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A una madre
la guerra
e gli affetti

Viaggio nella memoria
dei giovani della Nunziatella

Una recensione di
TINA PANE

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Da un anno ormai abbiamo la guerra a due passi da noi. E anche se questa guerra entra quotidianamente nelle nostre case e nelle nostre coscienze con immagini di morte e distruzione, non potremo mai immaginare la sofferenza morale, le paure e gli stati d’animo di chi la guerra la vive.

Per farlo ci viene in aiuto il libro “A mia madre” della fotografa napoletana Yvonne De Rosa, pubblicato da Roberto Nicolucci editore, un viaggio nella memoria che ascolta le storie di giovani soldati partiti dalla Scuola Militare della Nunziatella di Napoli per andare a combattere nella Grande guerra, oltre un secolo fa.

Correspondence Album Cover


A mia madre

di Yvonne De Rosa

Roberto Nicolucci Editore
Euro 35

Tra ricerca d’archivio e fotografia, il libro è un meta-racconto che narra e raccoglie le sensazioni provate dai giovani soldati dopo la separazione dagli affetti più cari, con la perdita della spensieratezza giovanile per diventare, improvvisamente e inevitabilmente, grandi.

A testimonianza di quell’innocenza perduta, il titolo riprende l’ultima parte del libro che è dedicata alla lunga lettera – intitolata appunto “A mia madre” - di un giovane soldato, il cui diario lo ritrae spensierato e fiducioso “di fare bene il suo dovere” durante i giorni dell’ addestramento, ma che una volta andato in guerra e catturato dai nemici lo mostra in tutta la sua umanità quando invoca il nome della madre con la speranza di alleviare il proprio dolore e lenire le proprie ferite: "In ogni avversità, davanti alle più dure fatiche, anche quando mi sembrava di impazzire bastava che pronunziassi il tuo dolce nome perché riuscissi ad assuefarmi al duro destino".

Attraverso le foto e i documenti, Yvonne De Rosa scrive una sorta di dedica a tutti quelli che hanno dovuto sostenere il peso della guerra, mostrando come nelle lettere di questi soldati emergano la paura, la disillusione, la solitudine, il gelo interiore: in una parola l’essere stati strappati dai propri sogni e dalla propria giovinezza.





Questa riflessione, tornata purtroppo d’attualità, emerge fortissima nel dattiloscritto ritrovato nell’archivio della Nunziatella e integralmente riportato nel libro, un memoriale della seconda guerra mondiale scritto da un sottotenente e dedicato appunto alla madre: “L'esperienza di questi ultimi due anni, da quando sono partito soldato, è stata per me oggetto di nausea per tutto ciò che è vita esterna; oggi più che mai mi sono convinto che nulla si può sperare da ciò che ci circonda se non inganni e disillusioni”.





Le immagini di questi scritti e la loro trascrizioni, i particolari di alcuni dipinti della chiesa della Nunziatella, le foto delle sepolture realizzate sui terreni di guerra e dei nomi e delle date scolpiti come ultimo saluto alla vita… tutto concorre in questo libro ad alimentare la memoria delle guerre dei nostri avi spingendoci sul terreno della contemporaneità, che mai, mai avremmo creduto potesse ospitare almeno in questa parte di mondo la follia della guerra.




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