LOADING....!!!!!




e

TERRA E POLVERE
L'ALTRA FACCIA
DELLA GRANDEUR
CINESE

di ANDREA ALOI

Provincia di Gansu, nordovest della Cina, vicino al deserto del Gobi. Oggi. I contadini menano vita grama, capi e capetti dei villaggi fanno e disfano, giù quella vecchia casa, su quel condominio. Si strappano vite e radici, e che sarà mai davanti alla lunga marcia della modernità nel Regno di Mezzo? I funzionari viaggiano in Bmw, pagano in ritardo il dovuto a chi coltiva la terra, come Youtie, detto Ferro. Ha la pelle di cuoio, un’età collocabile tra i quaranta e i cinquanta e viaggia sopra un carretto tirato da un asino, più sovente a fianco del carretto, quando è carico di patate, grano o mais, perché Youtie non vuole che il ciuco si stanchi troppo. Un cuore d’oro? No, è un uomo che vive fuso nella natura e sa essere riconoscente per il nido delle rondini e la generosità delle galline ovaiole. Il dolceamaro “Terra e polvere”, sesto lungometraggio del quarantenne Li Ruijun, qui regista, sceneggiatore e montatore, racconta una Cina rurale sideralmente lontana dagli orgogliosi proclami di grandeur e riscossa del Partito comunista. Così vera da aver urtato l’entourage di Xi Jinping, che nel settembre scorso, alla vigilia del ventesimo Congresso celebrato a ottobre, ha letteralmente fatto sparire dalle sale e delle piattatorme il film, pur accolto benissimo dal pubblico. Succede nelle autocrazie, termine perfettamente aderente alla concentrazione di potere indiscutibile nelle mani del supersegretario e dei sodali suoi.



Competizione con l’Occidente, briglie corte ai campioni del capitalismo nazionale, aria di ortodossia ideologica. Nel nuovo corso cinese “Terra e polvere” viene cancellato, film come “Operation Red Sea” di Dante Sam, un inno al coraggio e alla sagacia della Marina cinese, funziona meglio, è più “adatto” allo spirito dei tempi: nel piccolo Stato dello Yewaire, in piena guerra civile, i bravi soldati cinesi salvano centinaia di concittadini e sventano, con l'aiuto di una giornalista sino-francese, le malefatte dei terroristi locali. Ispirato all’evacuazione di oltre ottocento civili dal porto meridionale di Aden nello Yemen, avvenuta nel 2015, “Operation Red Sea”, perfettamente aderente ai clichés delle pellicole belliche made in Usa, è stato benedetto ufficialmente con una proiezione speciale al Congresso nazionale del Pcc. Probabilmente Li Ruijun era nel mirino dei censori/eliminatori da tempo, non è mai stato un regista che sa mordersi la lingua, e stavolta, con una storia ambientata a Gaotai nel suo villaggio natale del Gansu, proprio non poteva riuscirci.



La terra arata da Youtie (Wu Renlin, zio del regista e contadino autentico) in un villaggio preindustriale e atavico è generosa, ma che fatica. Da un po’ di tempo gli dà silente conforto Guiying (la brava e famosa Hai Qing, presente, tra l’altro, nel fim bellico di cui sopra, per dare consistenza alla sua interpretazione in “Terra e polvere” è andata a vivere davvero nel villaggio per alcuni mesi), diventata sua moglie in virtù di un matrimonio combinato, pratica diffusa in quelle zone di ultraperiferia del Paese. Guiying è debole, una mano pare offesa dal Parkinson, soffre di enuresi, al villaggio passa per una donna inutile. Era un peso per la famiglia e pure l’ispido Youtie era sgradito in casa, un sensale li ha uniti, il tempo della quotidianità, le ciotole di riso, il garbo reciproco, le piccole attenzioni affettuose faranno maturare una forma d’amore pudica, un’elegia minima scandita dai tramonti, dalle fioche luci, dai gesti di cura. La Natura sembra benedirli e il regista questa tenerezza che vibra di piccole cose ce la fa sentire splendidamente. Youtie e Guiying sono diversi da chi corre per nuovo denaro: un prato, un ruscello, una carezza all’asino e sono tranquillamente felici. Coi semi di grano premuti sulla pelle si “disegnano” tatuaggi a forma di fiore.



Schiettamente poveri, sempre più uniti, il “progresso” li tiene sotto tiro, devono abbandonare casa, un’altra la tirano su con passione, un mattone d’argilla via l’altro. Verrà demolita anche questa, il destino porta scritto per Youtie un agghiacciante appartamento in condominio, per Guiying - aveva così commentato la sua vita: “Quell’asino ha avuto una vita migliore della mia” - c’è in serbo di peggio. “Terra e polvere” è un controcanto ai trombettieri della grandeur cinese, alle ipocrisie della propaganda, picchia seriamente sul funzionario intrallazzatore e prepotente con il vero sale della terra, i contadini. Youtie addirittura viene arruolato, in cambio di regalucci, come donatore ufficiale di sangue (“Tu solo hai sangue del panda”: e così sia) per un cagionevole papavero del Partito, la consorte del quale offre a Youtie - uno che si accontenta di un buon uovo in brodo - piatti sontuosi. Dignitosamente rifiutati. I mondi separati di chi sale sul carro giusto e di chi si sente ricco su un carretto tirato da un asino sono inesorabilmente scolpiti.



La riduzione degli ultimi a cosa, a “oggetto” utile richiama il precedente film di Li Ruijun, “Walking Past the Future”, presentato a 'Un Certain Regard' a Cannes nel 2017. Anche qui un villaggio nel Gansu, padre e madre tornano a casa da Shenzen come scarti di lavorazione dopo anni di lavoro e finale licenziamento, la figlia Yang (Yang Zishan) vorrebbe per loro una casa nella megalopoli del Guangdong e accetta di prendere parte a rischiosi esperimenti medici in ospedale. Una cavia umana a pagamento per denudare il lato nero del PIL cinese a due cifre. Ricordate “Il boom” di De Sica, scritto da Zavattini? Era il’63 e la torva, laida Elena Nicolai, moglie di un riccastro, chiedeva ad Alberto Sordi, industriale in pessime acque: “Lei… lei venderebbe un occhio?”. Li Ruijun ha esordito nel 2007 con “Solstizio d’estate”, HuYang va a Pechino in cerca di lavoro e fortuna, la “distruzione creatrice” del ruggente capitalismo asiatico non perdona la compagnia presso cui lavora e così lui finisce a chiedere l’elemosina in abiti da monaco. Un cineasta, insomma, scomodo, con una poetica molto definita.



“Terra e polvere” è stato presentato alla Berlinale l’anno scorso, dura 131 minuti, ben fluenti pur nella disadorna cornice di un posto in capo al mondo dove succede niente ma succede tutto. Prodotto da Alibaba Pictures e altre compagnie, è distribuito da Tucker in 22 sale.

 

Condividi su:

.






ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI FOGLIEVIAGGI

© Tutti i diritti riservati



Ritorna


Foglieviaggi è un blog aperto che viene aggiornato senza alcuna periodicità e non rappresenta una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le immagini presenti sul sito www.foglieviaggi.cloud provengono da internet, da concessioni private o da utilizzo con licenza Creative Commons.
Le immagini possono essere eliminate se gli autori o i soggetti raffigurati sono contrari alla pubblicazione: inviare la richiesta tramite e-mail a postmaster@foglieviaggi.cloud.
© foglieviaggi ™ — tutti i diritti riservati «all rights reserved»