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FIANDRE
IL SEGRETO
DEL GIARDINO
D'INVERNO

Si trova nella zona di Malines, Mechelen in fiammingo, è in purissimo stile Art Nouveau. Fa parte di un grosso complesso architettonico la cui costruzione iniziale in stile neogotico risale all’Ottocento, destinato non solo a ospitare le suore, ma anche all’istruzione delle fanciulle in fiore. Ed è conosciuto a pochi.

di GIULIA GIGANTE

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Non lontano dalla città di Malines (Mechelen in fiammingo), celebre per il suono delle sue campane, in un punto delle Fiandre all’apparenza poco significativo, si cela un segreto. È un segreto tanto ben conservato che ci sono voluti 25 anni di vita in queste contrade per scoprirlo.

Un giardino d’inverno, in purissimo stile Art Nouveau - con magnifiche vetrate ornate con gli arabeschi e i motivi vegetali tipici di inizio Novecento che culminano in una stupefacente cupola, anch’essa di vetro, e formano una danza di luci e di colori che riecheggia nelle piante fiorite e si rispecchia sulle superfici degli arredi rigorosamente d’epoca - si cela in un convento delle Orsoline. Questo giardino dell’eden fa parte, infatti, di un grosso complesso architettonico, la cui costruzione iniziale in stile neogotico risale all’Ottocento, destinato non solo a ospitare le suore, ma anche all’istruzione delle fanciulle in fiore.

Al principio si trattava delle ragazze povere dei dintorni, ma ben presto le Orsoline si trovarono in difficoltà finanziarie e, con un inusitato senso pragmatico e imprenditoriale, decisero di trasformare l’istituto in un pensionato che accogliesse anche ragazze ricche. L’iniziativa in spirito à la Robin Hood permetteva di garantire una buona istruzione anche alle ragazze prive di mezzi grazie ai proventi delle rette delle più abbienti, che cominciarono ad affluire da ogni parte del globo grazie alla buona reputazione pedagogica delle suore orsoline.

Fu così che in quel di Onze-Lieve-Vrouw-Waver approdarono ragazze provenienti dalle migliori famiglie non solo dell’Europa (Francia, Inghilterra), ma anche dell’Australia e del Brasile. La scuola gestita dalle suore funzionava come convitto e le allieve vi trascorrevano la maggior parte del loro tempo, dal momento che si recavano a casa solo tre volte l’anno (per Natale, Pasqua e le vacanze estive). Non tutte, però, perché ovviamente chi veniva da paesi lontani – all’epoca collegati solo via mare -, come le alunne australiane, vi restava anche durante le vacanze.

E il giardino d’inverno? Il salotto di vetro viene creato all’inizio del secolo scorso insieme a una serie di altri locali altrettanto finemente decorati ed elegantemente arredati - parlatori, caffetterie, sale pranzo - per accogliere i numerosi visitatori, per lo più familiari, delle studentesse.

All’epoca (per quanto strano possa sembrare ora) anche in queste località l’istruzione veniva impartita in francese e l’apprendimento attraverso l’arte ne costituiva parte integrante, come si evince dal refettorio delle educande alle cui pareti sono esposti quadri rappresentanti ciascuno una favola di La Fontaine con il duplice scopo di trasmettere alle fanciulle una morale e di insegnare o fortificare la loro conoscenza del francese.

Un’ala del complesso è tutt’ora destinata a una scuola cattolica, mentre la parte più spettacolare è aperta al pubblico una volta alla settimana (solo la domenica, alle 14,30, previa prenotazione). Andateci. Il solo giardino d’inverno vale già la visita. E pensare che – strano, ma vero – del suo artefice non si conosce neanche il nome, inghiottito tra gli enigmi della vita monacale.






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