Nel cuore dell’Alto Adige, dove l’altitudine scolpisce l’identità dei vini e la viticoltura richiede visione, il Pinot Bianco della tenuta J. Hofstätter di Tramin-Termeno si distingue come interprete dell’evoluzione del gusto contemporaneo, grazie alla versatilità. Un vitigno sul quale si sta puntando da un po’ di tempo perché regala longevità anche ai vini bianchi, struttura discreta e insieme freschezza, elementi molto apprezzati dal gusto del momento, che hanno riscattato il vitigno. Una delle curiosità legate al Pinot Bianco infatti riguarda la percezione che i viticoltori ne avevano in passato. Per lungo tempo in Alto Adige si è operata un'unica distinzione, quella tra un Pinot Bianco “verde” e uno “giallo”. Solo negli Anni Ottanta del secolo scorso si scoprì che quest’ultimo era in realtà Chardonnay. Con il crescente successo dello Chardonnay prima, e del Pinot Grigio poi, il Pinot Bianco rimase per anni in secondo piano, nell’ombra di queste due varietà.

Hofstätter, in realtà, da sempre firma due diverse interpretazioni di questo vitigno. Negli ultimi decenni il Pinot Bianco è stato oggetto di una vera e propria riscoperta anche da parte di una nuova generazione di viticoltori consapevoli del suo potenziale espressivo. "Questa varietà - spiega Martin Foradori Hofstätter - per noi rappresenta la purezza, la freschezza per la quale l’Alto Adige è apprezzata dagli appassionati, sicuramente tra i vitigni più rappresentativi della nostra zona di montagna". Il Pinot Bianco firmato dalla Casa a Termeno sulla strada del vino nasce da vigneti vocati, posti a quote intermedie, dove l’escursione termica tra notte e giorno e i suoli calcarei di origine dolomitica conferiscono al vino una finezza naturale. Lo stile della Maison rifugge dall’eccesso per privilegiare la freschezza che comporta quasi sempre eleganza. Il vino si presenta alla vista giallo paglierino scarico, con riflessi appena grigi, limpido brillante, abbastanza consistente ruotando il bicchiere.

La vendemmia assaggiata è la 2024, quindi per un vitigno capace di durare nel tempo siamo in presenza di un vino giovane. Al naso è intenso, franco, fruttato con sentori floreali di fiori bianchi e gialli, tra i quali spicca l’acacia, e una buona persistenza. Il fruttato unisce sentori di mela e pera, con una piacevole nota agrumata alla fine che si sposa con un sentore balsamico, non troppo percepibile. e una nota di frutta secca ancora fresca, mandorle e noci. In bocca è abbastanza caldo – 13% ben bilanciati tra struttura e freschezza – intenso e con buona lunghezza. Non particolarmente strutturato, se ne apprezza la morbidezza che lascia la bocca vellutata anche se è la verticalità che spicca insieme alla freschezza, con una sapidità vivace. Prodotto ben fatto, curato, piacevole al palato, con un ampio spettro di abbinamenti dal pesce alle carni bianche, a formaggi delicati e anche su verdure in varie preparazioni. Da tenere in considerazione anche un buon rapporto prezzo-qualità.