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IL PAFF! FA BOOM:
MUSEO DEL FUMETTO
E UNA MOSTRA PERMANENTE


di

VITTORIO RAGONE




edit 11 marzo 2023. A Pordenone, nella storica Villa Galvani, l'attesa si è conclusa: è stato inaugurato il PAFF! International Museum of Comic Art che gode del patrocinio del Ministero della Cultura, del supporto di Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Pordenone. La cerimonia di apertura ha segnato il definitivo avvio delle attività dell’esposizione permanente nella istituzione culturale ideata e fondata da Giulio De Vita, di cui tratta l'articolo a seguire.



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Per il critico cinematografico - e anfitrione - Giorgio Gosetti si tratterà di “un museo/non museo, di una esperienza unica al mondo”. Per Luca Raffaelli, fra gli storici del fumetto più quotati, sarà “un luogo di continue scoperte: non fruizione passiva come al cinema, ma tante attività non convenzionali”. Per il papà del progetto infine, Giulio De Vita, fumettista e direttore artistico nonchè anima del Paff! di Pordenone, sta per sbocciare l’ “ultimo petalo” di un’opera “alla quale lavoriamo da anni”.



Stop, rewind. Mercoledì 8 febbraio a Roma la regione Friuli Venezia Giulia e il comune di Pordenone – con la benedizione del Mic – presentò un progetto ambizioso: il Paff! - attualmente Palazzo Arti Fumetto Friuli – diventerà il 10 marzo prossimo (così è poi avvenuto) un International Museum of Comic Art. La vita museale ruoterà intorno a una esposizione permanente di tavole di grandi autori di fumetto, che si propone di svelare al pubblico vita, evoluzioni e segreti dei comics.


(Charles M. Schulz - Peanuts - 1990)


Museo e esposizione - annunciati in conferenza stampa nella sede della regione a Roma con malcelato orgoglio locale dal vicesindaco Alberto Parigi e dalla direttrice centrale regionale alla Cultura e Sport, Anna Del Bianco - completeranno l'identità del Paff!, una intuizione da outsider avviata nel 2018 e rapidamente divenuta marchio di successo. Agli inizi ci credevano probabilmente solo De Vita e gli altri protagonisti del fermento (anche) fumettistico che a Pordenone ha solide radici.

Col tempo pure le istituzioni locali si sono convertite alla bontà della proposta: la “cosa” Paff già oggi vanta un pubblico cospicuo e una offerta formativa popolare tra scuole e famiglie. Seguiranno archivio, deposito climatizzato per la conservazione delle opere, bibliomediateca… Tanto che gli amministratori della città puntano sul museo, insieme alle altre manifestazioni di grido come Pordenonelegge e la rassegna cittadina sul cinema muto, per concorrere al titolo di Capitale della cultura per il 2026.


(Kurt Caesar - Le strade del futuro 1963)


La curatela della esposizione permanente è stata affidata a Raffaelli. Attraverso allestimenti multimediali e interattivi, permetterà di godersi appunto 200 tavole originali di fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti, scenografie e filmati provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni, e via elencando.

Raffaelli e De Vita hanno fatto immaginare, al momento della presentazione, un luogo in cui l’opera fumetto – oltre a esibirsi in originale – sarà “scoperta” attraverso ante che si spalancano svelando riproduzioni di tavole storiche con relative genesi e retroscena; dove si potranno aprire cassetti fisici e altri 'nascondigli', e approfondire la storia dei formati, diversi nelle varie tradizioni artistiche internazionali. Insomma: non una fila di pareti a immagini pendenti, ma una organizzazione degli spazi e degli arredi che “chiama” il visitatore all'interno di un artigianato che fino a pochi decenni fa veniva considerato da tanti un attrezzo di risulta, arte di serie B.


(Elzie Crisler Segar - Popeye - 1938


Saranno a portata di occhi e mani Altan e Barks, Messmer e Moebius, Micheluzzi e Buzzelli, Caniff e Pazienza, Pratt e Dossi, Schulz e Galleppini, Gipi e Gould, Tamburini e Magnus e Manara per citarne alcuni, e facendo torto a molti altri. Ci sarà anche una tavola del mitico Art Spiegelman. Naturalmente non TUTTI TUTTI, per ovvie ragioni economiche e di spazio. Ma l’esposizione – ha rassicurato De Vita – farà ruotare nel tempo opere diverse.

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