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Sono più di cento le opere di Joan Mirò esposte a partire da oggi, 5 dicembre, alla basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta di Napoli: litografie, acqueforti e acquetinte realizzate tra il 1950 e il 1981 e provenienti da collezioni private.
La mostra, intitolata 'Joan Miró: per poi arrivare all’anima', è curata da Achille Bonito Oliva con Vittoria Mainoldi, e propone un viaggio attraverso la ricerca espressiva dell’artista catalano, soffermandosi sul suo rapporto con la parola, la grafica e le diverse tecniche della stampa.
Il poeta Jacques Prévert descriveva Mirò come “un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. E il visitatore della mostra napoletana potrà farsi un’idea del surrealismo di Mirò attraverso le sette aree tematiche del progetto espositivo: Miró e il mondo dell’editoria, che evidenzia l’interazione tra arti visive e letteratura, il ruolo del libro come spazio di sperimentazione e la democratizzazione dell’arte attraverso la stampa e i libri d’arte; Mirò litografo, con l’importanza della litografia come mezzo di invenzione artistica e la sua evoluzione nei volumi Lithographe I e Lithographe II. La terza area tematica, Femmes, Oiseaux, Personnages, vede la presenza della figura femminile, della natura (in particolare gli uccelli) e dei “Personnages”, ovvero creature ibride e universali.
Nella quarta area, Scrittori, Artisti, Amici, si evidenziano i rapporti con poeti, scrittori, artisti e l’importanza della dimensione collettiva e relazionale nel suo percorso creativo, mentre in Musica e Teatro il focus è l’interesse per le sperimentazioni musicali e teatrali, le collaborazioni con musicisti e la realizzazione di copertine discografiche. La parte dedicata a Ubu Roi si compone delle litografie dedicate al celebre personaggio creato da Alfred Jarry e, infine, con Parole e Segni si racconta il linguaggio visivo come forma di poesia, l’uso di segni e simboli come alfabeto personale e la libertà interpretativa lasciata allo spettatore.
Tra le principali opere esposte si distinguono le litografie a colori Centenario Mourlot (1953), riferimento fondamentale per la collaborazione tra Joan Miró e la storica stamperia Mourlot; Serie II, blu e rosso (1961), esempio della ricerca cromatica e gestuale di Miró negli anni Sessanta. Los vigias (Les guetteurs) (1964), opera di grande formato e impatto visivo; Midi le trèfle blanc (1968), acquaforte acquatinta a colori, rappresenta la sperimentazione di Miró con le tecniche incisorie, e Oda a Joan Miró (1973), omaggio all’artista e sintesi della sua poetica. Tra le numerose opere, anche riproduzioni di copertine di libri, cataloghi di mostre e copertine di LP illustrate da Joan Miró.
La rassegna, organizzata da Navigare srl, gode del patrocinio del Comune di Napoli, del Consolato di Spagna, dell’Istituto Cervantes e della collaborazione di Lapis Museum e resterà aperta fino al 19 aprile dell’anno prossimo, già candidandosi a essere una delle più visitate di questo periodo natalizio.
La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì ore 9:30 – 19:30; sabato, domenica e festivi: 9:30 – 20:30. Costo biglietto intero: giorni feriali 13 euro; fine settimana e festivi 15 euro. Vendita online: ticketone.it. Info: www.navigaresrl.com
Tina Pane