Nella serata che ha visto Ousmane Démbelé trionfare nel Pallone d’Oro davanti a quel fenomeno di Lamine Yamal, c’è la fuitina del Napoli in testa alla classifica della Serie A. Quattro partite e quattro vittorie, 12 punti, due in più della Juve e tre su Milan e Roma. Ma che angoscia davanti alla tv. Primo perché il buon Pisa di Gilardino ha riaperto una partita già chiusa dal gol di Lucca a dieci minuti dal 90°, grazie ad un madornale errore di Di Lorenzo: 3-2 e finale thrilling con le coronarie in tumulto. Secondo perché bastano un po’ di nuvole e qualche goccia perché Sky vada in tilt. Questo succede ovunque. Ieri poi sull’Amiata sono caduti tuoni, fulmini, saette ed acqua in abbondanza. Così imprecazioni e anatemi si sono sprecati, mischiati alla sofferenza.
Le partite di Champions hanno pesato su tutte le squadre impegnate nel turno di campionato: hanno faticato Inter, Juve e Napoli. Meno l’Atalanta, però aveva di fronte un Torino malmesso. Domenica 28 settembre partitona tra Milan e Napoli a San Siro (a proposito, quando buttiamo giù uno dei luoghi dove si è fatta la storia del pallone in Italia? Un po’ di pazienza e poi via… Così voi nostalgici smettete di rompere). Certamente un match dove si potrà valutare la consistenza di due squadre rinnovate, anche se Conte i nuovi li impiega con il contagocce. Ma ieri sera Lucca è stato un cambio decisivo. I rossoneri godono del vantaggio che aveva lo scorso anno il Napoli: non giocano le coppe europee. A proposito di Yamal (miglior giovane al Pallone d’Oro, Donnarumma nono e miglior portiere) nei giorni scorsi si è letta un’intervista di Marco Cherubini sul Corriere della Sera in cui Cesare Prandelli fotografava il calcio italiano parlando dei giovani: "Uno come Yamal in Italia ce lo saremmo fatti sfuggire. I nostri allenatori gli avrebbero tolto la gioia di giocare e divertirsi ubriacandolo di schemi, diagonali, occupazione dello spazio… Nelle nostre scuole calcio da anni si va nella direzione sbagliata".
I giovani, dunque. Con molta fantasia, si potrebbe dire Altro Sport batte Calcio 6-2. Vi spiego: la scorsa settimana si è giocato il primo turno di Champions League, le nostre squadre non è che siano uscite benissimo. Su un podio immaginario possiamo collocare l’Inter, l’unica a vincere, e la Juve che ha rimediato un pareggio molto spettacolare con il Borussia Dortmund ma che ha mostrato i suoi limiti in difesa e nella costruzione (anche a Verona). Le altre, Atalanta e Napoli, sono uscite malconce, quindi sono fuori dal mio podio. L’Altro Sport continua invece a raccontarci buone imprese di ragazze e ragazzi. Per ultimo il tennis che per il secondo anno consecutivo ha vinto la Coppa Davis femminile, dedicata a un’atleta e a una donna, Billie Jean King, adorata da Gianni Clerici per il suo tennis e per il suo coraggio, essendo stata tra i pochi sportivi a 'denunciare', in tempi lontani e pesanti, la propria omosessualità.
Quindi sul podio vanno collocate Elisabetta Cocciaretto e Jasmine Paolini. Subito dopo Nadia Battocletti, Iliass Aouani, Mattia Furlani, Andrea Dallavalle, protagonisti ai Mondiali di atletica della settimana passata: 2 tenniste e 4 atleti fanno 6. Inter e Juve fanno 2. Tutto questo teatrino mi serve per dire che l’atletica leggera prende medaglie ovunque, dalle manifestazioni giovanili a quelle top, continuando a migliorarsi con tempi e misure negli ultimi anni. Poi bisogna guardare al futuro e riflettere, le Olimpiadi di Los Angeles 2028 sono domani. Le cose che non vanno sono evidenti: dopo Tortu, Jacobs e qualche altro, la velocità ha bisogno di ricambi, nei lanci c’è il solo Fabbri, il fondo degli uomini è un deserto. Mattia Furlani è quello che ha bucato lo schermo da Tokyo. Un mattacchione che sa quello che vuole. Lo chiamavano er Gazzella quando frequentava i campi di calcio, adesso è lo Spiderman di Rieti, "romanista fracico" come ripete spesso, che odia la sabbia della fossa del salto in lungo: "Non mi piace sporcarmi".
Avrà goduto, Mattia, al derby vinto dalla Roma d’un soffio sulla Lazio. Gol firmato da Pellegrini, il separato in casa, quello che guadagna troppo, uno di cui la società voleva disfarsi ad ogni costo. Recuperato dalla saggezza di Gasperini, il quale ha piazzato la squadra in alto con sole 3 reti fatte, lui abituato con l’Atalanta alla bulimia di gol. La buona notizia è che almeno questa volta non ci sono stati incidenti, soltanto qualche scaramuccia a fine partita. Ma intanto 1500 agenti sono stati impegnati per una partita di calcio, la zona intorno all’Olimpico in stadio d’assedio nella giornata di domenica, elicotteri e droni a volteggiare su Ponte Milvio e dintorni. Brutta aria invece a Torino, versante granata. Contestato con una marcia Urbano Cairo, il presidente mai digerito dai tifosi (alla marcia c’era anche Alessandro Baricco che ha sfilato con la maglia di Moschino, gloria del Toro). I giornali dell’imprenditore piemontese, 'La Gazzetta dello Sport' e 'Il Corriere della Sera', hanno fatto finta di niente: il quotidiano sportivo aveva 7 righe nell’articolo degli spogliatoi con un sommarietto in basso pagina nella titolazione, l’altro 9 righe e nessun titolo. Grande evidenza sulla Gazzetta invece alla contestazione dei tifosi della Fiorentina, che non è di Cairo, dopo la sconfitta in casa con il Como. Com’era? I giornalisti cani da guardia…