ORRORE AL CIRCEO
VIOLENZA MASCHILE
DALLE VILLE 'BENE'
AL DARK WEB

L'Italia di cinquant'anni fa: il delitto del Circeo. L’Italia di oggi: 30000 uomini iscritti al gruppo Facebook "Mia moglie" postano foto intime all’insaputa delle donne coinvolte, foto che vengono commentate dagli iscritti. Nessuna differenza, nessun cambiamento sostanziale.

Nel tardo autunno del 1975, l'Italia era una nazione in profondo mutamento. Le lotte femministe, che avevano già portato alla vittoria del "no" al referendum sul divorzio nel 1974, stavano rivendicando diritti civili e sociali con una forza mai vista prima. Era un'epoca di fervore politico, di divisioni sociali e di forti contrasti tra le vecchie generazioni e il mondo giovanile. In questo contesto di rivoluzione e incertezza, il delitto del Circeo squarciò il velo della "normalità", rivelando l'abisso di violenza e ingiustizia propri di una società patriarcale.

Il 29 settembre di quell'anno Rosaria Lopez, 19 anni, e Donatella Colasanti, 17, due ragazze di estrazione popolare, furono invitate a una festa da tre giovani rampolli dell'alta borghesia romana: Angelo Izzo, 20 anni, Gianni Guido, 19, e Andrea Ghira, 22. Le ragazze accettarono l'invito. La promessa di una serata spensierata si trasformò in un incubo lungo quasi due giorni, consumato in una villa a San Felice Circeo, in via della Fonte di Mezzasomma.

Le violenze subite da Rosaria e Donatella furono di una crudeltà inaudita. Segregate e torturate, le due giovani vissero un'agonia che sembrava non avere fine, un calvario che si svolse nel silenzio di quelle mura. I tre aguzzini, convinti di averle uccise, caricarono i loro corpi nel bagagliaio di una Fiat 127 per disfarsene a Roma. Parcheggiarono senza rendersi conto che erano ancora vive. Battendo i pugni contro i sedili per chiedere aiuto, Donatella Colasanti riuscì a salvarsi. La sua forza d'animo e il suo coraggio hanno permesso che l'orrore fosse scoperto. L'auto, parcheggiata in via Pola a Roma, fu notata da una pattuglia, che scoprì all'interno Rosaria Lopez ormai in fin di vita, e una ragazza nuda e straziata, Donatella Colasanti, che chiedeva aiuto. Rosaria morì poco dopo a causa delle ferite, mentre Donatella sopravvisse e grazie alla sua testimonianza coraggiosa portò i suoi aguzzini davanti alla giustizia.


(Le targhe che ricordano Rosaria Lopez e Donatella Colasanti)


Un delitto che sconvolse il paese. Il processo che ne seguì fu un dramma giudiziario che mise in discussione l'intera società italiana dell'epoca, concentrandosi non solo sulla brutalità del crimine ma anche sulla violenza sessuale maschile contro le donne. La difesa dei tre ragazzi tentò di sminuire la gravità dei fatti, arrivando a colpevolizzare le vittime, sostenendo che le ragazze, di estrazione popolare e provenienti dal quartiere della Montagnola, avessero in qualche modo provocato gli eventi. Questa linea difensiva, purtroppo comune in casi di violenza sessuale, si scontrò duramente con la forza della testimonianza di Donatella Colasanti e con la tenacia dell'avvocata Tina Lagostena Bassi.

Grazie a questa battaglia, per la prima volta l'opinione pubblica percepì lo stupro non più come un "reato contro la morale", ma come una vera e propria violenza contro la persona. I tre colpevoli furono condannati: Angelo Izzo e Andrea Ghira all'ergastolo, e Gianni Guido a 30 anni.

Il processo del Circeo fu un catalizzatore per il movimento femminista, che già da anni lottava per la parità di genere. Fu un ulteriore stimolo per le battaglie che negli anni '70 portarono a riforme storiche, come quella del diritto di famiglia nel 1975, che sancì la parità giuridica tra i coniugi, e l'approvazione della legge sull'aborto nel 1978.

Il delitto del Circeo ha continuato a gettare la sua ombra sulla cronaca italiana per decenni, anche a causa delle vicende dei suoi tre protagonisti.

Andrea Ghira, l'unico dei tre a fuggire subito dopo il delitto, non è mai stato catturato. Ha vissuto da latitante in Spagna, arruolandosi nella Legione straniera. Morì per overdose di eroina nel 1994, ma la sua morte è stata accertata solo nel 2005.

Gianni Guido, condannato a 30 anni, tentò più volte la fuga. Dopo aver scontato la pena e grazie a vari sconti, è tornato in libertà nel 2009. Da allora, non ci sono informazioni pubbliche sul suo conto.



Angelo Izzo, considerato la mente del massacro, ha continuato a commettere crimini. Nel 2005, in regime di semilibertà, tornò a uccidere. Il 28 aprile di quell'anno rapì, violentò e uccise in un casale a Ferrazzano, in Molise, due donne: Maria Carmela Linciano, 49 anni, e la figlia Valentina Maiorano, 14. Per questo duplice omicidio, conosciuto come il "massacro di Ferrazzano", Izzo fu condannato a un secondo ergastolo. Oggi si trova ancora in carcere.

La brutalità del delitto del Circeo non è stata un caso isolato. Negli anni, l'Italia ha assistito a una lunga serie di femminicidi efferati, come l'omicidio di Meredith Kercher nel 2007, quello di Sarah Scazzi nel 2010 e, più recentemente, il caso di Giulia Cecchettin nel 2023. Giusto per nominarne tre perché in 50 anni se qualcuno li avesse contati...

Oggi Izzo, Guido e Ghira frequenterebbero il deep web e il dark web , che sono luoghi dove trovano spazio e si organizzano gruppi maschilisti e misogini. Questi ambienti, grazie all'anonimato che offrono, diventano terreni fertili per la diffusione di ideologie di odio contro le donne.

Questi gruppi fanno spesso parte di un ecosistema più ampio e diffuso, chiamato "manosfera", che include anche siti e forum sul web di superficie (clearnet), e sono accomunati da una visione del mondo in cui le donne sono viste come responsabili dei problemi sociali, economici e personali degli uomini. Le comunità più note in questi ambienti sono:

Gli Incel: acronimo di "involuntary celibates" (celibi involontari), si identificano in un'ideologia che attribuisce la loro mancanza di successo con le donne a un'ingiustizia del sistema sociale, arrivando a giustificare la violenza. Questi gruppi sono stati collegati a diversi attacchi e omicidi di massa in varie parti del mondo.

La Red Pill: il termine, ispirato al film Matrix, indica la presunta consapevolezza che gli uomini avrebbero raggiunto sulla "vera natura" delle donne e del mondo. Chi si "redpilla" abbraccia una visione misogina e ritiene che il femminismo abbia danneggiato la società e i diritti degli uomini.

MGTOW: "Men Going Their Own Way" (Uomini che vanno per la loro strada). È un movimento che promuove la separazione totale degli uomini dalle donne in ambito romantico e sentimentale, ritenendo che il matrimonio e le relazioni siano strumenti a scapito degli uomini.

Questi gruppi non si limitano a condividere opinioni, ma creano un ambiente tossico che può portare alla radicalizzazione dei membri, con esiti drammatici come la pianificazione di atti di violenza contro le donne. Le piattaforme del deep web e del dark web offrono loro un rifugio in cui i contenuti non vengono moderati e dove è possibile discutere apertamente e impunemente di odio e di violenza.

Il delitto del Circeo rimane un simbolo e un monito, un grido di dolore per le vittime del passato e del presente, che continua a chiedere una riflessione profonda sulla società.

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