TERRE MUTATE
CAMMINO-RETE
FRA I PAESI
DEL SISMA

Il Cammino nelle Terre Mutate è un progetto senza precedenti, “cucito” pezzo per pezzo nel cuore dell’Appennino centrale, la spina dorsale dell’Italia. Un viaggio a passo lento che ha lo scopo di ricucire la rete di relazioni umane e di quotidianità interrotta nei territori trasformati dall’onda sismica; terre legate da un destino comune.

L'ago si chiama Movimento Tellurico, FederTrek e Ape Roma (Associazione Proletari Escursionisti), che con l’apporto del CAI di Amatrice (RI) e altri volontari hanno curato il progetto; il filo sono i passi dei camminatori lungo un percorso che scende quasi verticale, da Fabriano a L’Aquila, attraverso quattro regioni: Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. 14 tappe e 257 chilometri lungo il sistema di faglie che ha spostato l’Appennino di 40 cm a ovest di Norcia con uno sprofondamento di 70 a Castelluccio (Norcia).


(La faglia del Monte Vettore e Castelluccio di Norcia)


(La mappa del cammino nelle Terre mutate)

Il Cammino nelle Terre Mutate è unico nella storia del turismo italiano. Nasce e cresce dal basso con una propria peculiarità definita nell’itinerario e nell’intento: essere il primo cammino solidale d’Europa. Tutto nacque in seguito alla camminata-evento, la Lunga Marcia per L’Aquila, organizzata a Roma nel 2012, con partenza da piazza del Popolo, da un gruppo di volontari come segno di protesta per i ritardi nella ricostruzione, e di vicinanza alla popolazione del capoluogo abruzzese. Una settimana di viaggio a piedi per sentieri e carrarecce su un' idea di Enrico Sgarella (fondatore dell'associazione Movimento Tellurico).



La prima edizione si svolse con successo, e fu ripetuta per cinque anni di seguito. Con i successivi terremoti nel Centro Italia (2016) e a Campotosto e Rigopiano (Abruzzo 2017) nacque l’esigenza di un nuovo progetto, quello che oggi è Il Cammino nelle Terre Mutate. Il nome nacque dal contatto tra Enrico Sgarella e un comitato di associazioni di donne aquilane. In particolare con Nicoletta Bardi dell’associazione Donne Terremutate. “Ci è piaciuto il nome della loro associazione e lo abbiamo separato: Terre Mutate” racconta Sgarella.

Il progetto ebbe il sostegno delle quattro Regioni (Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria), del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, di Banca Etica, di Amministrazioni comunali, aziende turistiche e commerciali del territorio e di numerose organizzazioni nazionali e locali.


(Il logo del Cammino)

Ciò che nasceva come marcia è diventato un cammino permanente, percorribile da chiunque in qualsiasi momento dell’anno, contando sulle indicazioni dettagliate della guida “Il Cammino nelle Terre Mutate”, scritta da Enrico Sgarella (Terre di Mezzo editore, pp 144, 18 euro) e arricchita nella seconda edizione dalle varianti per chi viaggia in bicicletta, con un percorso cicloturistico e uno dedicato alle mountain bike.


(La guida di Enrico Sgarella)

Le Terre Mutate sono le zone che si incontrano dove la forza della natura ha prodotto mutamenti nella geografia e nelle persone, generando storie meritevoli di essere conosciute. “…Sono passato e non c’era nessuno. Silenzio attorno e dentro le case. Lontano si sentiva abbaiare un cane e nel cielo gracchiare una coppia di corvi… Ricordavo chi abitava qui porta per porta… I discendenti di coloro che le avevano costruite…non ci sono più.” (Mario Rigoni Stern, Le stagioni di Giacomo, Einaudi, Torino 1995) Anche se non di guerra si tratta, il paesaggio così appare in alcuni luoghi del Cammino.

Nei paesi dove l’agibilità è ancora lontana e l’ospitalità non può essere offerta in hotel, B&B o agriturismo, sono a disposizione rifugi, case private, aziende agricole e campeggi che aumentano l’autenticità dell’esperienza e la possibilità di condividere racconti e gustare, a cena, i piatti della tradizione.

Il cammino corale di conoscenza di Terre Mutate, ma anche im-mutate, perché le montagne sono rimaste, nessuno le ha portate via. I paesi hanno cambiato fisionomia, in certi casi la natura. Alle porte di Norcia un torrente carsico, il Torbidone, che dopo il terremoto del 1979 era quasi scomparso, è riemerso alla grande con una portata in continuo aumento degna di un vero e proprio fiume. Un evento probabilmente generato dall’abbassamento del terreno di alcune decine di centimetri.


(Il Torbidone nei pressi di Norcia - foto da Neve Appennino)

Le tappe del Cammino sono state pensate per favorire l’incontro e l’ascolto delle comunità. Per questo, prima di partire, si raccomanda di prendere contatto con le strutture e di informarsi sul pernottamento. Viene rilasciata una credenziale ai viaggiatori che a piedi, in bici o a cavallo, intendono compiere l’esperienza di viaggio lento. Sul documento sono riportati il luogo e la data di partenza, quelli d’arrivo e i timbri dei luoghi visitati e delle strutture di ospitalità in cui si è stati accolti.


(Le credenziali del Cammino)

Dal 25 al 31 agosto c’è, inoltre, la possibilità di compiere questa esperienza con la musica; sette giorni di cammino con il “jazz italiano nelle terre del sisma”, un progetto itinerante che tocca le quattro regioni con arrivo a l'Aquila per la grande maratona del jazz italiano, l’appuntamento atteso in città il 2 e 3 settembre di ogni anno.

SCHEDA TECNICA

Lunghezza: 250 km

Tappe: 14

Partenza: Fabriano

Arrivo: L'Aquila

1 Fabriano ➔ Matelica 26,4
2 Matelica ➔ Camerino 23,2
3 Camerino ➔ Fiastra 21,4
4 Fiastra ➔ Ussita 17,7
5 Ussita ➔ Campi 20,5
6 Campi ➔ Norcia 9,9 7
7 Norcia ➔ Castelluccio di Norcia 15,4
8 Castelluccio di Norcia ➔ Arquata del Tronto 18,1
9 Arquata del Tronto ➔ Accumoli 18,3
10 Accumoli ➔ Amatrice 17,6
11 Amatrice ➔ Campotosto 14,1
12 Campotosto ➔ Mascioni 13,0
13 Mascioni ➔ Collebrincioni 24,6
14 Collebrincioni ➔ L’Aquila 9,0


(Un tratto del Cammino - foto Marche active tourism)

Attraversare le Terre Mutate significa incontrare un’Italia della resistenza e della restanza. Per mettersi in cammino e portare un contributo a questi territori, basta poco: uno zaino leggero e partire. Per centinaia di migliaia di anni abbiamo conosciuto solo un modo per muoverci: mettere un passo davanti all'altro; in qualche caso muli e cavalli hanno aiutato.

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