LIGUORI
E LA MUSICA
DA CONTESTARE
A MEDITARE

Nel suo libro “Silenzio Grembo del Mistero” racconta le esperienze di meditazione e gli insegnamenti di Padre Antonio Gentili. Ma sono anche in arrivo due uscite discografiche. Gaetano Liguori, classe 1950, nato a Napoli ma cresciuto a Milano, è pianista jazz e compositore in attività dall’inizio degli Anni Settanta. Non si contano negli anni i suoi concerti in Italia e all’estero nonché le sue pubblicazioni discografiche, spesso esplicitamente dedicate, fin dai titoli, a temi sociali e politici, come “Cile libero Cile rosso” del 1974, “I signori della guerra” del 1976, “La cantata rossa per Tall El Zaatar” del 1976 e “Que Viva Nicaragua!” del 1989.

Diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi, Liguori ne è presto diventato docente di pianoforte e di storia del jazz. Dal 2017 è in pensione dall’insegnamento e si è iscritto alla Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale con sede a Milano, in zona Brera. Infatti, dopo una vita di militanza politica e di impegno sociale, Liguori ha nel corso degli anni maturato un interesse per la meditazione e la spiritualità, diventando un allievo del Padre barnabita Antonio Gentili.


(Gaetano Liguori - foto di S.Carlo)


L’immagine di Gaetano Liguori è comunque rimasta quella del “pianista della contestazione” …

Certo, e l’ho voluto io. Sono sempre stato politicamente impegnato e non solo negli Anni Sessanta/Settanta. Sono stato a Beirut più volte, e a Baghdad: chiamato per suonare ma poi, tornato in Italia, scrivevo degli articoli sulla situazione culturale e sociale in quei Paesi.

Il Liguori di oggi si è però avvicinato alla spiritualità, come testimonia il libro recentemente pubblicato “Silenzio Grembo del Mistero. L’esperienza e l’insegnamento di Padre Antonio Gentili”. Ed è il frutto di un’esperienza che hai intrapreso da oltre vent’anni.

Il mio percorso spirituale era iniziato già negli Anni Novanta, quando sono andato in Thailandia, dove ho avuto modo di conoscere il Buddismo. Gentili è un padre barnabita che ho cominciato a seguire dal 2000. Ora ha 87 anni e si è ritirato in un convento in Umbria, ma allora organizzava delle Giornate di Silenzio presso l’Eremo dei Padri Barnabiti ad Eupilio, vicino a Pusiano, dove si tengono anche corsi di yoga e di meditazione cristiana, nonché serate culturali (conferenze, cinema, musica, ecc.). È un’esperienza che mi ha affascinato molto e dato serenità. Io sono sempre stato curioso e disponibile a nuove esperienze. Anche la musica per me è sempre stata un mezzo, non un fine. Un mezzo per esprimere l’impegno politico prima e la solidarietà oggi. Nel 2015 ho pubblicato l’album “Un pianoforte per i Giusti” e faccio parte dell’associazione La Foresta dei Giusti che, piantumando alberi e creando Giardini dei Giusti in tutto il mondo, ricorda chi si è opposto ai totalitarismi e ai crimini contro l'umanità, salvando vite umane.

Per molti anni sono stato proiettato all’esterno, ma ora la mia è una ricerca più interiore. Mi sono reso conto, grazie anche ad un po’ di psicanalisi, che c’era un mondo mio interiore che non conoscevo. Io sapevo della Meditazione Zen: negli anni Novanta era la moda del periodo ma, grazie a Padre Gentili, ho scoperto che era stata una pratica anche del Cristianesimo delle origini. I primi cristiani si ritiravano nel deserto a meditare. Questo elemento della sua teologia l’ha anche messo in difficoltà con la Chiesa ufficiale, più legata ai riti cattolici e alle disposizioni della gerarchia ecclesiale.



Questo significa che Gaetano Liguori è diventato un credente oppure il tuo è solo un approccio da studioso?

È una domanda che mi sono posto. Cioè se ho la fede. Posso dirti che mi considero alla ricerca. È un’esperienza di confronto spirituale con un “oltre” che non so dirti se sia Dio. Questo non mi impedisce di considerare Padre Gentili mio Maestro, così come mi era accaduto col Padre gesuita Bartolomeo Sorge. Ho avuto anche modo di partecipare a iniziative del Centro San Fedele di Milano. Poi sono stato all’Eremo dei Camaldolesi di Fonte Avellana, dove ho fatto un concerto e mi sono fermato 15 giorni a fare gli esercizi spirituali con loro. Altri ne ho fatti in Cadore.

Generalmente si tratta di luoghi suggestivi, immersi nella natura e carichi di storia. A Milano ho seguito gli esercizi spirituali della comunità dei Gesuiti a Villapizzone. E poi ho frequentato il Refettorio Ambrosiano di Greco, fondato da Don Giuliano Savina. Già quando facevo i miei viaggi, ad esempio in Thailandia, mi resi conto che le mie radici stavano nelle chiese cristiane più che nei templi buddisti. Così quando sono andato in pensione dall’insegnamento al Conservatorio ho voluto approfondire gli aspetti spirituali e gli insegnamenti di Padre Gentili iscrivendomi alla Facoltà di Teologia di Milano.



Com’è nata l’idea di pubblicare questo libro?

L’editore, Renato Sclaunich, Edizioni Scarabocchio di Bolzano, pubblica tra l’altro libri-interviste con musicisti jazz italiani della mia generazione e mi ha proposto una pubblicazione analoga. Però io gli ho fatto presente di avere fatto un libro autobiografico, 'Confesso che ho suonato' (Skira 2014) e un altro che in parte lo è, 'La mia storia del jazz' (Jaka Book 2021). Così gli ho proposto di pubblicare la mia tesi dei primi cinque anni di Facoltà, che è incentrata sull’insegnamento di Padre Gentili e testimonia di questa mia esperienza degli ultimi anni. Slaunich l’ha accolta con entusiasmo e ha anche scritto l’introduzione. Sabato 29 marzo alle 18, presso la Libreria Città possibile, in Via De Amicis a Milano, presenterò il libro dialogando con due giornalisti, Massimiliano castellani e Maurizio Zoja.

Questo tuo percorso di studi è terminato qui o prosegue?

Sta proseguendo. Mi sono iscritto alla laurea magistrale di Teologia. Ora ho terminato gli esami e devo preparare un’altra tesi. Ho due idee in mente. La prima è la spiritualità nel jazz, parlando di figure come John Coltrane, Albert Ayler e altri. Però ci sono pochi testi di riferimento. L’altra è la violenza e la crudeltà nella Bibbia, in cui si succedono guerre e vendette. Peraltro il Dio stesso della Bibbia è un Dio vendicativo e sanguinario, non un Dio di amore come quello del Nuovo Testamento.



Sono però in arrivo anche due tue pubblicazioni discografiche …

Sì. Una è una riedizione della 'Cantata rossa per Tall El Zaatar', con musiche mie e versi di Giulio Stocchi con riferimento a un campo profughi palestinese vicino a Beirut. Oltre al mio trio nel disco ci sono le voci di Demetrio Stratos e Concetta Busacca. L’album è stato poi pubblicato su cd nel 2000 da Radio Popolare. Ora viene rieditato in vinile dall’etichetta Black Sweat Records. Il tema purtroppo è ancora d’attualità. E poi in autunno uscirà, per Materiale Sonori, un nuovo cd del mio trio con Filippo Monico e Roberto Del Piano. Si intitola 'Underground' in omaggio all’album di Thelonious Monk. E anche la copertina è una citazione, ricca di simboli della mia cultura personale, di quella del disco di Monk. È stato registrato per metà dal vivo all’Auditorium di Radio Popolare e per metà in studio. Sono prevalentemente improvvisazioni per le quali, dopo cinquant’anni che suoniamo insieme, ritroviamo subito l’intesa.

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