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Cercando l'America

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All come to look for America



Per capire America di Paul Simon bisogna vedere un film, Il laureato, di Mike Nichols con Dustin Hoffman. Che poi pure là di Paul Simon ce n’è a palate. Ma non è quello che ci interessa. A noi interessa l’ultima scena, in cui Ben, dopo aver fatto fiamme e fuoco per riavere la sua Elaine dagli occhi indimenticabili, sfidando padri capitalisti, madri virago, famiglie di borghesi arricchiti, convenzioni sociali di ogni genere, fino a strapparla letteralmente via dall’altare nel giorno del matrimonio con un altro clone giovane di quella stessa società, sale con lei ancora in abito da sposa a bordo di un pullman di linea che va… dove va? E dove andranno loro, ora? Il film finisce sui loro sguardi sempre più smarriti, sulle loro teste che tendono sempre più a guardare da un’altra parte pur di non vedere l’incertezza attanagliante di un futuro forse neanche incerto, forse inesistente.


Era il 1967 e l’anno dopo Simon, chissà quanto consapevolmente, riprende quella scena descrivendo due giovani (lei ora è Kathy) che, conosciutisi da poco e muniti solo di sigarette e qualche merendina, si imbarcano su un pullman (quello non manca mai) a Pittsburgh, per trovare l’America.


Illustrazione di Adriana Tessier
cpme a ostenda

Sono giovani e felici, eccitati da quell’avventura iniziata nel Michigan, cazzeggiano come tutti i ragazzi sui pullman, rompono le palle agli altri viaggiatori come tutti i ragazzi sui pullman ma al sorgere della luna una insidiosa malinconia si impossessa delle loro anime e se lei tenta di scacciarla immergendosi nella lettura lui non ce la fa a nasconderla e “Sono perso”, le dice mentre lei sonnecchia e mentre dal finestrino si apre il desolato scenario di un campo aperto.


Proprio come Ben ed Elaine, anche il matrimonio delle loro ricchezze giovanili comincia a infrangersi sulla consapevolezza che tutti cercano l’America e nessuno la trova perché l’America, il sogno americano, non esiste, ci sono solo autostrade alienanti piene di auto che girano a vuoto.


E magari in fondo in fondo al viaggio il Covid-19 quando avranno ottant’anni e l’America sarà ben felice di sbarazzarsi di loro, ma questo non lo sanno ancora.


Mai stato in America, mai ormai ci andrò, credo. E così ancora un viaggio fatto di note, della voce sempre giovane di Paul Simon. Ma chissà, magari così sarà lecito per me immaginarmela come vera l’America che non c’è, e guardare negli occhi la mia Elaine e mettermi in posa con la mia Kathy per la foto che la spia in gabardine ci sta facendo con il suo cravattino che in realtà è una macchina fotografica.


All come to look for America




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