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CABO DE ROCA,
AI CONFINI DEL VECCHIO MONDO

All’interno del Parco Naturale di Sintra-Cascais, ai confini del vecchio mondo, c’è un importante punto di riferimento per la navigazione: Cabo de Roca.

di GABRIELLA DI LELLIO

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Non si può arrivare a Lisbona senza spingersi fino al Promontorium magnum, come gli antichi chiamavano Cabo de Roca o la falesia di Lisbona sull’Oceano, nel Parco Naturale di Sintra-Cascais.

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Faro di Cabo de Roca | Foto Gabriella Di Lellio

Le guide sul Portogallo ne citano appena il nome eppure è un posto affascinante dal punto di vista naturalistico e dell’immaginario se si considera che, fino alla scoperta dell’America, si pensava che oltre Cabo da Roca non ci fosse più nulla.

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Faro di Cabo de Roca | Foto Gabriella Di Lellio

È la zona più occidentale dell’Europa continentale dalla quale ci si spingeva oltre i confini del mondo; semplice da raggiungere, con la macchina, in autobus o in treno, a meno di un’ora dalla capitale. Chi arriva fin qua non trova molto di più di un faro bianco e rosso, tuttora attivo, un piccolo ufficio turistico e una sorta di stele. Il faro sul promontorio è il più vecchio del Portogallo (1772) e fu fatto costruire dal marchese di Pombal ad un’altezza di oltre 160 mt. La sua luce può essere avvistata fino a una cinquantina di chilometri dall’Oceano. Funzionava con l’acetilene (un gas) e fu abitato fino al 1970 solo dai suoi guardiani. Dieci anni dopo è stato allacciato alla corrente elettrica e negli anni ‘90 è stato automatizzato.

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Nella parte sinistra del promontorio c’è una specie di obelisco, potrebbe sembrare un classico monumento in pietra come se ne trovano in giro per il mondo, ma ha due particolarità: le esatte coordinate di Cabo da Roca e una targa con su scolpite le parole di Luis Vaz de Camões:
“Aqui… onde a terra se acaba e o mar começa".
Oltre la scogliera, a picco sull’oceano Atlantico, c’è solo il mare. Dall'altra parte, l’America.

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L'obelisco | Foto Gabriella Di Lellio

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La targa sull'obelisco | Foto Gabriella Di Lellio

La leggenda della strega

Un luogo così particolare non poteva non avere una leggenda. Un bambino di 5 anni scompare di casa e la madre disperata crede sia caduto dalla scogliera e morto affogato. Il bambino, invece, era stato attirato da tre streghe che lo fecero volare dalla sua stanza e buttato giù per la falesia. Fu salvato da un gruppo di pastori che, attratti dal pianto, corsero ad avvisare la madre.

Tutti rimasero meravigliati nel vederlo in vita dopo tanto tempo, senza bere né mangiare, ma il bambino racconta che una bella signora gli offriva tutti i giorni una “sopa de cravos” (zuppa di garofani). La madre, felice di aver ritrovato il figlio, si reca in chiesa a ringraziare la Madonna e, una volta entrati, il bambino dice alla mamma “Oh mamma, ecco la signora che tutti i giorni mi portava la zuppa da mangiare”.

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Il limite del sentiero sulla scogliera | Foto Gabriella Di Lellio

Questa era la storia di José Gomes conosciuto come Chapinheiro. Ancora oggi si legge all’interno della chiesa al lato del Faro da Guia (Cascais 1858) un’insegna dipinta che racconta questo miracolo.

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A sinistra del faro, nella rada | Foto Gabriella Di Lellio





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