E finalmente scavalliamo in Macedonia del Nord, dopo la sosta alla frontiera e relativo controllo meticolosissimo dei passaporti. La prima tappa è al Monastero ortodosso di Sveti Naum, sul Lago di Ohrid, nostra meta finale. San Naum, monaco bulgaro dispensatore di miracoli, fondò il monastero nel nono secolo, in un luogo stupendo, circondato dall’acqua.
Molto frequentato da gente del luogo e turisti, ci sono sempre candele accese e addirittura un addetto al servizio di “mantenimento” di queste fiammelle – mani rosse per il contatto con la cera bollente e con il liquido oleoso in cui sono immerse (purtroppo la foto non è eccellente, dovrete usare la fantasia).
La statua in legno del santo monaco ci accoglie all’entrata, mentre più avanti si aggira un pavone solitario.
L’interno è ricchissimo di icone e affreschi, in un’atmosfera di silenzio e di pace. Una sola immagine di questa profusione di ori ed emozioni...
In una stanzetta separata c’è la tomba del Santo, ricoperta di velluto cremisi, e ci hanno detto che, inginocchiandosi
e appoggiandoci sopra l’orecchio, si potrebbe sentire il battito del suo cuore. Sarà suggestione, sarà voglia di crederci,
io l’ho sentito…
Una leggenda (o forse una storia vera, chissà…) narra che il nostro Naum per sostentarsi coltivava la terra dove poi sorse
il monastero e aveva a disposizione due buoi per tirare l’aratro. Un giorno, un orso divorò uno dei buoi: il Santo si arrabbiò,
convocò l’orso alla sua presenza e gli disse che, dato che aveva divorato il bue, lo avrebbe da quel momento in poi sostituito
al tiro. E così fu.
Ripartiamo dopo essere rimasti un po’ a goderci la vista delle placide acque del lago.
E finalmente arriviamo a Ohrid, con un lungolago pieno di gente e di pescatori e di germani reali e di piante lacustri.
La cittadina, graziosissima, fa parte del Patrimonio UNESCO e un tempo aveva 365 chiese, una per ogni giorno dell’anno. Ne abbiamo fotografate alcune, insieme alla moschea, durante un vagabondaggio serale nel quartiere ottomano, con tanti palazzotti eleganti dall’esterno graticciato, stradine lastricate, piazzette nascoste, una strada pedonale affollatissima e piena di negozietti di argenti e gioielli, di minuscole rosticcerie dove sugli spiedi girano i polli, di botteghe di sarti, ristorantini, piccole boutique.
La zona è famosa per le “perle di Ohrid”, fatte con conchiglie macinate tenute assieme da una sostanza la cui
composizione è segreta, appannaggio di due importanti famiglie di produttori. Bellissima anche la produzione di gioielli
in madreperla, soprattutto anelli elegantissimi.
Sulle rive del Lago di Ohrid sorge Villa Biljana, un complesso di ville un tempo proprietà del Maresciallo Tito che spesso
vi trascorreva periodi di vacanza. Il complesso è ora proprietà dello stato. Anche il dittatore Enver Hoxha aveva scelto
il lago di Ohrid come “buen retiro” - il luogo è davvero magico, tranquillo, sereno.
La mattina dopo siamo saliti verso la chiesa di Santa Sofia, un complesso architettonico notevole, cui si accede attraverso
un bel portale intagliato.
Ohrid possiede anche un altro gioiellino: un grande teatro greco perfettamente conservato, risalente al 200 a.C.,
“scoperto” per caso nel 1935 quando durante alcuni scavi fu trovata una pietra con incisa l’immagine del dio Dioniso.
Ovviamente in epoca romana era usato per combattimenti tra gladiatori, oggi per spettacoli estivi.
Il viaggio volge al termine, da Ohrid ripassiamo la frontiera e arriviamo a Tirana in tempo per concludere in bellezza,
per il piacere della carne, anzi del pesce…
Al prossimo tour … Mirupafshim!
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