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IL PIACERE
È TUTTO MIO
SESSO E AMORE
SENZA ETÀ

di ANDREA ALOI

Lei è Nancy Stokes, una piacente vedova londinese un po’ avanti con gli anni, in quell’età di mezzo che trascolora nell’anzianitudine. Vedova, con un figlio molto square, prevedibile e noioso e una figlia che vive a Barcellona e non ha tutta quella voglia di diventare adulta. Lui è un vero e proprio giovane Adone di scultorea bellezza, nome “d’arte” Leo Grande, che vende il suo tempo e il suo corpo a donne desiderose di una sana seduta di sesso e calore umano. Si incontrano. È un incrocio di vite mediate dal denaro, perché lei lo vede su un sito e lo prenota, ma diventerà molto di più, in un toccante viaggio di avvicinamento. “Il piacere è tutto mio” dell’australiana Sophie Hyde viaggia e cresce felicemente per poco più di un’ora e mezza senza un attimo tedioso, sorretto da una Emma Thompson mirabile, signora della scena di un film giocato teatralmente per la quasi totalità tra le pareti di una camera d’albergo, e dal giovane irlandese Daryl McCormick al suo primo ruolo da protagonista, un dolce e sensuale meticcio con riccioli e disarmanti occhi cerulei, misurato e padrone del ruolo, tradotto in un idealtipo maschile con sensibilità squisita e promesse di sessualità “espansa e sudaticcia”, come predicava Nanni Moretti. Un dio dell’amore carnale capace di sublimare il contesto mercenario. E quando mai? Del resto, siamo al cinema.



Lievito di qualità, indispensabile in un plot del genere, lo porta la sceneggiatrice e superba dialoghista inglese Katy Brand, comica e autrice tv famosa per la serie “Katy Brand's Big Ass Show”, lo show di Katy Culogrosso. Tanto per mettere in chiaro che il body shaming non le fa un baffo e problemi non se ne fa manco Emma Thompson. Una volta recuperato grazie a Leo il senso del proprio corpo e l’amore per le sue forme di una bellezza passata ma non trascorsa, la sessantenne Nancy si guarda nuda allo specchio, si accetta e riscopre, si apprezza: non trova belli soltanto i polpacci, come pensava prima. Immaginatevi un o una regista di casa nostra che chiede una scena del genere a Margherita Buy. Di donne mature completamente nude nel cinema italiano non si ha memoria, a parte Aurora Quattrocchi alle soglie degli ottanta in “Nostalgia” di Mario Martone.



Nel primo incontro Nancy è un groppo di resistenze, di vergogna, di autogiudizi implacabili, il sesso è sfiorato ma tanta è la voglia di spiegarsi: sono vedova, mio marito certe cose a letto le riteneva degradanti, facevo l’insegnante di religione, che ci faccio qui a pagare un ragazzo con meno della metà dei miei anni perché mi scopi? Nancy è una conversatrice amabile, racconta degli anni sempre uguali a scuola, col classico tema di etica su “La prostituzione va legalizzata?” e i soliti svolgimenti dei ragazzi, tutti uguali, copiati da Wikipedia, roba da benpensanti in erba, tranne uno: “Sono a favore della legalizzazione della prostituzione, così almeno mia madre paga le tasse”. Leo è un gattone e la sa lunga, usa l’ironia (“Mia madre pensa che io lavori su una piattaforma petrolifera”), instaura confidenza, è carezzevole e perfino arguto, ciò che stupisce Nancy: "Sai usare la parola ‘empiricamente’” dice, e così vede meno Leo come un oggetto. Di cui peraltro non saprebbe che fare, la sua esperienza è limitata e, confessione disarmante, non ha mai avuto un orgasmo. Un nuovo incontro serve al ragazzo per chiarire che non si sente sfruttato, quel lavoro gli piace, insomma si potrebbe passare dalle parole-barriera che dilazionano la pratica al sesso praticato o no? Nancy molto compunta (l’effetto è spassoso) elenca le prestazioni desiderate, quasi volesse togliersi il pensiero, ma l’amore del corpo non si accende così, bisogna lasciarsi andare “dentro” senza paura di volare, accettando la verità della libido dopo averla scongelata dalle inibizioni. Sì, ho sessant’anni e voglio del sesso. Che forse a una donna non basta. Nancy, ormai in sintonia con Leo e buona “allieva” a letto, cerca e scopre il vero nome del partner occasionale, lui s’arrabbia, non sono questi i patti, se ne va dopo scatti d’ira che denunciano ruggini dolorose nell’animo.



Arriverà il momento della riconciliazione e dell’orgasmo, di una consapevolezza piena di sé per Nancy e di una intima liberazione per Leo grazie a questa casuale madre supplente. Tra umani è bene dirsi le cose toste, ci fanno intimamente simili e vicini. Per paradosso verranno dette proprio in una situazione - il sesso a pagamento - deputata al mascheramento della propria identità, interiore ed esteriore. Un disvelamento totale, prima dell’addio definitivo. Emma Thompson con la scena di nudo avrà conquistato nuovi ammiratori e valanghe di stima. Siamo davanti a una personalità artistica d’eccellenza, in “Harry Potter”, nelle escursioni scespiriane, nei film indipendenti, la musica non cambia. “Il piacere è tutto mio”, titolo originale “Good Luck To You, Leo Grande” esce con Bim Distribuzione. Nel 2004 era passato in sala un altro “Il piacere è tutto mio”, commedia francese con regia di Isabelle Broué, protagonista una ragazza indipendente e libera che una notte perde di colpo ogni stimolo sessuale. L’eterna ricerca dell’orgasmo perduto o sconosciuto.

 

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