"CENSURA
AL WP"
SI DIMETTE
CARTOONIST

Ann Telnaes, dal 2008 cartoonist di punta del Washington Post e prima ancora premio Pulitzer, si è dimessa dalla testata di Jeff Bezos a causa del rifiuto da parte della direzione di pubblicare una sua vignetta. Il cartoon bloccato – ha raccontato lei stessa sul social Substack – criticava top manager e proprietari di media e aziende tech che fanno la fila per conquistare i favori del presidente eletto Donald Trump: un vero e proprio pellegrinaggio a Mar-a-Lago di uomini "che hanno ricchi contratti governativi e tutto l’interesse a eliminare ogni forma di regolamentazione", denuncia la giornalista.

La vignetta di Telnaes ritrae Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato di Facebook&Meta; Sam Altman, amministratore delegato di AI; Patrick Soon-Shiong, editore del Los Angeles Times, la Walt Disney Company-ABC News (rappresentata nel disegno da Mickey mouse) e lo stesso Jeff Bezos, proprietario del Washington Post, in ginocchio davanti a una grande statua alla quale offrono sacchi di denaro.

“La democrazia – ha scritto Telnaes nel suo addio – non può funzionare senza una stampa libera (...) per la verità ci sono già stati casi in cui una vignetta è stata rifiutata – o se ne è chiesta la modifica: ma MAI a causa del punto di vista e dell’opinione espressa dall’autore. Questa novità cambia tutto il quadro e è un grave pericolo per la stampa libera”.


(Uno schizzo simile alla vignetta contestata)


“Mi si può obiettare – continua l'autrice –: ‘Se si lavora per un'azienda, l’azienda ha il diritto di chiedere che vengano sostenuti i suoi interessi’. Questo è vero: ma nel mio caso si tratta di aziende che organizzano informazioni e hanno perciò delle responsabilità pubbliche e il dovere di sostenere la libertà di stampa in democrazia (...) provare a conquistare le grazie di un autocrate in pectore avrà invece il solo risultato di indebolire la stampa libera".

L'Associazione dei Vignettisti Americani in seguito alla denuncia ha accusato il Post di "codardia politica", chiedendo ad altri colleghi di pubblicare lo schizzo di Telnaes con l'hashtag #StandWithAnn in segno di solidarietà. "La tirannia finisce con la punta della penna" - hanno scritto i dirigenti dell'associazione -. "Essa prospera nell'oscurità. Il Washington Post ha semplicemente chiuso gli occhi e si è arreso come un pugile stordito dai colpi."

Il direttore delle comunicazioni del Post, Liza Pluto, ha invece fornito all'Associated Press una dichiarazione di David Shipley, responsabile della pagina sotto accusa. Shipley contesta l'"interpretazione degli eventi" di Telnaes. Sostiene di aver deciso di non pubblicare la vignetta perché il giornale aveva appena messo in pagina un articolo sullo stesso argomento e si apprestava a lanciare un'altra vignetta di tenore analogo.

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