In direzione ostinata e contraria, in questo tempo di Ferragosto con le spiagge arroventate e affollate, perché non puntare verso il nord-ovest della nostra Europa e, per una volta, ignorare le capitali e le località più famose e partire alla ricerca di un’ispirazione, di un’atmosfera, di una dimensione diversa?
La meta che vi proponiamo è di una bellezza struggente, ma è fuori dai sentieri battuti. Sarà forse per la sua posizione ai piedi dei Vosgi, seminascosta tra i vigneti, ai margini di una foresta a tratti quasi ancora impenetrabile. Sarà perché si trova nell’estrema propaggine orientale francese, in Alsazia, una regione di frontiera dalla storia tormentata, anticamente abitata da popolazioni celtiche, per secoli contesa tra Francia e Germania, che nel 1300 diede vita a un progetto originale e antesignano di alleanza tra città libere, la Decapoli, che conservò prerogative di indipendenza per ben tre secoli...
L’insieme di tutti questi fattori ha fatto sì che Ribeauvillé, la cittadina alsaziana in cui vi invitiamo a trascorrere qualche giornata di vacanza, abbia conservato intatto il fascino dei giorni che furono. Qui, all’interno dell’antica cinta muraria ancora in parte conservata, il tempo sembra sospeso e la vita scorre ancora secondo ritmi antichi, tra i rintocchi delle campane e le vie tracciate in epoca medievale, le case à colombages (graticcio) dai mille colori e dagli svariati elementi ornamentali con l’immancabile nido di cicogna sul tetto
.
Camminando sull’asse principale, la Grand’ rue, e poi per le stradine che s’inerpicano tra i vigneti è tutto un succedersi di meraviglie architettoniche. Tra le curiosità si annoverano le gugloch, le finestrelle semioccultate per spiare di nascosto i fatti degli altri, le selle curuli (un motivo ornamentale che riproduce in forma schematica la silhouette dei seggi dei magistrati), visibili – tra l’altro – sulla facciata della casa Siedel, una delle più belle, che spicca per il suo colore rosso fiammante, e le decorazioni esotiche della “casa dell'elefante”.
Un accenno di modernità si scorge sulla piazza del Municipio, nel cuore del centro storico, dove, in piena linea con la consuetudine del book crossing che si va diffondendo sempre più in Europa, si trova una della più belle casette per lo scambio di libri mai viste, che di notte addirittura si illumina automaticamente, per consentire al viandante curioso che si avvicini nell’oscurità di scegliere agevolmente il libro da portar via. Più invito alla lettura di così…
La città dal nobile passato, nota già nell’VIII secolo con il nome di Radbaldovillare, raggiunse l’apice della sua fioritura nel Medioevo grazie alla famiglia dei signori di Ribeaupierre, che si distinse per la tutela offerta agli ebrei perseguitati e per la protezione dei menestrelli. Questi ultimi ebbero addirittura la possibilità di fondare, verso la fine del 1300, una confraternita, la cui sede, la Pfifferhüss (casa dei menestrelli) esiste ancora e si segnala per il suo oriel, una sorta di loggia coperta sporgente riccamente decorata. In memoria della tradizione dei suonatori e troubadours medievali, ogni anno a inizio settembre si svolge a Ribeauvillé il Pfifferdaj, una grande festa dei menestrelli – la più antica dell’Alsazia – con musica, danze, processioni in costumi dell’epoca, sfilate di carri e mercati medievali.
La città si trova ai margini del cammino di Santiago e al centro di un reticolato di sentieri che permette di esplorare i dintorni a piedi o in bicicletta. La camminata più bella conduce, lungo le tracce della storia, a ben tre castelli che la sovrastano e offrono una bellissima vista sul dedalo di vicoli del centro storico e su tutta la vallata. L’ascesa – dapprima tra i vigneti e poi nel bosco - è abbastanza impegnativa (soprattutto se si ha l’incoscienza di farla con i sandali ai piedi come la sottoscritta), ma ne vale la pena. I tre manieri, Sant’Ulrico, Giersberg e l’Alto Ribeaupierre, erano tutte residenze della famiglia dei Ribeaupierre. Le rovine, le torri merlate, la sala dei cavalieri e la cappella di Sant’Ulrico formano un complesso feudale di grande interesse. Come in tutti i castelli che si rispettino, non manca a Sant’Ulrico, il principale dei tre, dove i Signori locali abitarono fino all’inizio del XVI secolo, un fantasma. È Gertrude, la dame blanche, la Giulietta locale, vittima di un amore contrastato.
Oltre che per il patrimonio naturale e paesaggistico e lo strano mix culturale che scaturisce dalla mescolanza e sovrapposizione nei secoli di elementi della civiltà, delle tradizioni e degli idiomi francesi e tedeschi, Ribeauvillé è una meta interessante per gli appassionati del vino. Dai suoi vigneti nascono vini pregiati come il Pinot bianco e il Pinot nero, il Riesling e il Gewürztraminer e anche una sorta di champagne locale, molto apprezzato in Francia, il Crémant d’Alsace.
Concludiamo questo breve excursus alsaziano con una curiosità. Si mormora (realtà o leggenda?) che ad aver posato da modella per la statua della Libertà di New York sia stata proprio una cittadina di Ribeauvillé, Augusta Charlotte Beyssen. Una linea diretta tra il vecchio e il nuovo mondo…