LUIGI VICINANZA

UNA MONTAGNA
DI CARTA IGIENICA

Una montagna di carta igienica. Un centinaio di rotoli. In quantità oversize. Primo pomeriggio d'inizio estate. L'addetto alla distribuzione citofona: c'è un pacco per lei. Una consegna come tante altre, immagino. Scendo nel cortile di casa; l'uomo del corriere è coperto dai piedi in su, fin sopra la cintola, da un pacco trasparente. Il contenuto è inequivocabile. Me lo affida con un sorriso, ci avverto una sottile ironia. Anzi, un evidente sfottò. "È tutta per lei"; la carta igienica, sottintende.

Avrei dovuto essere più scaltro, rimandarla subito indietro. Io non l'ho ordinata. Resto invece incerto sul da farsi. Gli anni della pandemia hanno visto moltiplicarsi gli acquisti online. Libri, tanti. Qualche capo d'abbigliamento. Oggetti di elettronica. Roba per la casa mai, così almeno mi pare in quel momento. Poi penso che possano essere stati i nostri due figli, clienti esperti dello shopping Amazon. Anche se vivono lontano, uno di loro due può aver fatto l'ordine. È vero, hanno lasciato per lavoro la città, come tanti loro coetanei. Ma mi illudo, alla stregua di tutti i genitori meridionali, che stiano programmando un periodo di vacanza giù al Sud. Escludo invece mia moglie, mi avrebbe avvisato. Accetto dunque il pacco, incautamente. Mi informerò coi ragazzi più tardi, penso.


Nel tardo pomeriggio rientra dal lavoro Alma. Le mostro subito l'ingombrante confezione di rotoli. Come avevo immaginato, non ne sa nulla. I ragazzi? Mah, mi sembra strano, mi avverte. In serata due telefonate, due dinieghi. Resta così l'interrogativo: ma allora tutta questa montagna di carta igienica chi me la manda? Il servizio clienti di Amazon rifiuta di dare qualsiasi indicazione, motivi di privacy. Eventualmente solo l'autorità giudiziaria potrà accertare l'autore dei regalo indesiderato. Penso a una coppia di amici di gioventù, principi della goliardia, insieme ai quali continuiamo a sbeffeggiarci ormai ben oltre gli "anta". Sarebbe uno scherzo da par loro.

Li chiamo. No, peccato, ghignano, non ci abbiamo pensato. Non siamo stati noi. E ridono, intuendo il mio disappunto. Se non sono stati neppure loro, chi allora?


Negli ultimi mesi ho scritto alcune analisi sulle pagine napoletane di "Repubblica" affrontando l'escalation della camorra in vaste aree della provincia. Ma mi sembra davvero strano che vi possa essere un collegamento tra la mia attività giornalistica e il pacco-dono. Ma poiché la nostra professione ci porta a facili dietrologie, meglio non escludere nulla. Ne parlo perciò con un collega del giornale, uno bravo, di cui mi fido. Resta sorpreso anche lui ascoltando la ricostruzione che gli faccio. Hai scritto questo e quest'altro - mi ricorda - vuoi vedere che... Il disappunto si trasforma in turbamento. Che senso ha questa roba. Io non l'ho acquistata, nessuno che conosco lo ha fatto. Chi ha pensato di mandarmela in forma anonima fin sotto casa?


Serata, squilla il cellulare. Riconosco il numero, è di una personalità che ha ricoperto importanti incarichi investigativi. "Buonasera...". Avverto un inusuale imbarazzo nella voce. "La chiamo per sapere se ha ricevuto per sbaglio un pacco...". Non gli lascio terminare la frase. Capisco e scoppio in una fragorosa risata liberatoria. Certo che mi è arrivato, erano 48 ore che mi stavo domandando chi fosse lo strano donatore. Gli racconto. Ci chiariamo. Il pacco era destinato alla casa di vacanza del legittimo acquirente. Solo che nella griglia per l'acquisto online per errore è stato inserito il mio indirizzo privato al posto di quello giusto.

Spiegato l'errore di consegna. Ma perché l'acquirente teneva memorizzati i miei dati? Semplice, perché qualche tempo prima mi aveva spedito, sempre a casa mia, il suo ultimo libro. Pare che questo tipo di disguido capiti facilmente quando si memorizzano più indirizzi. Resta in evidenza l'ultimo prescelto per una spedizione. Parlandone, più di un amico mi ha raccontato errori nelle consegne. Amazon, in questi casi, è innocente. Ah, già, il libro. Un bel romanzo. "Giallo", ovviamente. Che io ricorderò per sempre come il thriller del pacco misterioso.





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