ESPLORARE
GRONINGA
BICI, STUDENTI
E GASTHUIZEN

Groninga brulica di biciclette. Al di là del luogo comune che fa dell’Olanda il paradiso dei ciclisti, la città, sede di una prestigiosa università tra le più antiche del paese, probabilmente proprio grazie al gran numero di studenti (circa cinquantamila) e allo spirito autenticamente alternativo che aleggia tra le sue stradine e canali si caratterizza per un numero di biciclette impressionante.


(Biciclette all'Università)


Capitale indiscussa della parte settentrionale dei Paesi Bassi, città anseatica dal ricco passato (le origini del primo insediamento in quel luogo risalgono al 3800 avanti Cristo) situata al centro di una piana circondata da un centinaio di mulini a vento, Groninga può vantare l’invidiabile primato di essere “una delle città più felici d’Europa”. Il centro antico è una specie di isolotto circondato da un canale e collegato con innumerevoli ponti al resto della città; nelle sue vie si succedono gallerie d’arte, negozi di antiquariato e botteghe artigiane, caffè, ritrovi di studenti e una miriade di ristorantini dove si mescolano le cucine dei paesi più vari insieme agli odori, ai colori e alla musica.


(Il canale che circonda il centro storico)


La chiesa in stile romanico-gotico di San Martino (Martinikerk) domina il centro di Groninga affiancata dall’omonima torre che con i suoi 97 metri di altezza svetta su tutti gli edifici circostanti e costituisce un’ottima bussola per i visitatori che si aggirano per il reticolato di stradine scoprendo qualcosa ad ogni passo

.

(Martinikerk))


Lungo il cammino si susseguono casette in stile rinascimentale, chiese gotiche, eleganti palazzi Art Nouveau e Art Déco cui si affiancano edifici ultramoderni e installazioni di arte contemporanea.


(Goudkantoor)


Oltre ai parallelepipedi e agli altri solidi multicolori che costituiscono il corpo del Groninger Museum, a figure di pietra danzanti nel vuoto, alla sfera di neve (“Second thought”) che riproduce in miniatura la stazione ferroviaria con un inquietante effetto di mise en abîme, gli artisti urbani si sono anche sbizzarriti creando dei bagni pubblici con originali decorazioni (“The call of nature” 1 e 2).


(Il museo)


Incongrua appare la presenza, in pieno centro, di un’enorme piramide che ospita l’ufficio del turismo dove tutto è a pagamento, anche le cartine della città, ma in cui, inaspettatamente, al primo piano c’è uno spazio con tutti i giornali e le riviste possibili e immaginabili in neerlandese in libera lettura e due file di postazioni informatiche con computer a disposizione dei cittadini. Qualche perplessità suscita anche - soprattutto nei viaggiatori italiani - l’onnipresenza delle insegne pubblicitarie vintage (ancora in stile anni Sessanta) della birra Moretti.


(La statua volante)


Girare per la città è molto piacevole, il centro è quasi tutto pedonale, l’atmosfera è allegra, animata, c’è una vivace vita notturna. La presenza dell’ateneo è tangibile, con edifici universitari, biblioteche, un museo (che attualmente ospita la mostra “Brain storming”) e punti studio in ogni dove. Non manca un grande negozio di gadget con il logo rosso fuoco e il motto dell’Università di Groninga: Verbum domini lucerna pedibus nostris. Ovunque fiori di ogni foggia e colore: li si vede sbucare un po’ dappertutto, nelle aiuole davanti alle case, ai margini delle vie cittadine, sui davanzali e davanti alle chiese (inutile dire che, almeno in questo caso, la pioggia aiuta).



La scoperta della città delle streghe bianche (secondo una leggenda medievale) inizia sin dalla stazione, uno dei più notevoli edifici Art Nouveau, che ha conservato intatti anche i meravigliosi interni d’epoca (peccato che in uno dei saloni sia stato ora collocato uno Starbucks).


(La stazione)



(Il porticato esterno)


In questa regione l’identità culturale e linguistica è molto forte e per la prima volta, in Olanda, si ha l’occasione di incontrare persone, anche giovani, che non parlano l’inglese. La cultura italiana in senso lato (la lingua e soprattutto la gastronomia e la moda) sembra esercitare un fascino considerevole sugli abitanti ma spesso si tratta della fantasiosa e a volte un po’ ingenua ripresa di alcuni spunti, come nel caso del negozio di “hairstyling” chiamato Paruccies, di rivisitazioni spesso improbabili di piatti italiani, dei nomi scelti per i negozi di abbigliamento (il più incredibile resta il negozio di creazioni di moda di 'Allessandria' Coppola all’Aia).



L’anima più autentica di Groninga si rivela però nell’istituzione delle Gasthuizen, piccole abitazioni, inizialmente gestite dalla chiesa, in cui trovavano ospitalità coloro che ne avevano bisogno: i poveri, gli ammalati, gli anziani, i pellegrini. L’origine di questa tradizionale forma di accoglienza, sotto alcuni aspetti analoga a quella dei béguinages del Belgio, risale al lontano 816. Gli ospiti si impegnavano a rispettare le regole della vita comunitaria ma conservavano un certo margine di indipendenza. Ancor oggi è possibile ripercorrere le tracce di questo passato in un itinerario che permette di visitare una trentina di Gasthuizen e che presenta il massimo interesse non solo dal punto di vista architettonico, ma anche in una prospettiva storica, culturale e sociale.


(Gasthuis)


Pur nella loro diversità, la struttura delle Gasthuizen è caratterizzata da una serie di elementi ricorrenti; le abitazioni, basse e uguali, sorgono tutte intorno a un grande cortile-giardino. Il complesso comprendeva generalmente una chiesa, un refettorio, un panificio e un birrificio a cui si aggiungevano, in alcuni casi, ospedali, monasteri o orfanatrofi.


(Gasthuis)


Attualmente le Gasthuizen sono adibite a normali abitazioni, ma il grande cortile centrale, con i suoi alberi e i suoi fiori, le panchine e le fontane, favorisce le relazioni umane: è rimasto qualcosa dell’atmosfera e dello spirito comunitario di un tempo e gli inquilini escono fuori a prendere il sole (quando c’è), sedendosi sulle panchine o su divani e sedie portati da casa per l’occasione, condividono due chiacchiere, una birra o un caffè, si mettono a rinvasare le piante o a dipingere vecchi mobili.


(Gasthuis, vita di cortile)


Trascorrere un po’ di tempo a Groninga permette di entrare in contatto con una dimensione della vita olandese un po’ diversa da quella di Amsterdam o delle altre città più note ai visitatori. E quindi, visto anche che ora il fantomatico lupo mannaro Gruune (da cui si dice sia derivato il nome della città) non esiste più, perché non andare a esplorarla?

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