Il segreto
di Nora
Ephron
Invecchiare senza memoria. Sorridendo
Una recensione di
GABRIELLA DI LELLIO
“Non mi ricordo niente” è il titolo del racconto che apre un libro di Nora Ephron uscito nel 2011 e ripubblicato quest'anno da Feltrinelli (collana Universale Economica, pag.128, 9,50 euro). Per chi non la conoscesse, Nora Ephron - 1941/2012 - è stata una sceneggiatrice, regista, produttrice e scrittrice americana; una delle autrici più amate dal pubblico femminile, per aver creato personaggi straordinari, indipendenti e forti, molto più vitali degli uomini. E se oggi il suo nome non dice nulla, probabilmente abbiamo visto i suoi film. È stata la sceneggiatrice delle più belle commedie degli ultimi anni. Tanto per citarne alcune, “Harry ti presento Sally”, 1989, uno di quei film da vedere almeno tre volte nella vita, e “Insonnia d’amore”, 1994, per i quali ha ottenuto la candidatura all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
Nora ha un problema con la memoria. E non c'entra l'età; è una condizione che va avanti da quando aveva trent'anni. Lo racconta in questo libro che raccoglie i suoi pensieri, o almeno quelli che ricorda. Sono solo alcuni pezzi, ventitré per la precisione. Gli ultimi due sono le liste di quello che le sarebbe mancato e quello di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

Non mi ricordo niente
di Nora Ephron
Feltrinelli editore
9,50 euro
L’autrice dimentica eventi importanti, che quasi nessuno di noi può annoverare nei propri ricordi, come l’incontro con Eleanor Roosevelt, la notte delle dimissioni di Nixon passata davanti alla Casa Bianca o la marcia su Washington per protestare contro la guerra in Vietnam. “Nonostante mi sia trovata in momenti cruciali della storia dell’umanità, me li sono persi, e poi dimenticati, per distrazione” scrive riferendosi alla marcia su Washington.
“Ci andai con un avvocato con cui uscivo. Passammo quasi tutta la giornata in una stanza d’albergo a fare sesso. Non ne vado fiera, lo racconto per spiegare perché in tutta onestà non ricordo niente della protesta e neanche se sono riuscita ad arrivare al Pentagono… Norman Mailer ha addirittura scritto un libro su quella marcia, 'Le armate della notte', che ha vinto il Pulitzer. Se conosceste me e Norman Mailer e qualcuno vi chiedesse chi di noi era più fissato con il sesso, di sicuro rispondereste Norman Mailer. E vi sbagliereste di grosso.”

In questa raccolta, però, ci sono anche cose di cui si ricorda benissimo: come riuscì a farsi assumere dal New York Post a ventun anni, i tabù di sua madre, le telefonate lampo del padre, quando stava perdendo la memoria, e perché portò a termine la sceneggiatura di “Harry ti presento Sally”: l’aveva iniziata a scrivere per pagare le bollette.
Nora Ephron nacque da una famiglia ebrea. I suoi genitori erano entrambi drammaturghi e sceneggiatori. Iniziò come giornalista per riviste prestigiose come l’Esquire e il New York Times Magazine. Solo dopo esordì nel mondo della letteratura. Pubblicò romanzi e racconti, riuscendo a trasformare il dramma in risata e a ridere di una battuta, anche se di sapore amaro. È stata una regina della leggerezza, anticipando argomenti che sarebbero stati sdoganati solo dopo molti anni.
Fu sposata tre volte, la prima con lo scrittore Dan Greenberg, la seconda con Carl Bernstein, il giornalista del Washington Post che aveva condotto l’inchiesta sul Watergate, di cui era innamoratissima e dal quale ebbe due figli, e l'ultima col giornalista di cronaca nera e sceneggiatore Nicholas Pileggi con cui rimase fino alla morte, nel 2012, per leucemia.
Fu per ‘merito’ del secondo marito Carl Bernstein, che la tradì mentre era incinta del secondo figlio, che Nora mise in pratica un insegnamento di sua madre: “Le nostre tragedie di oggi possono diventare le commedie di domani”, prendendo spunto dalla sua stessa esistenza.

“Credo che mia madre intendesse dire” ha spiegato in più occasioni la scrittrice “che quando scivoli su una buccia di banana la gente ride di te, ma quando sei tu a raccontare di essere scivolato su una buccia di banana, la risata è la tua, quindi diventi un eroe piuttosto che la vittima”.
La reazione di Nora Ephron davanti al comportamento del marito è immortalata in uno scatto fotografico. C’è lei a cena, seduta accanto all’ancora coniuge, con una bella camicetta in seta; lui ha in mano un bicchiere e tiene sulle ginocchia un’altra donna piuttosto intraprendente. La faccia di Nora è quella di chi ha appena capito come andranno le cose, ma preferisce girarsi di spalle e far finta di niente. Descrisse il marito come “capace di fare sesso con una tenda veneziana.”
Nora Ephron era una di noi, e mi ci metto anch’io, aveva la mia età. Nel racconto ‘La parola V’ scrive: “Sono vecchia. Ho sessantanove anni. Non proprio vecchia vecchia, diciamo… ma agli occhi di una persona giovane, sarei vecchia e basta… Ogni settimana c’è una cattiva notizia. Ogni mese un funerale.”
Una di quelle che il nome del film lo hai sulla punta della lingua, sai che è formato da tre parole e che quella centrale è “di”, ma quali sono le altre due? E allora?... Allora Google. Ma poi dimentichi di nuovo.
Anch’io faccio fatica a ricordare e il mondo virtuale non aiuta. Sono capace di intrattenere conversazioni con le persone senza riconoscerle. Immagino cosa possano pensare. Nella migliore dell’ipotesi che sia una intontita, perché non è possibile che non ricordi niente.
Ma anche il mondo fa fatica a ricordare. Lo stress e l'ansia influenzano la memoria, immersi come siamo nel consumo nevrotico dell’oggi e nella disperazione di guerre che non trovano soluzioni.
Ridere e sorridere, fare autoironia diventano un antidoto.
Penso che valga la pena leggere i racconti di Nora Ephron; è stata capace di rendere simpatico, e triste allo stesso tempo, il tema spinoso dell’invecchiamento. Ci ha mostrato che l’amore fa anche ridere e dice esattamente quello che non si vuole sentire: la verità.
L’ha trasformata in una cosa di cui conviene prendere nota, usando un dissacrante senso dell’umorismo intelligente e profondo.
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