Lo sguardo rapito di un giovane padre italiano mentre indica al figlio adolescente una delle tre sale per videogiochi e quelle per la registrazione dei concerti delle piccole band e le stampanti 3d e tutto quel movimento di giovani e meno giovani, e le pedane in legno ad anfiteatro dove decine e decine di ragazzi leggono, chiacchierano, ricaricano i cellulari e trascorrono le loro ore più o meno operose, segna la distanza misurabile in anni luce tra questa biblioteca e tutte quelle che potrà mai frequentare in Italia e nel resto del mondo.

Il secondo piano di Oodi, la biblioteca centrale di Helsinki, centro futuribile di bellezza abbacinante in piazza Kansalaistori, proprio di fronte al palazzo del Parlamento finlandese, è la summa di quel che si insegna in tutti i libri di didattica, in tutti i convegni sull’adolescenza e la giovinezza da indirizzare alla vita compiuta, in tutti i manuali, su come trasmettere alle nuove generazioni il senso della cultura, della comunità, dell’esplorazione e della scoperta dei mondi possibili e impossibili.

Avverte, il sito di Oodi, che per progettarla si è fatto ricorso allo studio Ala Architects, ma che la scelta sui progetti pilota di una gara internazionale che prevedeva lo stanziamento di 100 mila euro l’hanno fatta i residenti della città. Per esempio quei 2.300 cittadini che hanno inviato le loro idee su come dovesse essere e a che cosa dovesse servire Oodi. Il quale nome, si noti, è stato scelto da una giuria su oltre 1600 proposte. Quel che ne è venuto fuori è questa enorme struttura di vetro e legno che sembra spalmarsi con le sue forme sinuose fin sopra una delle tante baie del Baltico in cui si bagna la capitale.

Oodi - avverte il sito ufficiale - “integra il polo culturale e mediatico formato dall’Helsinki Music Center, dalla Finlandia Hall, dalla Sanoma House e dal museo d’arte contemporanea Kiasma. È una delle 38 sedi della biblioteca comunale di Helsinki e fa parte della rete bibliotecaria Helmet”. Al di la delle definizioni, pur doverose, è quel che si vede a rendere l’idea di quel che si può fare. Il piano terra è una grande hall dove accanto a salotti per il relax e per i vari bar e ristoranti di diverse cucine c’è uno spazio giovani con decine di postazioni per computer, un centro d’informazione su Helsinki e sulla Ue, una sala cinema e una polivalente per conferenze. Qui è possibile restituire i libri presi in prestito tra i centomila a disposizione.

Ma è al secondo piano che ferve la vera attività. Il colpo d’occhio iniziale all’arrivo dalle scale mobili sono queste pedane semicircolari che formano un emiciclo su cui come foche spiaggiate decine di giovani leggono, scrollano i cellulari, chiacchierano e decidono o attendono il da farsi. La scelta non manca. Sei un musicista o aspirante tale e vuoi registrare un brano? Eccoti due studi di registrazione con sala di controllo e cabina di canto. Se serve puoi spostarti poi a allo studio 5 dove ti aspettano i sintetizzatori e una batteria con percussioni. Gli aspiranti Dj e cantanti trovano tutti gli strumenti nello studio 6, mentre chi volesse cimentarsi nella fotografia e nella produzione di video ha a disposizione un altro studio.

E poi ancora sale per riunioni di gruppo e spazi di lavoro per sei o dodici persone. Per dire: stai mettendo su una start up e vuoi parlarne con i futuri soci? Devi solo prenotare uno spazio e non ti costerà nulla. Ma in tempi di food diffuso e di cooking class poteva mancare una cucina autogestita per sperimentare le tue bizzarrie culinarie in solitaria o in gruppo? No che non manca. Basta prenotare. E lo stesso dicasi per chi si voglia servire di una stampante 3d, di una taglierina laser, di stampanti UV, di stampanti per grandi dimensioni, taglierine per vinile, ma anche postazioni di computer di grandi dimensioni su cui abbiamo visto impegnatissimi alcuni nerd alle prese con programmi degni di una sala della Nasa.

E ancora: presse a caldo, macchine per fabbricare badge e persino le gloriose ma avveniristiche macchine per cucire, sulle quali, incuranti di eventuali scomuniche femministe, ecco due ragazze alle prese con l’orlo di un pantalone. Insomma questo è il piano delle attività, del fare direbbe qualcuno. Ma anche di attività più piacevoli, come dimostra la presenza di alcune sale per videogiochi, che sono di ultimissima generazione ma, attenzione, anche di primissima: essendo possibile cimentarsi anche con i giochini anni 70/80, che noi boomer si chiamava genericamente dei marzianetti.

Il terzo e ultimo piano è quello della luce, del relax e della meditazione. E della lettura in una delle sette comodissime postazioni, che qui chiamano oasi, arredate neanche anche a dirlo col meglio del design finlandese. Ovunque anche spazi per bambini, per famigliole in relax per chi voglia sorseggiare un drink o un caffè. Magari osservando divertito un piccolo transporter/robot che sfreccia tra gli scafali, pronto a recapitare il libro o la rivista o il film richiesto da qualche utente. E quando capita, come oggi è capitato a chi scrive, di poter godere di un po’ di sole, ci si può fermare sulla terrazza che affaccia sul mare, oziare su una comoda sdraio, scrutare l’orizzonte. E pensare se laggiù in fondo, verso la madrepatria, sarà mai possibile, un giorno, raccontare un luogo del genere.