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Con un weekend di visite guidate in anteprima, sotto il beneaugurante titolo di “Aspettando primavera”, è stato presentato alla stampa e alla città il restaurato Giardino Romantico di Palazzo Reale a Napoli. Chiuso a settembre del 2024, avrebbe dovuto aprire dopo circa un anno ma i tempi della Natura si sono sovrapposti a quelli dei lavori ed è stato necessario sospendere il cantiere durante la scorsa caldissima estate e attendere temperature meno afose per mettere mano al manto erboso e alla messa a dimora delle piante.
Il Giardino Romantico, un luogo molto caro alla cittadinanza e parte integrante del “sistema” museale e architettonico composto da Palazzo Reale, Biblioteca Nazionale e Teatro San Carlo, ha un’estensione di oltre 14mila metri quadri, che nella sua parte più esterna presenta un bell’affaccio su Castelnuovo e il Vesuvio.
I lavori hanno interessato la risistemazione delle componenti vegetale, impiantistica e architettonica per restituire la complessa e stratificata immagine storica del luogo, che nacque nel 1842 quando l’architetto Gaetano Genovese e il botanico tedesco Friederic Dehnhardt lo ridisegnarono, ripartendo dal giardino del palazzo dei viceré a seguito dell’abbattimento di alcuni edifici adibiti a maneggio.
“L'intervento è stato analizzato e progettato dopo due anni di studi, ricerche e indagini, con la finalità di arricchire il patrimonio vegetale e recuperare la valenza del collezionismo botanico - racconta l’architetto paesaggista Marco Ferrari -. Oltre a pavimentazioni e impianti, i lavori hanno interessato gli esemplari arborei esistenti, sia con potature finalizzate a riequilibrare portamento e dimensione delle piante sia con alcuni abbattimenti utili alla messa in sicurezza dei luoghi a seguito di indagini diagnostiche e fitostatiche”.
Oltre al “salvataggio” del centenario Pinus canariensis al quale sono state liberate le radici, è stata condotta un’importante azione di consolidamento di un tratto del muretto lapideo neobarocco del viale novecentesco, che stava cedendo sotto la pressione delle radici di uno degli storici Ficus magnolioides presenti nel giardino, per le cui radici aeree, debitamente imbracate, è stata creata un’apposita aiuola che le ospiterà.
L'architetto Almerinda Padricelli, responsabile del progetto, rimarca “l'importanza del recupero non solo del verde, ma anche della parte infrastrutturale e impiantistica, per offrire ai visitatori la fruizione in sicurezza di un luogo che mette in connessione, oltre agli spazi museali del Palazzo Reale, anche quelli della Biblioteca Nazionale e del Teatro San Carlo.”
Il rifacimento delle pavimentazioni, infatti, ha costituito l'occasione per intervenire nell'adeguamento dei sottostanti impianti idrico-sanitario, antincendio, di irrigazione e di illuminazione, così da garantire una manutenzione costante del giardino attraverso l’ottimizzazione e la gestione sostenibile delle risorse.
Una volta terminati i lavori sotterranei, è stato possibile stendere le nuove pavimentazioni in cocciopesto di tufo e provvedere alla messa a dimora di oltre 4mila piante tra alberi, arbusti e specie erbacee con scelte che hanno tenuto conto degli elenchi delle forniture redatti dal “giardiniere botanico” Dehnhardt tra il 1842 e il 1843, opportunamente valutate alla luce degli attuali scenari ambientali.
Mentre i lavori del giardino, caratterizzato da aiuole sinuose, sono ormai in fase di ultimazione, è stato recentemente avviato un ulteriore cantiere, relativo al restauro della cancellata monumentale che circonda il giardino lungo via San Carlo. Sui teli di cantiere è riportata la scritta "AverCura", senza logo o immagine, solo un'esortazione al rispetto e alla cura dei nostri beni culturali.
Prima del cantiere il giardino romantico si trovava in uno stato di conservazione segnato dai danni del tempo e dall’impatto umano, un pubblico numeroso ed eterogeneo non sempre consapevole del valore del luogo.
“Gli interventi per oltre 900mila euro rientrano nell’ambito del Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali, finanziato dal Ministero della Cultura - sottolinea la direttrice delegata del Palazzo Reale di Napoli Tiziana D’Angelo -. Abbiamo voluto aprire le porte del cantiere affinché i visitatori potessero constatare la complessità del restauro di circa un ettaro e mezzo, che rappresenta un vero gioiello, polmone verde al centro della città, ma anche soprattutto luogo della cultura da preservare e rispettare”.
Tina Pane