Chi ha visto 'Inside Out', un divertente/intrigante film d’animazione del 2015, sa già come funziona il gioco.
In FolleMente a suggerire comportamenti e battute ai protagonisti del film è una squadra corposa (quattro per lei e quattro per lui) costituita da “aspetti contrastanti della personalità” che interagiscono nel costruire e definire una storia amorosa al suo esordio.
Lara (Pilar Fogliati) e Piero (Edoardo Leo) sono al loro primo appuntamento che verrà consumato nell’appartamento di lei, in una vecchia e suggestiva casa romana, con cena e ciò che ne consegue.
La donna, restauratrice di mobili, è appena uscita da una storia travagliata con un uomo sposato, mentre Piero è un insegnante di storia e filosofia al liceo, separato con figlia adolescente.
L’approccio e le relative schermaglie tra i due vengono scandite da un coro di voci nascoste ognuna delle quali rappresenta un aspetto delle rispettive personalità.
Per Lara sono in campo elementi come la seduzione, il sogno, l’intransigenza e la sregolatezza, mentre per Piero giocano la razionalità, il disincanto, la passione e il romanticismo.
A dare voce e volto a questi elementi caratteriali sono nell’ordine (per la donna): Emanuela Fanelli, Vittoria Puccini, Claudia Pandolfi e Maria Chiara Giannetta.
Per l’uomo “suggeriscono” invece Marco Giallini, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria e Maurizio Lastrico.
Un cast di tutto rispetto con cui il regista Paolo Genovese costruisce una commedia brillante sostenuta da una disincantata sceneggiatura di afflato teatrale a cui ha contribuito, tra gli altri, Lucia Calamaro che di teatro se ne intende.
Il coro dietro le quinte determina il linguaggio, le pause e persino gli sguardi di due personaggi alle prese con la fase critica di innamoramento e amore, in una sequenza divertita di “dammiti, prendimi, cuccurucù” (cit. “L’armata Brancaleone”) che sfocia in una soddisfacente alchimia fisica e, si presuppone, sentimentale.
FolleMente è commedia da camera con tutto il repertorio connesso che si avvale della divertente e divertita partecipazione di una affiatata compagnia di attori che trova sintesi felice nell’interpretazione corale di “Somebody to Love”, cavallo di battaglia dei Queen. Pressoché perfetti alla batteria Claudia Pandolfi e Marco Giallini. E non a caso l’intero cast si è anche esibito canoramente all’ultimo Festival di Sanremo.
L’apporto e la complicità di attrici e attori empatici permette di trascorrere senza malinconie un centinaio di minuti di proiezione, in una sorta di rito liberatorio in cui finalmente non ci si sente in colpa di divertirsi e di dimenticare tutto quello che fuori da quell’appartamento accade.
Tra qualche irrinunciabile banalità e citazioni colte tipo Italo Calvino, Carla Lonzi e persino Hegel (ma del resto Piero è professore di filosofia) ci si avventura su un terreno fertile per creatività spettacolare e sintonia emotiva.
Nel composito cast i più effervescenti risultano essere Emanuela Fanelli e Claudio Santamaria, mentre appaiono un filino ingessati Marco Giallini e Rocco Papaleo.
In attesa che il cervello di Lara e Piero si acquieti, Paolo Genovese ripete il successo di “Perfetti sconosciuti” (2016), con lussureggianti incassi al botteghino.
E poiché l’ambito romanesco lo consente, per dirla con il professore Rocco Schiavone, prestate attenzione a non confondere l’espressione “sti cazzi” con “me cojoni”.
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