GORIZIA - NOVA GORICA
CITTÀ COLTE
REGINE D'EUROPA

Sono colorati di turchese smeraldino, un verde particolare che richiama il colore dell’Isonzo - il fiume che lambisce l’Italia e la Slovenia portando fino al mare l’aspro sapore del Carso - i bus elettrici, i “GoBybus”, che in occasione dell’Anno europeo della Cultura sono stati destinati a collegare le due città protagoniste del primo esperimento transfrontaliero di un evento culturale che in questo 2025 compie quaranta anni e resta uno dei progetti più prestigiosi dell’Unione europea. Si sale a Gorizia, si scende all’antica stazione ferroviaria ora di Nova Gorica che risale al 1906. O viceversa. Alla scoperta delle testimonianze artistiche, storiche, culturali di due realtà di confine divise nel 1947 dalle conseguenze di una guerra terribile, unite più che simbolicamente in quella piazza Transalpina dove un tempo c’era il filo spinato a dividere la comunità e che ora è simbolo di amicizia e cooperazione, di relazioni quotidiane, di utili scambi, nonostante, una quota scontata di resistenze più che altro amministrative.


(Il confine di piazza Transalpina)


Hanno storie diverse le due città, pur essendo quella moderna emanazione di Gorizia, fondata attorno all’anno 1001, quindi con alle spalle secoli di storia e cultura con i suoi antichi palazzi, l’acciottolato delle stradine che resiste al tempo, le botteghe d’epoca con il Castello dell’undicesimo secolo a cui si accede attraversando la porta Leopoldina e che con il suo borgo completamente restaurato sovrasta e protegge la città. Ed è il sito in cui è ambientata, curiosità del momento, una delle storie del numero 3626 di Topolino appena uscito (e subito esaurito) dal titolo “Zio Paperone e l’enigma del vecchio castello”, che mette il ricco zio, Paperino e i nipoti sulle tracce di un tesoro nascosto proprio nel maniero di Gorizia. La ricerca delle monete d’oro è l’occasione per riferimenti numerosi ai luoghi più belli della città e del suo territorio. Una visita speciale avendo come guida il papero più ricco del mondo dei fumetti.


(Palazzo Attems Petzenstein)


Tracciare il segno della modernità e della rinascita faticosa di questa terra tocca alla vicina e giovane città slovena, Nova Gorica edificata dopo la seconda guerra mondiale, dopo la separazione obbligata da Gorizia per rispettare gli accordi del Trattato di Parigi che stabiliva un nuovo confine e sanciva un doloroso distacco. Immense zone verdi, edifici necessariamente moderni, a volte audaci, progettati dai più noti architetti sloveni del dopoguerra. Bar, gallerie d’arte, il teatro e le biblioteche e anche casinò animano la “piccola Las Vegas” della Slovenia. Ci sono anche molti ristoranti tradizionali ma abbondano quelli etnici, segno dell’apertura verso mondi lontani. Ovunque rose, il simbolo della città. L’unica traccia di antico la si trova passeggiando fino a Solkan, alla periferia della città, dove c’è il più grande ponte ferroviario di pietra al mondo, costruito nel 1905, ristrutturato dopo le ferite della guerra e che ancora oggi viene utilizzato.


(Il Castello)


Si parte col bus dalla stazione di Nova Gorica, che sovrasta piazza Transalpina, la piazza con il nome in italiano e in sloveno che ha al centro il mosaico che ricorda l’adesione della Slovenia all’Unione europea avvenuta nel 2004. Poche fermate, e poi meglio camminare. Anzi è necessario farlo fermandosi a visitare palazzo Attems Petzenstain, un edificio della prima metà del Settecento, stile tra il barocco e il rococò, sede dei Musei provinciali, che ospita importanti mostre. Si è appena chiusa quella di Andy Warhol, che ha accolto oltre sessantamila visitatori, per lasciare il posto a quella delle opere di Zoran Music, celebre artista figlio di questa terra, che torna alle origini con la ricca esposizione “La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier”, che è stata inaugurata nel ventennale della morte, il 25 maggio, e resterà aperta fino al 31 ottobre.


(La lumaca di piazza della Vittoria)


Piazza della Vittoria è il cuore della città, dominato dalla chiesa di Sant’Ignazio con le due cupole a cipolla in bronzo, in stile barocco, costruita tra il ‘600 e la metà del Settecento dai gesuiti. Ad un angolo della piazza si viene accolti da una grande lumaca rosa che fa parte delle otto installazioni in tema di animali, espressione del collettivo Cracking Art, che si incontrano ad ogni angolo della città. Gatti di vari colori nei giardini, rondini a piazza sant’Antonio, un elefante al Teatro Verdi, lupi rossi e così passeggiando e ammirando bei palazzi, purtroppo molti in disuso, ma non abbandonati, chiusi alla fruizione come molti negozi. Comunque Gorizia, stando all’indagine sulla qualità della vita per fasce d’età fatta dal Sole 24 Ore, è prima nella graduatoria per quanto riguarda i giovani tra i 18 e i 35 anni. Roma è ultima.


(La Sfera di Pistoletto)


La lumaca indica via Rastello, la strada storica per eccellenza, in passato il cuore commerciale della città ora via pedonale su cui si affacciano botteghe antiche e attività artigianali, antiquari, punti di ritrovo e ristorantini alla moda. In una vetrina si può ammirare la Sfera di Michelangelo Pistoletto costruita per l’occasione con pagine di giornali di ogni Paese, in tante lingue differenti, che si incrociano alla ricerca di un sempre più necessario dialogo anche se si usano parole in lingue diverse. A qualche centinaio di metri, partendo dall’altro lato della piazza verso le vie centrali, c’è Palazzo Coronini-Cronberg che fu costruito in cinque anni a partire dal 1593, e che oltre alle magnificenze interne e ai saloni in cui si svolgono grandi mostre può vantare un magnifico giardino all’inglese, gioiello ottocentesco di cinque ettari realizzato sul finire dell’Ottocento nell’ambito di un progetto ambizioso di riqualificazione urbana. Come sono belli i giardini e la struttura di palazzo Lantieri, che affaccia sull’affascinante piazza Sant’Antonio.



Elencare luoghi, siti ed anche occasioni di confronto è impresa complessa e c’è il rischio, anzi la certezza, di omissioni gravi, dato che questa è terra di diffusa cultura, interessi e curiosità. Qui ha operato Franco Basaglia che, nel 1961, avviò nell’Ospedale psichiatrico quella rivoluzione che cambierà per sempre, in Italia e nel mondo, il modo di fare salute mentale ed a cui sono stati dedicate molte iniziative nell’ambito della “Città dei matti”; qui si svolge “È storia”, il festival internazionale che porta a spaziare tra passato e futuro attraverso convegni, confronti, incontri senza dimenticare il cinema. Gorizia è una città colta dove ci sono tante librerie ed ancora tante edicole, qui vengono proposti con continuità concerti e spettacoli di danza e iniziative diverse nell’ambito di “Go2025&Friends”.


(Il ponte di Solkan)


Ma a quasi quattro mesi dal via all’anno europeo della cultura un bilancio si può tentare. Ed è positivo per l’assessore al Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini, che parte dai dieci milioni e più di presenze del 2024. Il traino della Capitale europea della cultura è nei numeri che segnalano tra gennaio e maggio di quest’anno un aumento del 19,6 per cento rispetto al già positivo 2024. Durante il periodo di Pasqua, netto aumento di italiani dal Nord ma anche dal Sud, meno presenti in passato, con un consistente arrivo di austriaci e tedeschi attirati non solo dall’offerta culturale ma anche dall’offerta enogastronomica della zona del Collio e di tutte le altre località della regione raggiungibili facilmente attraverso una funzionale rete di mezzi pubblici.

Con un buon bicchiere di vino, un po’ di bollicine, una fetta di prosciutto, un pezzo di frico il territorio diventa amico e piace di più. “C’è tutto un mondo” si chiama la campagna di comunicazione attivata per rispondere alle esigenze del turista che arriva da queste parti per la prima volta e scopre un territorio forse diverso da quello che si aspettava di incontrare. Certamente migliore, a volte sorprendente. Più in profondità nella valutazione complessiva dell’evento lungo tanti mesi si potrà andare alla fine dell’anno, quando il testimone di capitale europea della Cultura passerà alla finlandese Oulu e a Trenčín in Slovacchia.

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