Si è vestito di rosso Malbech Gli Aceri IGP Veneto di Paladin per festeggiare i 50 anni dal suo primo importante premio. Fortemente voluto dal fondatore Valentino Paladin, questo vino è stato uno dei primi Malbech in purezza d’Italia. Quest’anno, la famiglia Paladin celebra i 50 anni per la medaglia d’oro ottenuta nel 1975 alla Mostra Campionaria Nazionale dei Vini di Pramaggiore, in provincia di Venezia, primo concorso enologico nazionale riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole.
Malbech Gli Aceri e il suo anniversario sono stati celebrati con una serata speciale in azienda lo scorso maggio, con una verticale di vecchie annate selezionate dal caveau dell’azienda. La degustazione, guidata dal referente Gambero Rosso Veneto, Nicola Frasson, e dalla famiglia Paladin, ha ripercorso l’essenza intramontabile di questo grande vino nelle annate 1999, 2004, 2010, 2018 e 2020. Accompagnato da un packaging speciale preparato per l’occasione, il vino color rosso rubino con nobili riflessi granati, dai profumi intensi, fruttati, arricchiti da note speziate, è un prodotto elegante e autentico.

Il Malbech è un vitigno che trova nel Veneto Orientale le condizioni ideali per esprimere al meglio le sue potenzialità di grande persistenza e piacevolezza. L’aveva capito anche Valentino Paladin, che, considerandolo uno dei suoi vini preferiti, decise di investire da subito in un lungo affinamento: fino a tre anni tra legno e bottiglia. Malbech Gli Aceri viene vinificato in purezza per esaltarne le caratteristiche varietali. Affina poi per dodici mesi in barrique e per sei mesi in botte, dove si arricchisce di profumi speziati; quindi riposa poi in bottiglia fino al raggiungimento della perfetta maturità. Simbolo della passione che da sempre distingue la famiglia Paladin, rappresenta la storia della cantina e la tenacia del suo fondatore.

Il vitigno Malbech, di origine francese, è molto diffuso nel bordolese. Nella sua terra d’origine, il sud-ovest della Francia, è conosciuto anche come Cot o Côt e pare che il nome derivi da quello del proprietario che per primo lo impiantò nel Medoc. Anche in Italia era molto coltivato fino a qualche tempo fa, poi, più di recente, l’aumento di interesse nei confronti del Cabernet e del Merlot ne hanno fatto ridurre notevolmente le superfici vitate. Sembra essere giunto da noi verso la metà dell’Ottocento, ma solo nel 1881 il Conte Provana di Collegno, vicino Torino, illustra il Malbech all’esposizione ampelografica di Pinerolo.
Oggi il Malbech viene coltivato in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia, dove trova la sua miglior espressione, ma anche in Sardegna, Abruzzo, Toscana, Sicilia, Puglia, Umbria. Purtroppo spesso viene confuso con delle selezioni clonali particolari di Merlot. Lentamente abbandonato in Francia, ha trovato in Argentina la sua terra di adozione ed è oggi il vitigno a bacca rossa più coltivato in quel paese, dov’è conosciuto come Malbec. La pianta si presenta con grappoli a piramide, dal color blu-violaceo intenso e ricchi di pruina. Se vinificato in purezza esprime profumi freschi di bosco, con note di mirtilli neri, ciliegie e prugne fresche, chiari sentori vegetali di terra, genziana, sottobosco, felce, corteccia e tarassaco e note minerali più delicate di grafite; che, se sottoposti a maturazione in legno, mostrano anche sentori speziati e tostati di cannella e torba. Al palato sono vini rotondi e persistenti, con note erbacee e fruttate. In generale è un vino molto versatile, poco impegnativo e di facile beva, abbastanza morbido e aggraziato nella struttura e nei profumi.

Gli Aceri rientra perfettamente nella tipologia e si presenta alla degustazione visiva in un rosso violaceo intenso, leggermente cupo e discretamente consistente nel bicchiere, dove si annuncia con un tenore alcolico significativo. L’alcolicità si avverte anche al naso, che appare intenso, con una qualche vinosità e una nota pungente, leggermente speziata non troppo piccante ben bilanciata dalla freschezza balsamica. Se resta nel bicchiere si manifesta una nota di ciliegia sotto spirito. In bocca è caldo, 14 gradi, tannico, con tannini ancora un po’ ruvidi e una sapidità finale decisa. C’è una nota speziata polverosa, con una discreta lunghezza. Il calore è bilanciato da una buona freschezza. Un vino gourmand, gradevole anche da solo.