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MISERICORDIA
AMORE E POESIA
NEL MONDO
MALVAGIO

di MASSIMO CECCONI

Una montagna che frana e il vagito di un neonato abbandonato in una nicchia tra le rocce. Inizio degno di una tragedia greca per “Misericordia”, il film che Emma Dante ha tratto dalla sua opera teatrale omonima.

Sulla scena, nella magia della scatola nera attraversata da luci e colori fulminanti, un ragazzo diversamente abile (Simone Zambelli) si divide tra tre madri putative dopo che la sua vera madre è morta per le percosse di un uomo poco dopo averlo dato alla luce.



Sullo schermo, lo stesso attore protagonista passa le sue lunghe giornate in una sorta di baraccopoli in riva al mare abitata da un’eterogenea comunità di prostitute, ragazzini e uomini in cerca di sesso.

Forte e netto è il contrasto tra la desolazione e il degrado delle abitazioni e della vita che vi si conduce e la bellezza del paesaggio, la maestosità del mare.

Il padre-padrone della comunità è un malavitoso guercio che definisce se stesso Polifemo, al quale è affidata la gestione del traffico muliebre e che incute terrore a Arturo.



Il ragazzo vive il suo tempo perso in inarrivabili fantasie, afflitto da convulsioni e incubi notturni, amorevolmente accudito dalle tre donne che svolgono con diverso atteggiamento il ruolo di madri.

Arturo balla nudo e libero in un paesaggio aspro e inospitale, una cava abbandonata, o si immerge senza paura nel mare più profondo. Intreccia fili di lana colorata e gioca con le pecore che un pastore, a sua volta camuffato da montone, porta al pascolo. Condivide con le tre donne i piccoli piaceri quotidiani di un bicchiere di latte, un piatto di pasta, una stecca di cioccolato.



Sospeso tra realtà e sogno, il mondo di Arturo sconta la malvagità della miseria quasi con serenità, sino a che la Misericordia viene a portarselo via.

Favola nera, “Misericordia” costruisce vite ai limiti come spesso accade nella poetica di Emma Dante, che qui dilata e inasprisce il suo testo teatrale. Esemplari le figure femminili che, nella degradante marginalità delle loro povere vite di prostitute, si riscattano attraverso atti d’amore non convenzionali. Il dramma dietro l’angolo non è detto che si consumi.



Girato in gran parte nella straordinaria riserva naturale del Monte Cofano in Sicilia, il film offre un respiro di tragedia classica in una visione di non arrendevole interpretazione della realtà.

Con Simone Zambelli, le tre madri sono Simona Malato, Tiziana Cuticchio e Milena Catalano. Fabrizio Ferracane interpreta Polifemo. Dice Emma Dante: “ ‘Misericordia’ racconta una realtà squallida, intrisa di povertà, analfabetismo e provincialismo, esplora l’inferno di un degrado terribile, sempre di più ignorato dalla società. Racconta la fragilità delle donne, la violenza che continua a perpetuarsi contro di loro, la loro disperata e sconfinata solitudine”.



Un’ulteriore boccata d’ossigeno per l’asfittico cinema italiano.

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