Lo spopolamento dei paesi è un tema sempre più attuale, prodotto com'è dall’assenza dei servizi essenziali (scuola, servizio sanitario, collegamenti con altri centri, assenza di wi-fi) e dall’invecchiamento della popolazione. Ma tra i problemi principali ci sono i giovani che vanno a formarsi altrove per non tornare più.
Nel fine settimana dal 20 al 22 settembre, nel Centro Visita del Parco Alpi Marittime a Vernante, in Valle Vermenagna (CN) in Piemonte, si svolgerà l’edizione zero della Scuola di Ecologia Politica in Montagna. Si tratta di un’iniziativa che mette in gioco fattori economici, sociali e culturali (dall’accademia all’impresa) e più interlocutori (studenti, imprese e amministratori) per far emergere idee e buone pratiche che incidano positivamente sulla crisi ecologica. Aprire una riflessione e un confronto nelle terre alte italiane è un modo per osservare il modello-città, i suoi cortocircuiti e i suoi fallimenti da una prospettiva alternativa.

L’edizione piemontese, rivolta principalmente a studenti universitari e giovani under 35 interessati alla tematica, ha fatto il pienone. Il territorio ha raccolto l’invito con entusiasmo; l’iniziativa è stata interpretata come un’opportunità per fare sistema e ottimizzare le risorse. Si è reso necessario, per ragioni logistiche, chiudere le iscrizioni a quota 70 partecipanti. La partecipazione è gratuita e sono previste cinque borse di ricerca, del valore di 500 euro l’una.
L’edizione alpina si rende possibile grazie a Noau (da Know-How) - Officina Culturale, un collettivo che dal 2016 si occupa di progettazione, management e fundraising per la valorizzazione e la rigenerazione culturale, e alla cooperativa Nemo - Nuova Economia in Montagna, una rete di professionisti nata per generare un’economia orientata al perseguimento di obiettivi sociali e ambientali, basata su processi collaborativi, volti a creare comunità.
I due coordinatori dell’edizione alpina sono Francesca Perlo, project manager di Noau, e Francesco Di Meglio, fondatore della cooperativa Nemo. Un'esperienza di studio specialistico attorno alle tematiche legate alla crisi climatica mondiale declinate sui territori delle terre alte.
L’obiettivo è creare ungruppo portatore di competenze in grado di lavorare sul medio-lungo periodo su progetti comuni, con la facilitazione della Scuola, insieme alle Amministrazioni Pubbliche e agli altri attori di territorio.

La Scuola di Ecologia Politica in Montagna nasce nel 2020 a Castiglione dei Pepoli (BO), sull’Appennino emiliano da un’idea dell’Associazione Boschilla (un progetto di ricerca e produzione multimediale sulla montagna e sulle aree interne per restituire più narrazioni possibili riguardo la montagna, il territorio e l’ambiente) in collaborazione con Articolture, casa di produzione culturale di Bologna, e Bottega Bologna APS. Il 2020, l’anno della pandemia, ha costretto a rivedere tutte le progettazioni e le amministrazioni locali hanno voluto rilanciare il senso di un presidio territoriale, ponendosi domande rispetto alla relazione tra gli esseri umani e il proprio ambiente; in particolare rispetto alla relazione tra la città e la montagna.
L’idea di esportare la Scuola sulle Alpi deriva dalla mancanza di opportunità per i giovani sul proprio territorio d’origine e quindi dalla volontà di offrire loro la possibilità, attraverso lo studio del territorio, di affrontarne le criticità e evidenziare le potenzialità per un ritorno alle competenze.
La scelta delle valli cuneesi è dovuta ai guasti più tangibili legati alla crisi climatica. Per citarne solo due: la chiusura del tunnel di Tenda dovuta alla tempesta Alex e l’isolamento che ne è conseguito e la crisi del comparto sciistico del comprensorio di Limone Piemonte.
L’edizione zero della scuola rappresenta l’inizio di un’esperienza che nei prossimi anni punta a coinvolgere tutte le valli cuneesi, per strutturare un dialogo continuativo tra terre alte alpine e appenniniche.
In Appennino, invece, si svolgerà la quinta edizione 2024 dall’11 al 13 ottobre e i corsi si terranno nel territorio di Castiglione dei Pepoli e in tutta l’area dell’Appennino bolognese (grazie alla collaborazione con i Comuni di Camugnano e San Benedetto Val di Sambro e con l’Unione Appennino Bolognese). “Futuro” è il tema di quest’anno che verrà affrontato su due filoni principali: la memoria e le scuole, presidi imprescindibili nelle terre alte per costruire nuovi percorsi e affrontare le sfide contemporanee, in modo rigorosamente ecologico.

I quesiti fondamentali sono rivolti a cosa possa favorire la permanenza delle nuove generazioni in Appennino; quali spazi di cultura e di socialità possono alimentare il loro presente per costruire nuovi futuri possibili. L’obiettivo è quello di creare un gruppo portatore di competenze in grado di lavorare sul medio-lungo periodo su progetti comuni, con la facilitazione della Scuola, insieme alle Amministrazioni Pubbliche e agli altri attori di territorio.
L’auspicio è che la Scuola di Ecologia Politica in Montagna, sulle Alpi e sugli Appennini possa diventare un punto di riferimento per la ricerca-azione aperto a chi, per lavoro, passione o spirito di partecipazione e cittadinanza attiva, voglia avvicinarsi all’ecologia politica.