ASTYPALEA
FARFALLA
DELL'EGEO

Come una farfalla Astypalea dispiega le sue ali nel Mediterraneo. Siamo al confine tra le isole Cicladi e le isole del Dodecaneso. Brulla, ma ricoperta qua e là da macchie di oleandri rosa, bouganville, tamerici di pascoliana memoria e pini, Astypalea nasconde le sue calette più belle in fondo a ripidi sentieri o strade sterrate. È un luogo ancora molto autentico, al riparo dal turismo forsennato di tante altre sue consorelle. Visitatori ce ne sono, certo, anche perché, oltre ai collegamenti marittimi, vi sono anche voli da Atene che raggiungono il minuscolo aeroporto affacciato sul mare. Però, per una volta, sono i greci a prevalere e la loro lingua a risuonare maggiormente. L’accoglienza riecheggia un antico senso di ospitalità, tra sorrisi, piccoli omaggi inattesi e conversazioni improbabili in cui gli idiomi si mescolano e alla fine in qualche modo ci si intende.

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(Chora)

Al centro dell’isola c’è il capoluogo, Chora, arrampicata sulla collina con le sue case tutte bianche con le porte e le finestre azzurre. Dal porticciuolo un dedalo di stradine e scalette s’inerpica lungo le pendici della collina e conduce in cima. Ovunque, lungo il percorso, gatti. Sulla sommità, dopo un viale in cui si susseguono otto mulini a vento, si apre una piazza molto animata e da lì altri vicoletti erti e scale permettono di raggiungere il castello che domina la città e la baia e che si rivela particolarmente suggestivo al calar del sole.

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(Il porto)

Un tempo, il castello racchiudeva nella sua cinta anche le abitazioni della maggior parte degli isolani e fungeva da baluardo contro le invasioni dei pirati saraceni. Anche se in stato di rovina a causa del devastante terremoto del 1956, lascia ancora intravedere la composita struttura architettonica che comprende anche una delle tante chiesette bianche con cupola azzurra. Il castello fu fatto erigere nel 1430 nel luogo in cui si trovava precedentemente una fortificazione romana, a sua volta costruita su un’acropoli risalente all’VIII secolo a.C., da Giovanni Querini, che governava la città nel periodo in cui l’isola era dominata dai veneziani, nel tentativo di ripopolarla dopo che era rimasta quasi disabitata per via delle invasioni turche. Era l’epoca in cui l’isola veniva chiamata Stampalia.

Astypalea significa “città vecchia”. E antica lo è veramente: i primi abitanti furono fenici, cui subentrarono greci e romani; successivamente entrò a far parte dell’impero bizantino e nel 1201 della Repubblica di Venezia. Poi fu conquistata dai turchi e nel 1912 dagli italiani prima di essere occupata dai tedeschi (1943-45) e dopo dai britannici. Solo nel 1947 diventò nuovamente parte integrante della Grecia.

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(Tramonto)

Nota fin da tempi immemori per la totale assenza di serpenti che, anche se per caso introdotti surrettiziamente sul suo suolo, pare muoiano immediatamente (almeno così vuole la leggenda), Astypalea si distingue anche per una serie di iniziative interessanti. Innanzitutto, è il fulcro dell’avveniristico progetto “Smart sustainable island” promosso dalla Volkswagen, grazie al quale, a lungo termine, dovrebbe trasformarsi in un’isola pienamente ecologica. Il progetto, già avviato, prevede la totale sostituzione del parco di auto e moto dell’isola con veicoli elettrici e la generazione dell’energia necessaria dal sole e dal vento. Per ora siamo ancora alla fase 1 – spiega Dafni, una ragazza i cui occhi brillano per l’entusiasmo – ma, nel giro dei prossimi anni, l’iniziativa dovrebbe essere realizzata integralmente.

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(Gli otto mulini)

Dafni fa pubblicità all’impresa all’interno di uno degli otto mulini dal tetto rosso. Un altro è stato adibito a biblioteca pubblica. È una sorta di caverna di Alì Babà con una marea di libri in tutte le lingue (molto nutrita la sezione italiana) che tappezzano le pareti del mulino. Per prendere in prestito un libro basta segnare il proprio nome su un quaderno e promettere di riportarlo prima di ripartire alla gentile signora che gestisce questo piccolo regno delle meraviglie. Anche altri mulini si sono riciclati in spazi polifunzionali. Il più originale è Katsika, che ospita oggetti di artigianato, tutti rigorosamente ispirati alle capre che, secondo un detto locale, sull’isola sono più numerose degli uomini. E, in effetti, se ne vedono dappertutto e con il loro formaggio si preparano diverse pietanze tipiche. A volte scendono fino al mare.

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(Il negozio delle capre)

A proposito di mare, come trasmetterne la bellezza senza cadere nei clichés? È un’impresa quasi impossibile perché l’acqua è davvero trasparente, cristallina, con sfumature di blu e di verde. Le spiagge, di ciottoli nell’area corrispondente all’ala orientale della farfalla (Plakes, Ble Limanaki), di sabbia grigioscura ad ovest (Kaminakia, Vatses) vanno conquistate e godute approfittando dell’ombra proiettata dalle rocce o dai pini.

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(Mare ad Astypalea)

Ad Astypalea il tempo sembra essersi fermato una trentina d’anni fa. È un posto per sognatori il cui ritmo è quello del mare e del vento. Un consiglio: astenersi pantofolai e modaioli, motorizzati fissi e amanti della movida.

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