MADEIRA
ISOLA-PERLA
DEI FIORI
E DEL VINO

Il viaggio inizia con un atterraggio rocambolesco. La pista dell’aeroporto è piccola e circondata su tre lati dall’acqua. L’impressione, infatti, è quella di ammarare. Parlando con i locali si scopre poi che solo i piloti più esperti sono autorizzati a cimentarsi con l’atterraggio in questa isola abbastanza remota, europea a tutti gli effetti (lingua, cultura, uso dell’euro), ma molto più vicina alle coste del Marocco che a quelle del Portogallo di cui è parte integrante (come regione autonoma, tengono a precisare con orgoglio gli isolani). Dove siamo? A Madeira, un’isola di origine vulcanica (ma gli ultimi crateri si sono spenti più di 4500 anni fa) la cui storia è, per una volta, del tutto incruenta.

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Perché, quando nel 1419 sono approdati qui i primi portoghesi, l’isola era totalmente disabitata. Si ergeva come una foresta quasi impenetrabile tra i flutti dell’oceano e a popolarla c’erano solo gli uccelli. Ancora oggi, la foresta sempreverde di laurisilva occupa il 30% del territorio ed è diventata patrimonio UNESCO dell’umanità. Il rimanente 70% dell’isola del legno (ed è chiara l’etimologia del nome) è stato gradualmente disboscato dai portoghesi che hanno costruito i primi insediamenti e ideato già nel XVI secolo un ingegnoso sistema di irrigazione: le levadas, che hanno reso l’isola rigogliosa.

A bassa e media quota vigneti (che producono per la maggior parte il rinomato vino Madera), patate dolci e altri ortaggi oltre ad alberi e fiori di ogni forma e colore, ad alta quota la foresta primaria in un paesaggio estremamente suggestivo di alberi secolari e cascate. "Levadas” è una delle parole chiave per capire il modo di vivere dei madeirensi: una rete capillare di canaletti che imbrigliano l’acqua di fonti, ruscelli e cascate e la portano a valle distribuendola ai contadini lungo il percorso secondo un calendario preciso che prevede per ciascun appezzamento giorni, orari e durata dell’erogazione.


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Per funzionare, la rete ha bisogno di una continua manutenzione, a cui provvedono i levaderos, e di sentieri praticabili che costeggino le levadas e che sono diventati percorsi ideali per gli appassionati di trekking che accorrono su quest’isola da tutta l’Europa.

Grazie all’abbondanza dell’acqua, la vegetazione è lussureggiante, con piante tropicali, dal fiore di agapanto all’albero del mughetto, dalla strelitzia al tulipano del Gabon, dalla Jacaranda alla canna da zucchero e agli alberi di banane (le normali e le più pregiate prata che crescono solo qui e che vengono tra l’altro utilizzate per la preparazione di pietanze come il filetto di pesce spada alla banana). Tantissimi sono ancora oggi gli uccellini (il più diffuso il fringuello) che si avvicinano ai viandanti senza alcun timore.


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Al mercato si vedono frutti esotici come l’annona e il frutto del filodendro e si beve poncha (rum bianco e limone) fin dal primo mattino. Uno dei mercati coperti più pittoreschi si trova a Funchal (da “finocchio”), la capitale, che ha un bel centro storico, una ricca cattedrale (Sé) ed altre chiese decoratissime come quella dei gesuiti (Igreja do Colégio) ed è sormontata da una collina dove si trovano a diverse altezze un giardino botanico e un giardino tropicale raggiungibile con una teleferica.

La seconda parola chiave di Madeira è quindi – l’avrete intuito – fiori. Nel mese di maggio si celebrano una serie di feste popolari con canti e processioni in cui in un tripudio di fiori sfilano gli abitanti con vestiti tradizionali e il tipico copricapo con un bizzarro puntale. Tra sacro e profano, strumenti antichi e candele accese nelle piazze e sui sagrati delle chiese, soprattutto nei piccoli centri, è tutto un succedersi di feste propiziatorie.


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Un’altra tradizione rimasta molto viva è quella del ricamo: ancora oggi, attraversando le stradine dei villaggi di montagna, capita di imbattersi in ricamatrici solitarie scalze che, sedute per terra, si dedicano a questa arte antica.

Insieme con le isole Canarie, le Azzorre e Capo Verde, Madeira forma un arcipelago multinazionale e plurilinguistico che porta il nome di Macaronesia, attribuitole dai geografi dell’antica Grecia e che significa “isole felici” o “isole fortunate”. Per il suo clima che si riteneva benefico è stata meta di soggiorni di personaggi illustri, tra cui forse il più famoso è Sissi, l’imperatrice d’Austria, che vi trascorse sei mesi nel 1860. La celebrità del momento è però Ronaldo, al quale sono dedicati una statua e un museo, che è il più visitato dell’isola (al calciatore è intitolato anche l’aeroporto).


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Il paesaggio di Madeira è molto vario. Nella parte interna a nord è prevalentemente montagnoso e rupestre con boschi secolari e cascate ed un clima piovoso e spesso nebbioso, mentre la costa è aspra, rocciosa e selvaggia, con falesie a picco sull’oceano spesso in tempesta. Due le località da visitare assolutamente: all’estrema propaggine nord-occidentale, il capo di San Lorenzo (Punta de São Lourenço) con il suo paesaggio lunare, le rocce laviche di varie epoche e colori e calette tra le rocce da entrambi i lati (mare verde e più calmo nel lato interno, oceano blu e tempestoso sul lato esterno). Al punto opposto, a nord-est, la piccola cittadina di Porto Moniz offre piscine naturali di roccia nera incredibilmente suggestive contro cui si infrangono i flutti. Qui il mare è possente e s’incunea tra le pareti rocciose formando dei fiordi. Malgrado la cittadina sia architettonicamente sgraziata, il paesaggio è magnifico.


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Ovunque i sentieri permettono di raggiungere le cime o calare con discese vertiginose verso il mare. L’isola è un paradiso per chi ama il trekking, ma, per la cronaca, i notabili del posto – prima che fossero costruite le strade carrabili – si facevano trasportare su e giù in amache-portantine (hamac) di cui si può ammirare ancora qualche esemplare.

Dei fiori che ricoprono tutta la parte centro-meridionale e della bellezza di Funchal e delle onnipresenti levadas si è già detto; resta da segnalare che il sud, benché piacevolmente soleggiato e paesaggisticamente ridente, delude per un unico aspetto: quello balneare. Le cosiddette spiagge, bellissime se viste dall’alto, per esempio dallo spettacolare belvedere a strapiombo sull’acqua a 580 metri di altezza (Cabo Girão) che ha anche la particolarità di avere il pavimento in vetro, da vicino fanno un tutt’altro effetto.


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In realtà, infatti, consistono in ammassi quasi impraticabili di rocce grigioscure diseguali che rendono impervio l’avvicinamento al mare. In un paio di posti c’è un po’ di sabbia importata dal Marocco, ma nel complesso tra i tantissimi buoni motivi per cui visitare Madeira il bagno di mare non è assolutamente tra i primi. Significativo, a questo proposito, è ricordare che Miguel, abile guida escursionistica locale, alla domanda su dove andasse lui a fare il bagno, ha risposto tranquillamente: “A Porto Santo”. Porto Santo è un’altra isola dell’arcipelago raggiungibile con un traghetto da Madeira in due ore e mezzo…

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