GUERRA DI SPAGNA
CITTADINANZA AI DISCENDENTI
DEI MILIZIANI ANTIFASCISTI
48 SONO ITALIANI

"Non vi dimenticheremo e quando fiorirà l’ulivo della pace… tornate! Tornate da noi e quelli di voi che non hanno una patria la troveranno e tutti, tutti, troveranno l’affetto e la riconoscenza del popolo spagnolo che oggi e domani griderà: Viva gli eroi delle Brigate Internazionali”.

Questa promessa di Dolores Ibàrruri, “La Pasionaria”, pronunciata il 28 ottobre 1938 a Barcellona, nel saluto della città ai volontari internazionali smobilitati ed in partenza dalla Spagna, si è realizzata 88 anni dopo. Lo ricorda l' Aicvas (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna), annunciando la decisione del governo spagnolo di concedere la cittadinanza “per naturalizzazione” a 54 figli e 117 nipoti di volontari delle Brigate Internazionali che militarono nella Guerra civile spagnola dal '36 al '39 del secolo scorso. La decisione è stata resa nota alla vigilia - 20 novembre - del 50° anniversario della morte di Francisco Franco, il caudillo che con il colpo di Stato del 1936 scatenò il conflitto fratricida. Fra le persone che hanno ottenuto il beneficio il gruppo più numeroso è quello degli italiani, 48.

Il governo Sànchez offre in questo modo un riconoscimento postumo ai protagonisti di quella cruenta lotta contro il fascismo. Secondo le stime, oltre 50.000 volontari provenienti da tutto il mondo si unirono alle brigate antifasciste durante la guerra civile spagnola. “Sarà un onore chiamarli compatrioti – ha detto il premier spagnolo -. Chiediamo la difesa della stessa democrazia che hanno difeso loro in un momento in cui è minacciata in tutto il mondo”. Il gesto - ha spiegato infatti il governo in un comunicato - "assume una rilevante dimensione simbolica in un contesto globale caratterizzato dall'ascesa del revisionismo e dalla delegittimazione dei valori democratici".


IL DECRETO DEL GOVERNO SPAGNOLO


Sànchez, in attesa dell'anniversario della morte del Caudillo, punta a mettere fuori legge la Fondazione Nazionale Francisco Franco: sono stati concessi ai titolari alcuni giorni di tempo per confutare l'accusa secondo cui obiettivi e attività della Fondazione sono contrari allo spirito della legge sulla Memoria democratica, in quanto promuovono “un'apologia del franchismo” e “sminuiscono la dignità delle vittime”. Scaduto il termine, comincerà un procedimento giudiziario. Il governo dovrebbe anche approvare entro la fine del mese un elenco di simboli filofascisti e di altri cimeli della dittatura che vanno rimossi da strade, piazze, villaggi e città. “Senza scuse o ritardi”, ha detto ancora Sànchez. Oltre a onorare i volontari internazionali, è stato riconosciuto un “debito di gratitudine” nei confronti di 18 vittime della dittatura, tra cui il poeta Federico García Lorca, assassinato nel 1936, e il regista Luis Buñuel, esiliato e censurato in Spagna.


L'ELENCO DEGLI ITALIANI


Fra gli insigniti della cittadinanza ci sono cittadini di Cuba, Stati Uniti, Polonia, Regno Unito, Australia, tutti membri di una della Associazione degli Amici delle Brigate internazionali. La maggior parte, come si ricordava, sono italiani. La legge stabilisce che possono optare per il riconoscimento i discendenti dei brigadisti “che dimostrino un lavoro continuativo di diffusione della memoria dei loro antenati e di difesa della democrazia in Spagna”. Ed è appunto questo lavoro sulla memoria che ha alimentato l'Associazione già citata, l'Aicvas.

I nuovi naturalizzati vanno ad aggiungersi a 33 persone che avevano ricevuto la carta di naturalizzazione fino ad ora nel corso del 2025, tra cui sette atleti e 23 esiliati dal regime di Daniel Ortega. Dal 2023, infatti, il governo ha concesso la cittadinanza a 238 prigionieri politici o espulsi dal Nicaragua. Con le 171 naturalizzazioni pubblicate nei giorni scorsi, siamo a 204 nel 2025. Nel 2024 sono state concesse 60 carte di naturalizzazione, quasi la metà rispetto all'anno precedente.

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