Dieci anni fa a Parigi dodici persone, tra cui otto della redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, furono uccise nell'assalto alla sede da parte di due fratelli di origine algerina, Chérif e Saïd Kouachi, seguaci di al Qaida. I terroristi furono ammazzati due giorni dopo dalle squadre d'élite della gendarmeria francese in una tipografia a Dammartin-en-Goële, 45 chilometri dalla capitale.
L'ARTICOLO DI CHARLIE HEBDO
CHE RACCONTA L'ATTENTATO
La mattina del 7 gennaio 2015, intorno alle 11.30, i due terroristi a volto coperto e armati di AK-47 riuscirono a entrare nel giornale minacciando la disegnatrice Corinne Rey, che dovette fornire la password numerica per l'accesso in redazione, poi scaricarono le armi contro le persone occupate nella riunione del mattino.
I redattori di Charlie Hebdo, pubblicazione anarchica e anticlericale nata nel 1970 dalle ceneri della rivista Hara-Kiri, avevano ricevuto minacce dopo la pubblicazione di alcune caricature di Maometto, nel 2006. Il giornale aveva anche subito un attentato, sempre di matrice islamica, nella notte tra il primo e il 2 novembre del 2011, quando la sede fu semidistrutta da bombe Molotov appena prima dell'uscita del numero dedicato alla vittoria del partito fondamentalista islamico nelle elezioni in Tunisia. Sulla copertina c'era una vignetta satirica con Maometto che dice: "100 frustate se non muori dalle risate" e il titolo "Charia Hebdo", gioco di parole tra Shari'a e il nome del giornale.
"Charlie", che già a settembre aveva lanciato un concorso in podcast nell'imminenza del decennale, ha pubblicato un numero speciale di 32 pagine per ricordare la strage e commemorare le vittime: Stéphane Charbonnier (Charb), direttore e disegnatore; i vignettisti Jean Cabut (Cabu), Georges Wolinski, Bernard Verlhac (Tignous), Philippe Honoré; Mustapha Ourrad, curatore editoriale; Elsa Cayat, psicanalista e giornalista; Bernard Maris, economista; Michel Renaud, fondatore del festival Rendez-vous du Carnet de voyage; Frederic Boisseau, manutentore; Ahmed Merabet, un agente di polizia in servizio nella zona; Franck Brinsolaro, guardia del corpo di Charb. Altre undici persone rimasero ferite.
Redazione