juventus pare senza fine: via Tudor arriverà Spalletti in cerca di rivincita dopo la brutta parentesi con la nazionale. In caso di mancato accordo, Palladino o Mancini. A tamponare la situazione contro l'Udinese in panchina andrà Massimo Brambilla, tecnico delle giovanili. La società ha scelto la via più facile, cacciare l'allenatore a cui aveva rinnovato la fiducia solo pochi mesi fa, sia pure attraverso mille dubbi.


(Igor Tudor)


È il quinto tecnico che salta in cinque anni: Sarri, Pirlo, Allegri, Thiago Motta e Tudor. Avanti un altro. D’altro canto i numeri sono spietati: Yildiz e compagni non vincono dal 13 settembre (4-3 all’Inter), poi 5 pareggi consecutivi e 3 sconfitte; la vittoria manca da 8 gare e da 4 non si è visto un gol. In 11 partite hanno preso 15 gol. In campionato hanno vinto 3 partite, ne hanno pareggiate altrettante e ne hanno perse 2. Hanno fatto 9 gol e ne hanno subiti 8. In classifica la Juve è ottava con 12 punti, Napoli e Roma sono avanti di 6 punti. In Champions hanno pareggiato due partite e persa una. Bisognerebbe cominciare a cacciare anche un po’ di dirigenti, i top manager, come dicono quelli che parlano bene. Le ultime campagne acquisti sono costate circa 300 milioni di euro. Più del Real Madrid. Per prendere mezze tacche. Douglas Luiz, tanto per fare un nome a caso, ora al Nottingham Forest, è stato un flop da 50 milioni di euro. Thiago Motta lo ha fatto giocare pochissimo e Tudor anche di meno. Hanno calcolato (la Gazzetta dello Sport) che, per quello che si è visto in campo, il regista brasiliano sia costato 700 mila euro a partita. Guido Vaciago che dirige Tuttosport, il quotidiano sportivo torinese, è andato giù duro nel suo editoriale dopo la sconfitta contro la Lazio, calcolando addirittura le commissioni: "Quest’estate sono stati spesi 12,5 milioni di commissioni per prendere Jonathan David… 46 per prendere Openda, 40 per prendere Conceiçao, 14 per Zhegrova (che non giocava da nove mesi e continua a non giocare) 12 milioni per Joao Mario".


(Luciano Spalletti)


La grande depressione Juve è un aggrovigliarsi di presuntuosa arroganza e finanza allegra (l’acquisto di Vlahovic tra i 75 e gli 80 milioni, giusto per citare un altro caso, e 12 milioni netti a stagione a lui, senza sapere poi che farsene). Più l’incapacità di valutare i calciatori. Hanno comprato 17 giocatori in due anni. Senza procacciarsi un vero regista, un direttore d’orchestra, uno alla Pirlo o alla Modric, che sapesse spezzare il gioco avversario e illuminare quello della propria squadra. L’anno scorso si dava addosso a Cristiano Giuntoli che aveva portato frettolosamente Thiago Motta alla Continassa e una serie di giocatori modesti ma pompati da quella parte della stampa sempre servizievole. Per il buon lavoro fatto hanno dato 850 mila euro di buonuscita a Giuntoli. La Juve non bada a spese per la sua classe dirigente, per la quale ha investito 5,7 milioni nel 2024/25 e 5,8 milioni nel 2023/24. Damien Comolli , il direttore generale, ha avuto un bonus di 950 mila euro quando ha firmato il contratto solo quattro mesi fa, a giugno. Il 7 novembre ci sarà l’Assemblea generale che ratificherà il nuovo Cda e l’irresistibile ascesa di Comolli, che verrà nominato amministratore delegato al posto di Maurizio Scanavino a termine mandato. Comolli alla Juve e Vasseur alla Ferrari, la via francese di John Elkann sembra produrre per adesso soltanto delle Waterloo. Pagate due spiccioli.


(Lazio-Juventus)


Lascerà anche Giorgio Chiellini, il suo futuro da dirigente pare essere in Federcalcio. Intanto l’Uefa ha aperto un procedimento perché la società torinese non avrebbe rispettato i parametri finanziari, il cosiddetto fair play che è un po’ come la famosa pelle di certe appendici maschili. Soltanto cinque anni fa la Juve chiudeva quel ciclo unico dei nove scudetti consecutivi, dal 2012 al 2020, e delle due finali di Champions con le spagnole, entrambe perse (2015 con il Barcellona: 3-1; 2017 con il Real Madrid: 4-1). In serie A una egemonia feroce, opprimente per gli avversari, felice per il club e i suoi tifosi. Poi vennero Cristiano Ronaldo e quella rovesciata allo Stadium. Il pubblico juventino scattò in piedi per applaudire la prodezza davvero straordinaria del portoghese del Real. Andrea Agnelli decise che CR7 doveva essere della Juve ad ogni costo, avrebbe consentito ai bianconeri di vincere la Champions e di rompere l’egemonia anglo- spagnola. Non fu così. Costò 31 milioni netti a stagione e l’addio di Beppe Marotta. Da lì in poi sulla Juve si abbatterono errori, magagne e mazzate: il colpo di mano della Superlega, il falso in bilancio, le dimissioni e la penalizzazione. La beffa è stata che Ronaldo ha fatto causa al club per un altro bel malloppo di soldi che non aveva avuto durante il Covid. Il tribunale gli ha dato ragione (ma c’è il ricorso della società). E la chiamavano razza padrona…

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